lunedì 30 aprile 2012

I Partiti sono una montagna di merda

In memoria di Peppino Impastato



Contro i Padroni dell'Italia e a coloro che gli leccano il culo. A coloro che, come tutti gli altri, non è antico ma è solo un mafioso, "io voglio fottermene  diceva Luigi Lo Cascio nell'interpretare Peppino Impastato , io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda", io voglio urlare i nomi dei leccaculo: "Noi ci dobbiamo ribellare – tuonava –, prima che sia troppo tardi, prima di abituarci alle loro facce. Prima di non accorgerci più di niente!". Affinché le morti per mafia non siano rese vani.

Sono a 100 passi da casa nostra
I politicanti hanno perso e, ancora una volta, l’hanno dimostrato. Supportati da certe testate giornalistiche, gli anti-politici di Partito hanno estrapolato, da un lungo discorso e ben significativo di Beppe Grillo, alcune parole dette dal comico genovese ieri a Palermo. In tale operazione chirurgica di estrazione e manipolazione delle parole, nella quale si paragonava in assoluta chiave comica il "pizzo" della mafia alle alte imposte riscosse dallo Stato, i Partiti e i Media si sono scagliati con Grillo alla ricerca, in tutti i modi, di demonizzare il MoVimento 5 Stelle.


Per quanto tali parole siano state improvvide e irricevibili, le accuse che Beppe Grillo rivolge alla classe dirigente è quantomeno da rispettare. Sdegnarsi contro le Mafie è una cosa che deve fare onore a tutti, però non riusciamo a capire come non si possa disprezzare una politica che, attraverso i piduisti di Destra e gli affaristi di Sinistra (riferimento a quelli in Parlamento), ha reso la vita comodissima ai veri mafiosi con il Falso in bilancio, la Legge ex Cirielli, lo Scudo Fiscale… continuamo?
Quindi, fra la malattia (la mafia) e il dottore (il politico nominato) che alimenta la pena affinché possa gradatamente consumarti con l’aiuto di certi assistenti (i media) pagati coi soldi del finanziamento pubblico, se non proprio a libro-paga, non accettiamo più certe fesserie nei confronti di Grillo e del MoVimento 5 Stelle. Non crediamo che tanta gente intelligente possa credere che Grillo abbia mai potuto mai fare qualche sorta di apologia della Mafia. Se in Italia ci fosse un'autentica informazione libera chiunque sarebbe già a conoscenza del comunicato stampa del M5S di Palermo, in cui si dichiara che: "Le mafie sono il cancro che strangola l'economia legale e priva i cittadini di diritti e libertà."

Di professionisti dell’antimafia, da Sciascia definiti “eroi della sesta”, ne abbiamo avuti tanti, “macchiati di carrierismo, utilizzando la sacrosanta battaglia per la rinascita morale della Sicilia come titolo di merito all'interno del sistema correntizio delle promozioni in magistratura”. Abbiamo scoperto tutto dai loro atti concreti e dai loro rapporti incestuosi comprovati con le Mafie.
  
Ecco che la comunicazione dominante si traduce nella comunicazione delle classi dominanti, la classe dei Partiti composto da poche persone che controllano il 100% dell’informazione attraverso i tradizionali canali mediatici. Ma in Rete, essi sono vulnerabili. I cittadini possono comprendere il proprio potere. Lo dimostra quanto sta avvenendo in queste ore. I partiti stanno resistendo e non si arrenderanno mai. Noi neppure.

MoVimento 5 Stelle Bari

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venerdì 27 aprile 2012

Il MoVimento è Politica, domandatelo agli eletti




Beppe Grillo è il portavoce del MoVimento 5 Stelle. E gli attivisti? Anche.

Pochi sanno di cosa parla, quando si descrive il Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo viene descritto dai politici e dai giornalisti come demago, populista e qualunquista, colui che è contro il partitismo, il suo ruolo invece e' quello di essere il portavoce dei cittadini che fanno politica in rete e che collaborano con i 150 consiglieri eletti con il Movimento 5 Stelle e che la politica la fanno tutti i giorni tra i banchi dei consigli regionali e comunali.


Per capire cos’è il Movimento 5 Stelle farebbero bene a farsi un giro nei comuni o nelle regioni dove sono presenti e dove la politica si mastica ogni giorno. I cosiddetti grillini sono una spina nel fianco ai partiti, giocano il ruolo che spesso dovrebbe essere demandato ai giornalisti: fanno i cani da guardia al potere, e allo stesso tempo, riescono a mettere sul tavolo proposte concrete di governo.

A Bologna, in consiglio regionale, ci sono due ragazzi come Giovanni Favia e Andrea Defranceschi, che fanno politica. Eccome se la fanno. Avete presente l’irruenza di Grillo? Bene: loro – ma come altre decine di esponenti del movimento – sono esattamente il contrario. Prudenti, riflessivi, preparati. Se oggi sappiamo che, dove si sta costruendo la Variante di Valico, il raddoppio della Bologna-Firenze c’è un paese che frana, lo si deve ai consiglieri del M5S. Infatti pochi sanno che quel tratto di autostrada è costruito su una frana, che rischia di portarsi via paesi, oltre a mettere a rischio i viadotti dell’A1. Questa non è politica?

Non è politica andare in consiglio regionale e proporre l’abbattimento dei costi? Non è politica chiedere alla Regione un impegno perché le innumerevoli auto blu vengano smantellate? Spiegateci, altrimenti, cosa si intenda per “fare politica”. Se è quella che si alternano a fare il Pd e il Pdl, no grazie.

I governi sono stati in piedi per anni grazie al sistema dell’antipolitica quella vera però. 

