Da
un’indagine svolta da Legambiente nel 2013, Bari è al 73mo posto su 86 Comuni
in riferimento alla qualità dell’edilizia scolastica con l’unica
consolazione di un quarto posto nella graduatoria in negativo per i rischi. Ma,
il viaggio nelle schede tecniche delle scuole baresi è inquietante perché la
maggior parte degli edifici – inbase a una verifica sui dati forniti nel 2011 – non ha certificati di
staticità, di conformità degli impianti, di valutazione rischi e di agibilità.
Eppure, la Legge del 9 agosto 2013 n.98, in
materia di "Disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia",
offriva alle Regioni considerevoli finanziamenti per misure urgenti in materia
di messa in sicurezza degli istituti scolastici; infatti, la Puglia
avrebbe potuto disporre di 12 milioni di euro da distribuire secondo una
graduatoria redatta in base alle richieste dei Comuni e delle Province.
Però, tra le
120 scuole pugliesi ammesse a tali finanziamenti, non compare nessun istituto
barese. Le uniche due domande inoltrate dal Comune di Bari non sono state
valutate ammissibili per mancanza della documentazione richiesta. Com'è possibile che il Comune di Bari non sia stato in
grado di compilare in maniera adeguata una domanda di tale importanza e
che ne abbia inoltrate soltanto 2? La
Legge era del 9 agosto con scadenza del bando il 15 settembre; forse la scuola
pubblica non merita attenzione durante le vacanze estive? Eppure in agosto il
Comune, quando vuole, riesce a deliberare in materia di "urgenze scolastiche".
Infatti, il 1/8/2011, con delibera n.458, la Giunta
Emiliano ha azzerato il fondo destinato al potenziamento degli asili nido
comunali; in previsione vi era lo stanziamento di 297.000 euro per gli asili
pubblici e di 112.000 per i privati, ma il Comune ha deciso di concedere tutti i 400.000 Euro ai privati. Bari
ha più di 300.000 abitanti e soli 6 asili nido pubblici. La Giunta, in 10 anni
di amministrazione, non è stata in grado di aumentare realmente né il numero
degli asili, né i servizi in quelli esistenti.
La Tana del
Ghiro di San Pasquale, pubblicizzato
come il settimo asilo è, in realtà, soltanto il necessario mantenimento di
un servizio dovuto alla chiusura di Argenti, un asilo comunale che
era presente a Carrassi; mentre il famoso Asilo di San Pio,
costruito e abbandonato a se stesso dal 2008, è stato “parzialmente” aperto con
un bando uscito fuori tempo massimo ad ottobre 2013. Da molti anni, nel
quartiere Stanic, i residenti attendono la costruzione della Scuola materna ed
elementare promesse al "Villaggio del Lavoratore" e già finanziate.
Come se non
bastasse, l'attuale amministrazione, oltre a privare in vari modi la scuola
pubblica di finanziamenti vitali, ha anche la consuetudine di sottrarle spazi
con le motivazioni più disparate. A maggio 2013 si è discusso della sottrazione
di 3 aule alla scuola media San Nicola, svuotata dalla dispersione scolastica,
bisognosa di politiche di intervento mirato per far sopravvivere, ad ogni
costo, un presidio di democrazia e legalità nella città vecchia; sono in molti
ad opporsi, tante le proposte per consentire a quelle aule vuote di riempirsi
di bambini o di giovani adulti, ma nessuno viene ascoltato, non la preside De
Franceschi, non il Dirigente dell'ufficio scolastico regionale. Nel caso della
scuola Mazzini il problema è opposto; la scuola è troppo piena e chiede la
restituzione di alcuni ambienti “ceduti” con una convenzione alla vicina
parrocchia; la diatriba è ancora in corso. Nel 2012 rischia la chiusura anche la
Carlo del Prete ma fortunatamente la mobilitazione delle famiglie ha bloccato
l'attuazione dell'insano progetto.
L’attuale
amministrazione si fregia del progetto da 62 milioni di euro per montare
pannelli fotovoltaici in 120 scuole di pertinenza comunale; peccato che in
alcuni casi le scuole in questione non abbiano neanche il certificato di
agibilità e di staticità, e presentino crepe, infissi datati e infiltrazioni
d’acqua.
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