Cultura, finalmente! Sì,
finalmente. Perché nessuno parla più di cultura in questa città. E dire che
della cultura si sono fregiati in tanti politici, negli ultimi decenni, qui a
Bari! Perché, si sa, la “cultiura” faceva tanto figo averla nel carnet delle
attività di una amministrazione…
C’è stato chi l‘ha voluta
appariscente, fatta di una scansione di eventi uno più chiassoso e pacchiano
dell’altro e soprattutto da somministrare in dosi massicce, ma solo nelle feste
comandate (capodanno, estate, maggio barese e poco più) ; c’è stato chi se l’è
costruita a propria immagine e somiglianza e ha generato una serie di attività
improntate all’impegno, alla solidarietà, all’emancipazione sociale, il tutto
infarcito di cascami ideologici d’epoche ormai morte; c’è stato chi,
furbescamente, ha mischiato un po’ di una specie e un po’ dell’altra, in nome del
cerchiobottismo nazional-popolare, utile anche nel settore.
Infine c’è stato chi ha fatto
tabula rasa di tutto ciò che faticosamente e malgrado una sequela di assessori,
spesso incompetenti, ignoranti e soprattutto inetti, era riuscito a
sopravvivere negli ultimi decenni, rispondendo ad una richiesta effettiva di espressioni
artistiche le più diverse da parte dei cittadini.
D’altro canto, mentre a Bari, la
politica cercava di avvinghiarsi alle tradizionali fonti di “affari” certi, il
mondo andava avanti e trovava proprio nella cultura il motore per rinnovarsi
profondamente, anche in economia. Insomma si facevano musei importanti e la
gente viaggiava a milioni per andarli a visitare, si realizzavano allestimenti
lirici che guardavano un po’ più in là dell’ombelico del sovritendente e il
pubblico accorreva a riempire i teatri, si mettevano in scena spettacoli che
parlavano ad una sensibilità contemporanea e gli spettatori numerosi andavano
in solluchero e la fama di quelle opere superava i confini nazionali attirando
altri spettatori. Tutto questo in un panorama dove le nuove tecnologie
ingigantivano quei risultati e li trasformavano in successi per gli operatori
del settore e per tutti gli altri dei settori correlati (commercio, turismo, trasporti, pubblicità, etc.).
A Bari si sceglieva un’altra strada.
Invece di incrementare la produzione culturale, visto che in una recente
esperienza, uno degli assessori al ramo - dice il Sindaco Emiliano - aveva
trasformato l’assessorato alla cultura in uno strumento di evangelizzazione per
la sua parte politica, lo stesso sindaco
Emiliano, che pur lo aveva scelto per quel compito, decise che, nella nuova
legislatura, avrebbe fatto a meno di qualsiasi altro assessore, per evitare
altri deragliamenti ideologici, per non supportare con denaro pubblico qualcosa
come la cultura, che non deve avere condizionamenti e bla, bla, bla… e avrebbe
preso direttamente nelle sue salde mani le redini delle arti, trasformando Bari
nella “Capitale Europea della Cultura 2019”.
Intanto, per confermare queste
sue nobili intenzioni, spogliava
l’assessorato di via Argiro di qualsiasi funzione gestionale del settore, si
buttava a corpo morto sul Petruzzelli, schiacciandolo sotto il peso dei suoi
interessi, non musicali ma politici, si inorgogliva di una
autoreferenzialissima fondazione per l’arte contemporanea, portava
letteralmente alla fame l’intera categoria degli operatori culturali, chiudeva
a ripetizione i piccoli teatri, esiliava orchestre con una storia
pluridecennale… Insomma, avete presente un elefante in una cristalleria? Ecco:
Emiliano e il mondo della cultura! Cioè, non solo aveva regalato alla città un
assessore che faceva gli interessi del proprio partito (SEL, di cui Emiliano era
ed è ancora alleato!), ma negli anni successivi, la sua responsabilità la
faceva pagare ai cittadini operatori e ai cittadini punto e basta, privati di
quei necessari momenti di svago e di crescita, oltre che di una fonte di
guadagni.
Infatti, se non lavorano i
teatri, le associazioni, i musicisti, gli artisti in genere, insieme a loro non
lavorano i tecnici, i fornitori dei materiali, gli autotrasportatori, i
pubblicitari, i tipografi, gli addetti al web, i ristoratori, etc. etc.
Cosa si pretende dunque che
avesse dovuto fare Michele Emiliano? Dare soldi, come si era fatto fino ad
allora? Distogliere un po’ delle risorse destinate al Petruzzelli, per
assegnarle alle piccole compagini baresi? Cercare di assolvere al ruolo di
“Primo Cittadino”, quindi mostrare una particolare sensibilità nel sostenere i
piccoli teatri, in difficoltà nell’ adeguarsi alle norme sulla sicurezza?
Sì!... E no.
Soprattutto avrebbe dovuto avere
una politica culturale, una strategia per uscire dal pantano
dell’assistenzialismo, in particolar modo se a fini clientelari, intraprendere la strada
dello sviluppo imprenditoriale delle strutture, guardare alla produzione
creativa cittadina come ad una risorsa e non come ad un peso, capire che il
settore andava rinnovato e potenziato per dare una nuova prospettiva all’intera
città, per il suo riscatto economico e per rilanciare l’immagine di Bari a
livello internazionale! E soprattutto smetterla di fare roboanti promesse, come
ha fatto per 10 anni!
“Cultura, finalmente!” è allora
l’impegno che ci siamo presi noi, cittadini e attivisti del M5S, nel trovare soluzioni
di ampio respiro, nell’attuare una politica culturale che guardi non solo agli
operatori e ai loro interessi, ma anche e soprattutto ai cittadini e al loro
punto di vista.
Nei 7 punti del nostro programma
sulla Cultura, che noi 5 Stelle consideriamo una autentica locomotiva per le
attività produttive cittadine, si spazia dalla riapertura dei luoghi della
creatività alla funzione del futuro assessorato, dal ruolo delle associazioni
amatoriali a quello delle compagini dei professionisti, dal sostegno agli
spettatori a quello agli operatori, dall’inserimento dei giovani artisti nel
mercato del lavoro al censimento per conoscere ciò che vogliono i baresi dalla
cultura, e così via fino alla creazione di un grande polo museale di interesse
internazionale.
Bari merita una politica
culturale, che veda la creatività al centro del suo sviluppo. Prima che sia
troppo tardi, prima che il futuro sia già passato.
MOVIMENTO 5 STELLE - BARI