Se poi Beppe Grillo alza i toni è un altro discorso. . Ma a prescindere dalla sua persona, attorno a lui si è creato un Movimento, fatto di gente perbene e che sogna una politica perbene, trasparente, senza ruberie. E che difficilmente si dissolverà nel nulla.

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giovedì 26 aprile 2012

Rimborsi elettorali. I Partiti intascano 5 euro a voto

di Fabio Leli


“Fuori i soldi dalla politica”
Il motto del MoVimento 5 Stelle non è bizzarro spot elettorale. Della coerenza facciam virtù. Certo è che chiamare rimborso elettorale una cifra molto superiore alle spese elettorali sostenute dai Partiti è una truffa. O tutti hanno utilizzato la bicicletta per andare ai comizi oppure è sicuramente un bluff. Analizzando i dati, siamo di fronte ad un uso disonesto o quantomeno goffo dei finanziamenti pubblici. Ma non è questo il punto nodale per il MoVimento 5 Stelle.

Il finanziamento pubblico ai Partiti è una delle modalità, assieme alle quote d'iscrizione e alla raccolta fondi (fund raising ndr.), attraverso cui i Partiti politici reperiscono i fondi necessari per finanziarsi. Senza voler entrare nel merito del tesseramento o delle donazioni, il referendum dell’aprile ‘93 sancì da parte degli italiani la ferrea volontà di abrogare il finanziamento pubblico ai partiti, ma ad oggi nulla è cambiato.
La profezia di Orwell in cui si affermava che il Potere si sarebbe impossessato persino delle parole, per controllare e dominare la popolazione al fine di mantenere saldo lo stato di sottomissione delle genti, ha effettivamente trovato riscontro nell’attuale forma sociale laddove, nella neolingua orwelliana, la parola finanziamento si traduce in rimborso, l'inceneritore si tramuta in termovalorizzatore e diritto di voto noi lo interpretiamo in 5 euro per le casse dei Partiti.

A prescindere dal colore politico, l’aver ignorato il volere popolare pone di per sé tutti i Partiti politici, di ieri e di oggi, in una condizione di disonestà morale di fronte agli occhi degli italiani.

Poi, in un momento in cui l’Italia è in recessione, nello stesso giorno vengono pubblicate due notizie l’una in antitesi con l’altra: nella prima si dice che il Presidente Monti ha autorizzato l’acquisto di 400 nuove autoblu per una cifra complessiva di 10 milioni di euro ; nella seconda che il Governo italiano ha bocciato l’istituzione di un fondo da 150 milioni di euro per i disabili gravi nel momento in cui restano senza familiari
Ecco che, l'accorato appello agli italiani di Napolitano di diffidare “dalla campagna contro i Partiti” “senza finire per dar fiato da qualche demagogo di turno” diventa per noi sinonimo della impossibilità dell’attuale classe dirigente di proteggere e di curare gli interessi degli italiani, nella misura in cui la parola crescita - nella neolingua - si converte in disoccupazione strutturale. E' ovvio che nel momento in cui un’azienda cresce non avrà più bisogno degli operai in quanto il loro lavoro sarà facilmente sostituito da una macchina. Perciò, che l’Italia cresca o non cresca, chi ne pagherà le conseguenze sarà sempre il singolo uomo e la singola donna.


Sovvertire l'ordine costituito è il nostro impegno. Il nostro successo sarà misurato soltanto dal grado di partecipazione popolare perché il MoVimento 5 Stelle non è altro che un ideale di società. All'attuale forma sociale fondata sulla delega, il MoVimento promuove un Anti-Sistema retto dalla partecipazione, ossia dalla Democrazia Diretta.
Ma loro non si arrenderanno mai (e gli conviene?). Noi neppure.

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mercoledì 25 aprile 2012

La (dis)occupazione in Italia: la favola e il dramma

di Giuseppe Colangelo

Il presente articolo pone al centro dell’attenzione alcuni dati forniti dalle indagini condotte dall'Istat sulla forza lavoro e sul fatto che molto difficilmente tali numeri descrivano adeguatamente la realtà quotidiana.


[ Fonte: www.lavoce.info ]

Nel precedente grafico è riportata la disoccupazione giovanile in costante aumento come la disoccupazione più in generale. Ma siamo veramente sicuri che la realtà sia soltanto questa? 
Non è inusuale, ad esempio, che i Mass Media insistano sul fatto che la disoccupazione sia un grave problema, ma che tale dramma sia invece da ridimensionare perché i dati forniti dall'Istat attestano che il tasso della disoccupazione totale in Italia si aggira soltanto intorno al 9,2%, mentre la disoccupazione media in Europa è al 10,3%. 
Quindi, per assurdo, gli italiani "stanno bene", ma sappiamo benissimo che non è così che stanno le cose. Ce ne accorgiamo ogni giorno di più, abbiamo amici e parenti che sono in cerca di lavoro da tempo, gente in cassa integrazione, etc... 

Vediamo più nel dettaglio come vengono svolte queste indagini statistiche. Gli “occupati” comprendono le persone dai 15 anni in su che, nella settimana in cui viene condotta la rilevazione, abbiano svolto almeno UN’ORA di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura. Significa che, se una persona in quella settimana ha iniziato a lavorare in un call center e magari ha capito che non fa per lui/lei, di fatto viene conteggiato come occupato. In Puglia sappiamo benissimo che andando su internet per cercare lavoro, ad oggi, la stragrande maggioranza delle offerte di lavoro è presso call center o presso qualche agenzia di commercio, porta a porta, nella speranza di vendere e/o stipulare contratti telefonici, elettricità, gas e quant'altro. Chiaramente, sono tutti lavori supportati da un corrispettivo monetario insufficiente per vivere una vita dignitosa. In più, l’Italia è al secondo posto in Europa come esportazione di capitale umano dopo la Romania; cioè i rumeni emigrano altrove perché insoddisfatti del loro Paese e subito dopo ci siamo noi. 
Immaginiamo, se tutta la gente che è scappata dal nostro Paese fosse rimasta in Italia, a quanto ammonterebbe la disoccupazione?

