"Presidente, consiglieri,
il Movimento 5 Stelle espone le sue considerazioni in ordine al piano tributario per il comune di Bari, in ossequio a quanto previsto dall'art. 55 della delibera comunale n. 5/2014 e modificata dalla delibera 22/2014. In particolare si chiede di rendere parere in ordine alle proposte di approvazione dei seguenti documenti: 1) approvazione regolamento per l'istituzione e l'applicazione della tassa sui rifiuti- TARI; 2) Approvazione piano economico finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani per l'anno 2014; 3) tariffe per l'anno 2014 della tassa sui rifiuti TARI; 4) Approvazione aliquote IMU 2014; 5) Approvazione aliquote TASI 2014. In via preliminare è doveroso far notare al Consiglio che sull'albo pretorio di Bari non sono pubblicate le delibere n. 05/2014 e 22/2014.
Ciò premesso, si rende parere obbligatorio in materia tributaria secondo le disposizioni comunale. Il Movimento 5 Stelle, quale forza politica rappresentativa delle istanze rivolte dai cittadini, deve respingere integralmente il piano tributario proposto. Al fine di sostenere quanto innanzi enunnciato si illustreranno, con brevi cenni, le ragioni che ci lasciano fermi nella nostra posizione. In paticolare, si porterà alla vostra attenzione la relazione delle imposte IMU e TASI rispetto agli artt. 3, 53 e 47 della Carta Costituzionale; in merito alla Tari si richiamerà il contenuto del Codice dell'Ambiente.
Orbene, anzi ormale, in riferimento all' IMU ed alla TASI il parere del Movimento 5 Stelle è sfavorevole in quanto si ritiene che tali imposte violerebbero la Carta Costituzionale, alla stregua dei principi di capacità contributiva e di accesso alla proprietà abitativa. Senza entrare nel merito dell'ulteriore problematica del divieto di doppia imposizione che accomunano IMU e Tasi, è doveroso ricordare che l'art. 53 Cost. Così dispone: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacita` contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività". Ciò ricordato, è necessario precisare che per l'IMU e per la TASI il presupposto di applicazione dell'imposta è la rendita catastale. L'ampiezza abitativa. Ne deriva che a parità di presupposto (rendita catastale) chi ha un reddito più alto è maggiormente favorito a conservare l'immobile rispetto a chi non ha un reddito adeguato, con relativa violazione del principio di uguaglianza di cui all'art. 3 della Costituzione. A tal proposito si consideri che "Il principio di capacita` contributiva, combinato con il principio di uguaglianza, implica che a situazioni uguali devono corrispondere uguali regimi impositivi e, correlativamente, a situazioni diverse un trattamento tributario disuguale (Corte cost., 6 luglio 1972, n. 120)". In ordine ai profili di compatibilità costituzionale con l' art. 47 della Carta Costituzionale, invece, è doveroso ribadire che: "La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito. Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese". Il quesito è lecito: come può tale imposizione incentivare il risparmio popolare della proprietà abitativa? Come si può favorire l'accesso all'abitazione ove il presupposto impositivo è la rendita catastale e non la capacità contributiva? E' doveroso ribadire che l’indice generatore di capacità contributiva è, per eccellenza, il reddito. Dunque, si ritiene che debba essere lo Stato ad erogare i fondi, specie nella parte riguardante i servizi indivisibili, così come è sempre stato in passato, o si avrà ragione di ritenere che la TASI è un' IMU mascherata.
In riferimento alla TARI il parere è contrario in quanto la precedente amministrazione non ha rispettato pedissequamente le normative ambientali, e precisamente l'art. 205 del codice dell'ambiente che impone di porre in essere una raccolta differenziata pari al 65%. Il mancato raggiungimento di detto parametro, così come emerge dal sito ufficiale della Regione Puglia, determina un danno economico-patrimoniale ai cittadini residenti nella città di Bari. Ne consegue che anche il piano economico finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani non è confacente rispetto ai programmi M5S, in totale sintonia e conformità rispetto alla normativa ambientale, laddove si ritiene che la raccolta differenziata porta a porta è l'unica in grado di raggiungere i parametri imposti dalla legge e non dal Movimento 5 Stelle.
