I primi giorni di agosto ci siamo recati presso l'ex Centrale del Latte in via Orazio Flacco.
L'ex fabbrica di imbottigliamento e pastorizzazione del latte da anni è in stato di abbandono.
Nessuno
ne parla, quasi come se fosse meglio dimenticare quella piccola realtà
produttiva nostrana, magari in attesa che il tempo faccia il suo sporco
lavoro di lento ed inesorabile degrado.
Situata in via Orazio
Flacco tra Picone e Poggiofranco, quartieri già densamente abitati e
congestionati
dal traffico è impensabile cementificare ancora, aggravando di fatto i
problemi di traffico, parcheggio ed inquinamento ambientale che già sono
all'ordine del giorno per i cittadini, non solo baresi, infatti non
dimentichiamo che a pochi metri c'è il Policlinico.
All’interno del fabbricato sono presenti due associazioni che tutelano gli interessi pubblici, perchè non continuare su quella strada, invece di continuare a credere che solo il cemento possa essere fonte di benessere per la città?
All’interno del fabbricato sono presenti due associazioni che tutelano gli interessi pubblici, perchè non continuare su quella strada, invece di continuare a credere che solo il cemento possa essere fonte di benessere per la città?
Si potrebbe pensare
di utilizzare l'immobile per attività sociali, culturali, creare
un luogo di aggregazione per anziani e/o bambini, perchè no un asilo, un teatro!
Essendo
molto capiente
potrebbero essere trasferiti anche altri uffici decentrati del Comune,
come ad esempio la rimpiata anagrafe di Stradella del Caffè.Inoltre, i residenti riferiscono che il tetto dell'edificio, pare contenga fibre di AMIANTO e che lo stesso non siata stato messo in sicurezza.
Dobbiamo
attendere che scoppi un altro "caso amianto" anche a Picone e
Poggiofranco come accade ormai da anni per Japigia e la Fibronit?
Dobbiamo
attendere i primi casi di "morti sospette" per vedere finalmente
un'Amministrazione affrontare concretamente questo problema? Tutti
tacciono.
Quando ad amministrare era il
centrodestra si parlava di abbattimento dell'immobile per lasciare
spazio ai soliti palazzi e palazzinari di cui Bari ha taaanto bisogno,
ma anche durante i 10 anni di centrosinistra,
sembrava essere stato quello l'orientamento, anche se meno sbandierato
(non si dica mai che destra e sinistra hanno visioni urbanistiche
coincidenti!).
Per anni hanno ignoranto le numerose sollecitazioni di cittadini e amministratori
dell'epoca, nulla è stato fatto, qualcuno tentò una petizione online ma senza successo.
Tra le altre informazioni che abbiamo recuperato, pare che l'area sia sottoposta a decreto di vincolo.
Bisogna ricordare che al suo interno esistono strumentazioni ed
apparecchiature per la produzione del latte ancora integre, se non
perfettamente funzionanti. Recuperandone una parte si potrebbe
realizzare una mostra permanente di “archeologia industriale”, come
proposero anni fa i comitati di quartiere.
Pertanto,
ho chiesto ai portavoce comunali Sabino Mangano e Francesco Colella di
interrogare questa Amministrazione durante il "Question Time" di
domani, affinchè si verifichi l'eventuale presenza di AMIANTO sul tetto e si proceda alla messa in sicurezza dello stesso.
E soprattutto, che l'Amministrazione si occupi seriamente della manutenzione e della successiva riqualificazione dell'immobile.
E soprattutto, che l'Amministrazione si occupi seriamente della manutenzione e della successiva riqualificazione dell'immobile.
LA EX
CENTRALE DEL LATTE E' DI PROPRIETA' DEL COMUNE ED E' INTERESSE DI TUTTI I
CITTADINI CHE VENGA RISOLTO IL PROBLEMA AMIANTO E CHE LA STRUTTURA SIA RECUPERATA ED UTILIZZATA PER LE
ESIGENZE DELLA COLLETTIVITA'.
BASTA CON L'INCURIA E IL CEMENTO!
Alessandra Piergiovanna Simone
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