Eppure oggi ci viene detto che il Governo Monti sia la panacea per risolvere tanti problemi. E i Partiti? Loro cambieranno nome mantenendo salde le stesse persone che hanno portato gli italiani alla catastrofe e l'Italia al fallimento. Alle prossime elezioni magari ci diranno che sono diventati più responsabili, che le cose andranno meglio. Ci racconteranno un'altra favola mentre noi vivremo il  solito dramma. 
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

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domenica 22 aprile 2012

Il MoVimento contro i Partiti: "Siamo la terza forza nazionale"

di Vincenzo Madetti



Il Movimento 5 Stelle, un movimento di cittadini e non un Partito, è oggi terza forza nazionale. Non abbiamo giornali, non abbiamo quotidiani, siamo sbeffeggiati, derisi, insultati eppure siamo lì. A me viene in mente una frase attribuita a Gandhi: "prima ti ignorano. Poi ti deridono. Poi ti combattono. Poi vinci". Direi che calza a pennello e che siamo alla fine della fase due. Il MoVimento 5 Stelle è l'unico movimento realmente nuovo, che si affaccia nella scena politica italiana e che finora è stato tenuto mediaticamente in disparte, quindi un po' ignorato, un po' deriso all'occasione, che non è stato ancora realmente combattuto, perciò non sorprenderebbe una legge elettorale per tagliarci fuori dal parlamento o comunque renderci inoffensivi, certo ora col 7% è un po' difficile ma si può sempre tentare. L'impressione è che il vecchio sistema dei partiti mostri la corda e che il M5S sia solo la punta dell'iceberg, la fiducia nei partiti è sotto il 10%. Il M5S con le sue idee sull'economia che, sono poi sulla falsariga di quelle di Grillo (che poi è legato a Stiglitz, premio nobel in economia, non pizza e fichi) dovrebbe, se potesse, andare in tv e parlare con toni divulgativi, spiegare alla gente dove secondo noi porta la politica economica intrapresa...

In tal senso, ho idea che il trend in atto subirebbe un impennata notevole, non perché le tesi che racconteremmo siano giuste o sbagliate a prescindere, ma perché sarebbero una visione differente delle cose su cui la gente potrebbe ragionare, invece del pensiero unico inculcato dai tecnici e dai maggiori partiti.





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sabato 21 aprile 2012

Il MoVimento 5 Stelle è ciascuno di voi, non confondetelo

di Fabio Leli



Le recenti apparizioni sulle reti televisive nazionali di alcuni attivisti del MoVimento 5 Stelle ci serviranno per riflettere e meditare su come la televisione sia un mezzo di comunicazione potentissimo, pericolosissimo e deviante.

Potentissimo perché è una porta sul mondo che permette di far entrare passivamente nelle case di ciascun cittadino fatti e notizie, ma anche informazioni false e desideri di consumo indotti dalle pubblicità.
Pericolosissimo perché propone un modello sociale di omologazione distruttrice di ciascuna autenticità e concretezza. Un modello voluto dalla nuova industrializzazione, la quale non si accontenta più di un singolo consumo, ma pretende che non siano concepibili altre ideologie se non quelle del consumo delle merci.
Deviante per coloro che, accettando con entusiasmo l'attuale modello sociale che la televisione impone, non riescono a realizzare il sogno borghese di una vita tranquilla.

Le ospitate televisive degli attivisti snaturano il senso del MoVimento 5 Stelle nella misura in cui si possa avverare il processo di identificazione del M5S con i Partiti e con l'attuale forma sociale.
Ad una società che piega la maggioranza della popolazione ad essere schiava del proprio lavoro alienante, usurante, sottopagato e persino non retribuito, ci sono poche persone, una classe, una Casta, che, facendo leva sul risultato del voto amministrativo che li ha eletti, si permette di dichiarare che il M5S "non dice niente di nuovo", "non è un novità", "non è diverso dalla Lega Nord". Tale metodo è il Sistema del Potere: prima ignora, poi critica ed infine ingloba con una semplice similitudine.

Il MoVimento 5 Stelle non è un movimento di protesta. Esso è un percorso verso una società equa e solidale, fondata sulla trasparenza, sulla coerenza, sulla solidarietà e sul riconoscimento di ciascun essere umano in base a quanto ha di meno dicibile, di meno comunicabile e di refrattario ai luoghi comuni. Nel MoVimento 5 Stelle ciascuno, uomo o donna, è unico! 

Quindi, né il MoVimento 5 Stelle è una copia dei Partiti, né gli attivisti assomigliano ai politici.

D'altro canto, invece, la televisione procede per analogia, ossia applicando una somiglianza apparente, illusoria e falsa alle cose. All'interno del MoVimento, invece, la somiglianza procede per omologia, ossia un paragone fra persone che, all'apparenza non hanno nulla in comune (comunitario/extracomunitario, credente/ateo, imprenditore/dipendente, etc...), ma che, da un punto di vista genetico, si somigliano in un motto che personalmente ribattezzo "ciascuno vale uno", ossia esseri umani per essere umani.