In conclusione, alla stregua di quanto esposto, il M5S non ritiene sussistersi i presupposti per esprimere parere favorevole in ordine alle proposte di approvazione indicate in epigrafe."
Ciò premesso, si rende parere obbligatorio in materia tributaria secondo le disposizioni comunale. Il Movimento 5 Stelle, quale forza politica rappresentativa delle istanze rivolte dai cittadini, deve respingere integralmente il piano tributario proposto. Al fine di sostenere quanto innanzi enunnciato si illustreranno, con brevi cenni, le ragioni che ci lasciano fermi nella nostra posizione. In paticolare, si porterà alla vostra attenzione la relazione delle imposte IMU e TASI rispetto agli artt. 3, 53 e 47 della Carta Costituzionale; in merito alla Tari si richiamerà il contenuto del Codice dell'Ambiente.
Orbene, anzi ormale, in riferimento all' IMU ed alla TASI il parere del Movimento 5 Stelle è sfavorevole in quanto si ritiene che tali imposte violerebbero la Carta Costituzionale, alla stregua dei principi di capacità contributiva e di accesso alla proprietà abitativa. Senza entrare nel merito dell'ulteriore problematica del divieto di doppia imposizione che accomunano IMU e Tasi, è doveroso ricordare che l'art. 53 Cost. Così dispone: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacita` contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività". Ciò ricordato, è necessario precisare che per l'IMU e per la TASI il presupposto di applicazione dell'imposta è la rendita catastale. L'ampiezza abitativa. Ne deriva che a parità di presupposto (rendita catastale) chi ha un reddito più alto è maggiormente favorito a conservare l'immobile rispetto a chi non ha un reddito adeguato, con relativa violazione del principio di uguaglianza di cui all'art. 3 della Costituzione. A tal proposito si consideri che "Il principio di capacita` contributiva, combinato con il principio di uguaglianza, implica che a situazioni uguali devono corrispondere uguali regimi impositivi e, correlativamente, a situazioni diverse un trattamento tributario disuguale (Corte cost., 6 luglio 1972, n. 120)". In ordine ai profili di compatibilità costituzionale con l' art. 47 della Carta Costituzionale, invece, è doveroso ribadire che: "La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito. Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese". Il quesito è lecito: come può tale imposizione incentivare il risparmio popolare della proprietà abitativa? Come si può favorire l'accesso all'abitazione ove il presupposto impositivo è la rendita catastale e non la capacità contributiva? E' doveroso ribadire che l’indice generatore di capacità contributiva è, per eccellenza, il reddito. Dunque, si ritiene che debba essere lo Stato ad erogare i fondi, specie nella parte riguardante i servizi indivisibili, così come è sempre stato in passato, o si avrà ragione di ritenere che la TASI è un' IMU mascherata.
In riferimento alla TARI il parere è contrario in quanto la precedente amministrazione non ha rispettato pedissequamente le normative ambientali, e precisamente l'art. 205 del codice dell'ambiente che impone di porre in essere una raccolta differenziata pari al 65%. Il mancato raggiungimento di detto parametro, così come emerge dal sito ufficiale della Regione Puglia, determina un danno economico-patrimoniale ai cittadini residenti nella città di Bari. Ne consegue che anche il piano economico finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani non è confacente rispetto ai programmi M5S, in totale sintonia e conformità rispetto alla normativa ambientale, laddove si ritiene che la raccolta differenziata porta a porta è l'unica in grado di raggiungere i parametri imposti dalla legge e non dal Movimento 5 Stelle.
In conclusione, alla stregua di quanto esposto, il M5S non ritiene sussistersi i presupposti per esprimere parere favorevole in ordine alle proposte di approvazione indicate in epigrafe."
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