martedì 8 maggio 2012

Vivere con 1000 euro al mese, fino a quando?

Raffaele B., 33 anni, ha una famiglia: un figlio, appena nato e una moglie. 
«Io mi sono laureato in Scienze Ambientali. Mia moglie in Scienze Politiche, specializzandosi nella comunicazione d'impresa». Ma, al momento, «io sono l'unico che lavora, e lo faccio da consulente aziendale per le certificazioni», guardando ai sistemi di gestione. Lui, spiega, ha dovuto adattarsi e cercare un lavoro diverso da quello per cui ha studiato. «Ma non importa. Il lavoro ce l'ho, la paga è poca, ma almeno l'abbiamo». 

È a tempo indeterminato? 
«No, non ancora. Ma sembra che le cose si mettano in quella direzione». Raffaele rimane ottimista: prende in tutto mille euro, monoreddito, con un figlio nato da poco. Eppure, «sono di buon umore, la nascita di un figlio cambia la vita. Le cose appaiono diverse, con una prospettiva», spiega. «I sacrifici che prima facevo per arrivare a fine mese, ora hanno un senso». Ma con un figlio ecco anche più spese: medicine, pannolini, vestiti e altre cose di ogni tipo. Certo, Raffaele non esce da tempo con amici e fare economia resta una corsa contro il tempo. Contro le bollette, l'affitto. Contro la possibilità di contrarre mutui. «Ma dover tirare a campare può anche aprire la mente».

In che senso? 
«Nel senso che così ti arrabatti, cerchi nuove idee per raggranellare qualche soldo». Lui, al momento, di idee ne ha tante, ma non ne ha ancora messa in piedi nessuna. Tra un salto e l'altro, denunce e spese, incombono le nuove tasse del governo. «Le tasse? E cosa ci posso fare? Le pagherò». Mescola rassegnazione e pragmatismo. Ma non lamentele: «Se ti lamenti — spiega — perdi tempo, e non concludi niente. E da concludere, in queste condizioni, c'è molto». 

Raffaele è giovane, laureato e vuole restare in Italia. 
«Non abbiamo considerato l'idea di cambiare Paese. I soldi che abbiamo racimolato li abbiamo spesi nel matrimonio e nel pagare alcuni conti, non per preparare un trasferimento. E poi, se si deve tirare a campare...». Questo e' quello che dobbiamo subire per l'inefficienza e l'incapacità di una classe politica che non e' stata in grado di fare gli interessi dei cittadini ma solo di partiti e lobby, ma fino a quando abbiamo deciso di sopportare tutto questo? Il tempo e' scaduto, ai cittadini l'unica cosa che gli e' rimasta e' la dignità ed e' proprio alla nostra dignità che dobbiamo far appello per cambiare questa nazione e se non lo vogliamo farlo per noi, facciamolo almeno per i nostri figli e nipoti. Loro non si arrenderanno mai (noi neppure) ma gli conviene?


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