Infine, citando un articolo di Claudio Messora, il MoVimento 5 Stelle è un sogno: "Questo significa dire che “ognuno vale uno”: una politica senza personalismi nata per dire basta ai singoli che hanno sempre una risposta per tutto ma che rappresentano solo se stessi, con il risultato che le loro risposte valgono zero, che è meno di uno."

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giovedì 19 aprile 2012

Riprendersi le parole per riprendersi la politica

di Daniele Dani



La parola, è un semplice contenitore - in linguistica si dice che è "significante" - e quando questo contenitore viene riempito, per consuetudine o d'imperio, allora assume un preciso significato.
Oggi diciamo "politica" e si pensa solamente al ruolo e al modus operandi dei nostri politici; ma questo non è necessariamente vero: esso è solamente uno dei tanti significati attribuibili.
Ed è proprio con un approccio semantico, riprendendoci l'uso appropriato delle parole, che possiamo iniziare superare quel senso di nausea che oggi ci assale quando ci giungono notizie di cronaca politica.
Perchè parlare di politica significa, in estrema sintesi, parlare di interessamento e partecipazione a tematiche inerenti una comunità in un determinato territorio.
Può una società che si autodefinisce civile tollerare che la politica sia scesa così in basso da essere equiparata alla mafia e tollerare altresì che il politico sia oramai solo colui che massimizza il proprio tornaconto personale?
E perchè la critica al politico è tacciata come antipolitica?
Aggiungiamo inoltre che anche i media, utilizzando ancora termini come "classe politica", non fanno altro che rafforzare la presa di distanza fra la società, la cui divisione in classi ha un retrogusto ottocentesco, e la politica stessa.
Questa stessa classe politica che, da quando non è più sostenuta dalle ideologie, costretta a valorizzarsi col suo operato (!) non ha trovato altri rimedi se non di tradursi in un potere autoreferenziale chiuso: la cosiddetta casta.
Se con una iperbole logica passiamo dalle parole ai fatti, dal contenitore al contenuto, notiamo che potremmo e possiamo riconoscerci nelle esigenze della comunità, nei problemi della sanità, della scuola, dell'innovazione tecnologica dell'industria, nell'economia sostenibile, nell'importanza del ruolo dei media e quant'altro attiene all'interesse collettivo. 
Questa è politica.
E' la concezione greca di chi vive - in e per - la polis, dove ogni uomo è un zoon politikon, un animale politico che vede nel vivere associato la dimensione compiuta e l'essenza della vita stessa. 
E chi non lo fa è un essere difettivo - un idion - da cui il termine idiota.
Oggi ci adoperiamo perchè si prenda coscienza di ciò che è politica, tenendola ben distinta da quella che è invece azione di sopravvivenza di un gruppo di mestieranti.
E se anti-politica significa "ostile alla politica" utilizzeremo questo termine per etichettare i recenti fatti di cronaca che hanno visto espellere diversi dirigenti e tesorieri di partito insieme alla serie di "inconsapevoli acquirenti di beni di lusso".
Se si teme che questo modo di fare politica sia solo frutto di demagogia, cioè opera di qualcuno che intende "trascinare il popolo", può trovare nella rete, e nei social network, quello strumento che ci permette di non essere una miriade di individui isolati e inerti che si rapportano 
solo ad un monitor, ma di interagire, discutere, informarsi, evitando insomma di trasformarci in quella "folla solitaria" plasmabile e mobilitabile dal cosidetto "direttismo elettronico".
Perchè la politica in democrazia si fa sempre e solo attraverso il dibattito, che crea dei percorsi decisionali che conducono a delle scelte collettive informate, consapevoli e condivise.
Occorre sottolineare infine che è necessario ritornare al corretto uso e intendimento dello strumento della rappresentanza politica che i nostri padri costituenti ci hanno fornito con la Costituzione post-bellica e post-fascista.
Quando, tramite le elezioni, destiniamo qualcuno ad un ufficio governativo, in realtà creiamo la figura del dipendente politico, incaricato dalla comunità di attuare un determinato programma elettorale. 
Egli è l'esecutore di un programma formato in seno all'opinione pubblica che, della gestione degli affari pubblici, deve essere informata e deve continuare a interessarsi, discutere e controllare.
E nel margine di discrezionalità che gli viene fisiologicamente lasciato, il deputato politico deve tenere sempre presente che le sue decisioni vengono mediate fra due comportamenti, quello economico - per massimizzare l'utile, il tornaconto della comunità - e quello morale - con azioni che non portano  vantaggi materiali ma che perseguono fini ideali.
Platone asseriva che il governo deve spettare ai depositari dell'episteme, del sapere, perchè il demos è ignorante, non sa. 
Noi vogliamo cambiare i paradigmi della politica: se la sovranità appartiene al popolo, come dettato dal primo articolo della nostra costituzione allora il popolo deve sapere, essere informato, e attivarsi con consapevolezza. 
Altrimenti sarà un re di coppe, votato alla sottomissione di chiunque.

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mercoledì 18 aprile 2012

I Partiti sono morti e "nessuno uscirà di qui"

Pubblichiamo oggi un estratto di un articolo di Beppe Grillo pubblicato ieri sul suo blog. 

