giovedì 27 febbraio 2014

Rossani: il futuro è oggi


Una soluzione alla questione dell’ex caserma Rossani, più volte ricercata tra interessi leciti e illeciti, tra lungaggini burocratiche e scambi di sospette cortesie istituzionali, conflitti tra opinioni politiche divergenti e bisogni privati, in una città abbandonata al disastro cementificatorio, è stata trovata. Alcune settimane fa, un gruppo di giovani – di uomini e donne – con il sostegno di intellettuali, studiosi e, più in generale, di un folto gruppo di cittadini, hanno trovato la soluzione: l’auto-organizzazione. Essi hanno occupato uno spazio, da molti anni oggetto dell’inconcludenza delle pubbliche amministrazioni cittadine, del lobbismo più sfrenato dei soliti noti e di un certo statalismo sempre incline a mettere su carrozzoni coi soldi pubblici, in cui piazzare i propri clientes.

Questi cittadini, alla ricerca di una casa in cui poter continuare a svolgere la loro intensa attività sociale e culturale, dopo essere stati sbattuti fuori da Villa Roth, si sono armati di scope e ramazze ed hanno reso fruibile un incredibile spazio verde nel cuore della città, in uno dei quartieri più affogati dalle costruzioni. Con entusiasmo e determinazione, sostenuti da migliaia di altri cittadini, hanno riqualificato ciò che, fino al giorno prima, l’amministrazione comunale aveva mantenuto in uno stato di squallore, di abbandono e di degrado.

Ovviamente, una volta che i cittadini si sono auto organizzati, l’amministrazione comunale, giustamente umiliata, è corsa ai ripari o almeno così ha fatto credere. Dopo la solita processione di tutti i candidati sindaci accorsi a proferire la loro disponibilità a sostenere le istanze degli occupanti, l’amministrazione ha deciso di prendere atto della propria inettitudine e di intervenire prima con una velata minaccia di sgombero, poi subito rimpiazzata da una presa d'atto di carattere tecnico per la messa in sicurezza urgente di alcuni spazi e, al contempo, da una pelosa ostentazione di tolleranza nei confronti delle attività degli occupanti (tra cui skate park, palestra sociale, ciclofficina, sala concerti, libreria e spazi culturali, attività sociali di vario genere).

Va detto, perchè il lettore sappia, che queste esperienze, in altre parti d’Europa, hanno prodotto delle cose estremamente significative che oggi sono considerate forme di espressione di una avanguardia di pensiero sociologico, urbanistico, politico e culturale assolutamente di punta.

Anche per questo, ma non solo, al MoVimento 5 Stelle questo modus operandi dei cittadini che hanno preso in carico l’ex caserma Rossani piace molto, perché è l’esempio lampante di come, quando i cittadini si attivano, hanno il potere di fare grandi cose, di indicare percorsi, obiettivi e soluzioni, molto spesso con risorse di gran lunga inferiori a quelle che le pubbliche amministrazioni intendono spendere. E probabilmente, con una consultazione popolare che va sollecitata, ci sarebbe anche il sostegno e l’adesione documentata da parte dei cittadini di tutta la zona, ad un progetto che intende fare di tale spazio, da un lato un parco aperto ai cittadini e dall’altro un luogo dove poter esprimere interessi e attività.

Siamo certi che non si possa ancora mettere la parola fine alla vicenda della Rossani ma questo è il primo passo, fermo e saldo, a cui bisogna far seguire altri nella stessa prospettiva, nel rispetto degli interessi della città e dei suoi cittadini, contro le solite logiche dei partiti e delle lobby che loro rappresentano.



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