In riferimento ai Partiti Grillo dice "Ehi! Non pensate di cavarvela così. Con qualche comparsata televisiva e un Rigor Montis radiocomandato, mantenendovi a distanza di sicurezza dai cittadini sparando frasi fatte sull'antipolitica. Lo so che confidate nella memoria breve degli italiani. Vi volete ripresentare, riverginati dai media, alle elezioni 2013. Avete il terrore di perdere il controllo delle operazioni. Sapete bene cosa vuol dire non disporre più di giornali e televisioni infarciti di servi e senza le forze dell'Ordine ai vostri comandi. Vuol dire essere messi sotto processo dalla Nazione che avete distrutto.
Nessuno uscirà di qui, parafrasando Jim Morrison, senza un pubblico dibattimento. Senza una pena esemplare. L'Italia ha un debito spaventoso creato dalla corruzione, dalla dilapidazione di soldi pubblici in Grandi Opere Inutili, dalla contiguità omertosa con le mafie che fatturano 130 miliardi all'anno e anche dell'evasione, naturalmente, ma i grandi evasori protetti dallo Scudo Fiscale sono stati premiati con il 5% di tassazione, mentre ai pensionati e ai disoccupati per qualche centinaia di euro viene pignorata la casa.

Io vi accuso di aver sottratto il futuro a due generazioni, vi accuso di collusione con le mafie, di furto ai danni dello Stato con i finanziamenti pubblici ai partiti aboliti da un referendum. Vi accuso di aver dichiarato guerra alla Libia rinnegando la Costituzione. Vi accuso di occupare senza alcuna ragione l'Afghanistan, di dilapidare miliardi di euro in cacciabombardieri mentre gli operai muoiono per mancanza di controlli e di sicurezza nei cantieri e gli imprenditori si suicidano perché non riescono a pagare le rate a Equitalia. Vi accuso di aver cancellato l'innovazione, la ricerca, di aver trasformato le nostre migliori scuole in diplomifici inutili. Vi accuso di aver nascosto la verità mentre sperperavate mille miliardi di euro in dodici anni finiti nell'attuale voragine del debito pubblico. Vi accuso di aver condannato un popolo alla miseria per decenni per onorare 100 miliardi di euro di interessi annui sui titoli di Stato, soldi sottratti alle spese sociali, ai diritti primari di ogni cittadino. Vi accuso di aver rinnegato la Costituzione ogni volta che vi è stato possibile. Vi accuso di aver occupato ogni spazio della società con la vostra voracità, le vostre mandibole, le vostre tangenti. Insaziabili come una metastasi. Vi accuso di essere dei mentecatti, dei dilettanti, dei signor nessuno che hanno vinto il biglietto della lotteria in Parlamento, gente che solo un anno fa negava la crisi. La carica pubblica per voi è l'unica risorsa possibile. Fareste qualunque cosa, come avete già fatto in passato durante l'oscura Storia della Repubblica, per non perderla.

Vi do un consiglio. Cercatevi un avvocato, magari Ghedini, che mi sembra abbastanza libero in questo momento. Forse vi verranno concesse le attenuanti e vi saranno inflitti solo il sequestro dei beni accumulati durante la vostra carriera politica e l'assegnazione ai lavori socialmente utili. Cosa farete in futuro lo deciderà una giuria di cittadini incensurati estratti a sorte. In fondo gli italiani sono brava gente. Non preoccupatevi troppo quando vi sarà sequestrato il passaporto."

Beppe Grillo - 17 aprile 2012

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lunedì 16 aprile 2012

Sono i partiti il cancro del sistema


di Massimo FiniIl Fatto Quotidiano, 14 aprile 2012

I partiti non sono l'essenza della liberaldemocrazia, come sempre si dice, sono il cancro nascosto di questo sistema che oggi esplode in tutte le sue devastanti metastasi. Il pensiero liberale voleva valorizzare capacità, meriti, potenzialità del singolo individuo e per questo gli è antitetica qualsiasi forma di lobby perchè come scrive Gaetano Mosca ne 'La classe politica': “Cento che agiscono sempre di concerto e di intesa gli uni con gli altri trionferanno sempre su mille presi uno a uno”. E infatti nei testi dei padri fondatori della liberaldemocrazia, da Mill a Locke, non si fa alcun accenno ai partiti che fino al 1920 non erano nemmeno nominati in nessuna costituzione democratica. E la nostra Costituzione, pur nata dalla coalizione dei partiti del Cln che, insieme alla mafia, si spartirono le spoglie del fascismo, menziona i partiti in un solo articolo, il 49: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Dal che si evince che l'associarsi in un partito è una possibilità del cittadino, non un obbligo e che i partiti sono delle associazioni private il cui sostentamento dovrebbe venire dagli iscritti non diversamente da quanto avviene per una bocciofila o un circolo del bridge. Invece i partiti partendo da quell'unico articolo hanno finito per occupare gli altri 138.
Già nel 1960, in un famoso discorso in Parlamento, il presidente del Senato Cesare Merzagora avvertiva dei pericoli di una democrazia che si trasforma in partitocrazia. Ma era ormai troppo tardi, i partiti avevano già occupato la Repubblica e non gli diedero ascolto. A metà degli anni '70, di fronte ai ripetuti scandali politici, i partiti proposero, con un referendum, di essere finanziati legalmente con denaro pubblico così, dissero, “non ruberemo più”. Nonostante fosse una forzatura, data la natura privatistica di queste organizzazioni, noi cittadini, diligenti e creduloni, votammo sì. Ma nei primi anni Novanta, con Mani Pulite, scoprimmo di essere stati buggerati: i partiti rubavano cento volte più di prima. Allora, attraverso un altro referendum, votammo no al loro finanziamento pubblico. Ma i partiti lo aggirarono con l'escamotage del rimborso spese elettorali. E oggi scopriamo che, senza che siano diminuite le loro grassazioni e i loro taglieggiamenti, li foraggiamo, con i nostri soldi, in una misura ancora maggiore.
Adesso i partiti, terrorizzati dal crollo della loro credibilità (scesa al 4%), dovuto non solo alle loro sistematiche ruberie e al mafioso sistema clientelare che hanno imposto al Paese ma anche al fatto che sono questi partiti e i loro esponenti ad averci portato, in un percorso durato trent'anni, sull'orlo di un abisso economico che sta intaccando i nostri stipendi, le nostre pensioni, le nostre case, i nostri risparmi, la nostra vita, giurano di volersi riformare e parlano di 'trasparenza' dei loro bilanci. Non ce ne frega niente della 'trasparenza'. A costoro non vogliamo dare più un soldo, né legale, né illegale. Qui non è in discussione la 'trasparenza' ma la forma-partito e la stessa essenza della democrazia rappresentativa che ha fatto un clamoroso fallimento.
I partiti, da sé soli, non si riformeranno mai. Sarebbe come chiedere a un vampiro di rinunciare al sangue che lo tiene in vita. Ma d'altro canto non è accettabile che tutti coloro che negli ultimi trent'anni hanno avuto un ruolo nella politica nazionale e che sono responsabili, pro quota, di questo fallimento, continuino a comandarci e a presentare ogni giorno le loro facce da culo in Tv. Questa gente deve essere spazzata via. Tutta. Senza eccezioni. Poi ricominceremo da capo.

massimofini.it

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giovedì 12 aprile 2012

Cittadini in MoVimento

Vi presentiamo un video autoprodotto dagli attivisti del MoVimento 5 Stelle di Polignano a Mare


Non è una semplice presentazione della lista, sono persone che vanno ascoltate per dar forza all'idea che un cittadino liberato può sostituirsi alla politica quale mestiere difficile o quale luogo dove vi accede soltanto chi ha le "competenze". Quali competenze hanno quei politici che si sono fatti eleggere col voto di scambio o per qualche promessa, non mantenuta, di un posto di lavoro? La primavera pugliese è la democrazia diretta, quella dei Partiti è stata soltanto una campagna di marketing. Buona visione.

MoVimento 5 Stelle Bari


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mercoledì 11 aprile 2012

Dalla lotta di classe alla lotta di categoria: il "divide et impera" dei Partiti

di Fabio Leli

Dalla lotta di classe, ossia dalla classica struttura economica distinta in due classi, una che detiene i mezzi di produzione e una che rappresenta la forza lavoro, si è oggi dinnanzi alla propaganda della lotta di categoria, ossia  dell'attuale divisione sociale prodotta dal corporativismo.

Storicamente, la lotta di classe ha sempre visto la prima classe -i patrizi, i signori della nobiltà feudale, i borghesi- dominare la seconda -gli schiavi, i servi della gleba, i proletari. Per alterare lo status quo e per rimuovere l'ingiustizia sociale per la quale c'è sempre stato colui che si è arricchito sfruttando il lavoro altrui, la rivoluzione è sempre stata l'epoca nella quale gli uomini e le donne delle classi sfruttate sono state in grado di comprendere la loro situazione e sono state capaci di cambiare i rapporti di forza all'interno della struttura economica. 
Il problema è che pur cambiando i rapporti di forza le divisioni sono sempre rimaste tali, dalla società schiavista a quella feudale, da quella feudale a quella capitalistica.

Anche se tali divisioni sono ancora presenti, la comunicazione dominante della classe dirigente propaganda, attraverso il giornaliero bombardamento mediatico (televisioni, giornali e radio), che "le divisioni sono cosa vecchia, ideologicamente superata". Ma anche affermare la fine delle ideologie è un'ideologia. Quindi, quel che quotidianamente ci viene inculcato è il fatto che la lotta di classe non ha più senso d'esistere, ma che invece è corretto credere nella lotta di categoria. 

In questi termini, i cittadini odieranno il panettiere, il macellaio, il pescivendolo o il sarto che non gli rilascerà lo scontrino o la ricevuta fiscale. Ma l'odio sociale non serve ai cittadini, serve ai Partiti. E' l'attuale classe dirigente di Partito a produrre e ad alimentare l'odio sociale per mantenere stretto il guinzaglio ai disinformati.

Ci hanno talmente inculcato che la Crisi economica deriva dalla non emissione dello scontrino che, dalla lotta di classe si è passati alla lotta di categoria. Da un lato nascondono la divisione originaria, dall'altro alimentano l'odio sociale. Ma la crisi non siamo noi, la crisi sono loro (i Partiti ndr) che vanno in televisione a dirci come dobbiamo uscirne.

Ecco che il divide et impera (dividi e domina) è perfettamente esplicitato. La ricetta per uscirne è una sola: eliminare il conflitto e "mettere fra parentesi" le divisioni. Vogliamoci bene affinché la libertà di ciascuno sia la libertà dell'altro. Il MoVimento 5 Stelle si muove proprio in tale direzione. Ci odierete per questo?

Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

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martedì 10 aprile 2012

Beppe Grillo in Puglia, un ciclone inarrestabile

Ogni campagna elettorale è immancabile il primo supporter e portavoce del MoVimento 5 Stelle: Beppe Grillo.

[Trani]

[Taranto]

[Lecce]

Nelle prime tre tappe pugliesi del suo tour elettorale 2012 - Trani, Taranto e Lecce - Grillo ha riempito le piazze. C'eravamo anche noi. Chi si aspettava di trovarsi di fronte ad uno spettacolo comico si è dovuto ricredere perché nell'agenda politica di Beppe Grillo non ci sono più soltanto i "Vaffa". Quello che Giuliano Ferrara definì un vergognoso "saltimbanco genovese" e "buffone" è oggi un ciclone che ha parlato di crisi economica, di banchieri, del finto PIL che si calcola sulle morti e delle sbagliate politiche di crescita fondate sul cemento, quando l'unica autentica crescita è quella delle idee e delle intelligenze umane.

La ricetta del MoVimento 5 Stelle è semplice e chiara: no agli inceneritori/termovalorizzatori, si alla raccolta differenziata, no al cemento, si alla difesa-ristrutturazione dei centri storici, stop alle auto private, si ad un perfetto ed efficiente trasporto pubblico. In Rete ciascuna idea può diventare possibile e realizzabile. In Rete non ci sono conflitti di interesse.

Per chi si fosse perso Beppe Grillo dal vivo, vi suggeriamo di ascoltare, dal min 9:00 al min 10:27, l'odierno servizio del TGR Puglia delle ore 14:00 e i video amatoriali a TRANI, a TARANTO (2) e a LECCE.

Ai pugliesi ricordiamo che ci sono altre due liste del MoVimento 5 Stelle che concorrono alle amministrative di maggio: POLIGNANO A MARE e GALATONE.

Forza MoVimento 5 Stelle in Puglia, avanti così!

MoVimento 5 Stelle Bari


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domenica 8 aprile 2012

Pasqua in MoVimento


In concomitanza con le festività di Pasqua, cogliamo l'occasione per augurare a tutte le persone, italiane e straniere, donne e uomini, di trascorrere una giornata serena e spensierata. Ma il MoVimento 5 Stelle non va mai in vacanza, specie se si attende la discesa in Puglia di Beppe Grillo con il suo camper a noleggio.
Infatti, domani -lunedì 9 aprile- Beppe sarà presente a Trani in Piazza della Repubblica alle 16:30, a Taranto in Piazza della Vittoria alle 19:00 e a Lecce in Piazza Sant'Oronzo alle 22:00 per presentare le liste del MoVimento 5 Stelle. Il Programma di ciascun Comune a 5 Stelle ha il primario obiettivo di fare "Rete" fra i cittadini e l'obiettivo comune non più di una Democrazia Rappresentativa ma di una vera ed autentica Democrazia Partecipata.

Il MoVimento è una realtà che ancora molta gente non conosce ed ecco perché, in qualità di gruppo attivo sul territorio di Bari, sosteniamo e appoggiamo tutte le liste del MoVimento 5 Stelle che si presenteranno, il 6 e il 7 maggio 2012, alle prossime elezioni amministrative.

Nella specifica realtà pugliese i candidati portavoce del MoVimento 5 Stelle sono Maurizio Buccarella (Lecce), Alessandro Furnari (Taranto), Paolo Nugnes (Trani), Giuseppe L'Abbate (Polignano a Mare) e Sebastiano Moretto (Galatone). A loro, e a tutti quegli attivisti che lavorano e supportano il MoVimento con le loro idee, facciamo i nostri più cari auguri.

MoVimento 5 Stelle Bari


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sabato 7 aprile 2012

Il MoVimento 5 Stelle non è la Lega Nord

di Fabio Leli



C'è chi continua a ripetere che il MoVimento 5 Stelle e la Lega Nord siano intimamente collegati perché entrambi hanno avuto un percorso che ha inizio dalla protesta popolare.

Sebbene ci siano delle somiglianze, restano soltanto apparenti somiglianze. La Lega Nord è un Partito, il MoVimento 5 Stelle non lo sarà mai. La Lega è diventata il Sistema, il MoVimento promuove una nuova forma sociale equa e solidale. La Lega ha un leader in Umberto Bossi, il MoVimento non ha leader, ognuno vale uno, uomo o donna, ogni testa è un idea. La Lega ha una struttura verticale che sfrutta il malcontento popolare per i propri affari, il MoVimento ha una struttura orizzontale e così resterà per permettere la partecipazione del 100% dei cittadini alla vita politica, ossia ad una vita autenticamente democratica. Così discorrendo possiamo fare riferimento alla trasparenza, ai rimborsi elettorali, ai privilegi di avere lo stesso cognome di Umberto Bossi, le clientele, e così via.

Nel momento in cui anche il leader leghista "sapeva tutto", è possibile dichiarare con ancor più forza che la Lega non è niente di diverso dal PDL-PD-IDV-UDC-FLI-API. Perciò invitiamo chiunque voglia accostare ancora una volta Il MoVimento 5 Stelle alla Lega Nord di ripensarci perché tale Partito assieme a tutti quelli della prima e seconda Repubblica sono per noi cosa morta.

Il MoVimento 5 Stelle ha nei suoi assunti una politica di rifiuti zero (no inceneritori), cemento zero, sviluppo sostenibile, acqua pubblica, energie rinnovabili, trasporto pubblico, Wi-Fi libero, decrescita felice... Adesso avete ancora voglia di accostarci alla Lega Nord?

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venerdì 6 aprile 2012

Il lavoro rende liberi? La grande truffa

di Fabio Leli


Arbeit macht frei (Il lavoro rende liberi), il messaggio di benvenuto posto all'ingresso di numerosi campi di concentramento nazisti durante la seconda guerra mondiale, è oggi la promessa di libertà per ciascun individuo. La principale libertà è quella di consumare la stessa merce che la comunità di lavoro ha prodotto. 


Il lavoro, in questa forma sociale, è definito "astratto". E' astratto perché è realmente utile soltanto alla riproduzione continua dell'attuale forma sociale capitalistica. La produttività deve aumentare in funzione della crescita dei consumi. Con la promessa della crescita del PIL e con la speranza di un futuro migliore, ogni individuo accetta l'alienazione ad un lavoro disumano, alienante e mortificante. 


Una classe dirigente che guarda al bene comune non dovrebbe lasciare che certe aziende, quali la FIAT e l'ILVA, possano, in nome della produttività e dell'occupazione, delocalizzare in quei paesi dove la manodopera costa meno dopo essere stata per anni finanziata coi soldi pubblici, cambiare i contratti di lavoro -in Italia- a proprio piacimento e sbandierare il made in italy con produzioni estere, e l'altra inquinare e illudere i propri lavoratori di essere nel giusto tenendoli al guinzaglio utilizzando la minaccia del licenziamento e/o della disoccupazione. A lungo andare, anche l'ILVA licenzierà, come ha già fatto di recente il colosso Yahoo mandando a casa oltre 2000 persone (16% circa del totale) dal proprio organico.


Per inciso, non ci potrà mai essere una riforma del lavoro se non si considera l'alienazione del lavoro usurante.


Vi alleghiamo un servizio giornalistico di Sortino alla trasmissione televisiva "Piazzapulita" dal titolo esemplificante: Schiavi del lavoro


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mercoledì 4 aprile 2012

Il MoVimento 5 Stelle è l'Anti-Alternativa

di Fabio Leli

Il più delle volte ci si dimentica cosa sia il MoVimento 5 Stelle (M5S). Spetta a coloro che credono nei suoi ideali ricordarlo sempre.

Il M5S NON è un Partito politico, esso è una rivoluzione culturale, prima interiore, poi sociale. Se non c'è tale passaggio, dentro-fuori, nessun uomo e nessuna donna potrà mai affermare di sapere cosa sia il M5S, non potrà mai dichiarare di essere un attivista del M5S e non potrà mai giudicare alcun attivista 5 stelle. L'intelligenza non deve essere uno strumento per piegare gli altri meno informati, disinformati o, peggio ancora, mal informati.

Quotidianamente ci confrontiamo con coloro che ci additano quali "fascisti", "comunisti", a volte contemporaneamente, ma realmente nessuno conosce cosa sia il M5S. L'essere un movimento significa che non lo si può etichettare e\o identificare. L'essere un gruppo di menti liberate dal conformismo borghese e dall'anticonformismo di chi, pur di evadere, utilizza gli stessi mezzi di fuga ugualmente offerti dall'attuale forma sociale, non fa altro che alimentare, in chi è mal informato, l'idea che, essere un attivista del M5S comporta irrimediabilmente essere anche un "fascista" e\o "comunista". Purtroppo si è sempre refrattari verso qualsiasi cosa sia "diversa" o "nuova". Il M5S è la novità (un virus).

Nell'ideale del M5S, nessuno si deve più giustificare. La libertà non inizia dove finisce la propria proprietà privata. Nel M5S la libertà inizia con l'altro, assieme agli altri. Il grado di socialità che ciascun attivista si impegna a portare avanti deve fare i conti quotidianamente con l'individuo-egoista sempre pronto a dire fesserie sul M5S, su Beppe Grillo, su Gianroberto Casaleggio e sugli stessi attivisti. Per questo motivo ciascun attivista, nel limite della propria umanità, "mette tra parentesi" il conflitto e smette di giudicare gli altri.

 
All'attuale forma sociale che mercifica l'essere umano e giustifica la distruzione della Terra in previsione della crescita del PIL, il M5S promuove la crescita dell'intelligenza, quale sapere-critico di controllo nei confronti della la classe dominante.

La democrazia diretta è un altro pilastro del M5S perché la democrazia non si esaurisce col voto. L'attuale democrazia indiretta non è altro che la Democrazia della Maggioranza. Tutte le minoranze, composte da coloro che non sono rappresentate, restano col cosiddetto "cerino in mano": le morti bianche, le mamme che firmano licenziamenti in bianco, gli stranieri sfruttati, tutti gli essere umani discrimintati...

Se sei consapevole che questo Sistema sia marcio, se ti senti truffato dalla classe dirigente, se non ti vuoi arrendere alle solite frasi "è normale" oppure, "nulla cambierà", ti invitiamo a partecipare attivamente al cambiamento della Società, al risanamento Ambientale e a conoscere quali sono sono le soluzioni lavorative che il M5S propone per superare la Crisi. Vi anticipiamo che tutti i Governi hanno nascosto il fatto che non ci sarà riforma del lavoro che risolva il problema dell'occupazione perché in questa forma sociale la disoccupazione è STRUTTURALE. Se non cambiamo Sistema con uno nuovo, il lavoro finirà, prima o poi, per tutti. In Grecia se ne sono accorti adesso, in Italia quando?




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lunedì 2 aprile 2012

Strade Pericolose

Chi si muove in moto, macchina o bici è circondato da un'architettura urbanistica mortale. Il paradosso è che, in apparenza, gli oggetti per le strade sono destinati a proteggerci.Gli innocenti guardrail sono in realtà ghigliottine per i ciclisti e arieti perforanti per gli automobilisti, i pali segnaletici invece provocano scontri mortali. Poi rimangono i mazzi di fiori che costeggiano le nostre strade  in ricordo dei caduti. Fateci caso, sono ormai ovunque. Fanno parte del paesaggio italico. Le foto dei defunti e i fiori di plastica sono gli unici, veri segnali che avvertono il viaggiatore dei pericoli.
Le strade, anche quelle baresi, sono piene di pericoli: buche, avvallamenti, scarsa illuminazione serale e sporcizia.
L'Italia si era impegnata a dimezzare gli incidenti mortali con l'Unione Europea. Non ci è riuscita. Oltre al danno anche la beffa: l'Italia sarà sanzionata per non aver raggiunto questo obiettivo. Più muori, più paghi.

dal blog nazionale www.beppegrillo.it