di Giuseppe B.
Ciao a tutti, sabato abbiamo organizzato un gazebo informativo in via Sparano a Bari. Chi segue questo blog sa di cosa parlo, per chi invece è alla prima lettura ecco un breve riassunto:
Come attivista del MoVimento 5 Stelle di Bari ho partecipato ad una campagna informativa sul canone Rai, che si ripeterà anche sabato 26 (pioggia permettendo).
Iniziative del genere sono semplici, chiare e trasparenti ma soprattutto senza doppi fini. Insieme ad altri 12 attivisti, abbiamo informato i passanti della possibilità di non contribuire al pagamento del canone rai se non si utilizza più la televisione. Un’operazione valida per chi ormai si informa in rete e non segue più programmi televisivi. L’iniziativa è piaciuta molto, tanta gente ha voluto conoscerci per esporci punti di vista e domande riguardanti il canone Rai e la politica locale. Polizia municipale e giornalisti hanno fatto visita alla nostra postazione, incuriositi da questo nuovo modo di fare informazione. Noi ovviamente abbiamo invitato tutti a seguirci in rete perché è dalla rete che partono le nostre iniziative. Questa esperienza è servita per conoscere ed informare tanta gente.
Come attivista mi ritengo soddisfatto, voglio contribuire a ricevere e dare questo tipo di informazioni. Vi invito a leggere questo articolo ed a visionare la fotogallery. Un saluto.
mercoledì 23 novembre 2011
lunedì 21 novembre 2011
L’inquinamento non si risolve con una multa
di Davide D.
Secondo voi una persona economicamente benestante che automobile possiede? Difficile indovinare marca e modello, però possiamo intuire una cosa: le persone con un reddito medio-alto tendono ad acquistare veicoli nuovi o comunque non troppo datati. È quindi facile l’intuizione contraria: le persone che non hanno un reddito alto, circolano con automobili più vecchie perché probabilmente non possiedono denaro a sufficienza per comprare un’auto nuova.
Ben 5 anni fa a Bari c’era un’ordinanza sindacale (stesso sindaco di oggi) che impediva nei giorni dispari il transito in città di veicoli immatricolati prima dell’anno 1993. Scopo di questa ordinanza: ridurre l’inquinamento in città. Ed è proprio nel 2006 che io, non conoscendo questa regola, ricevetti giustamente una multa di 71 euro (immagine allegata)perché possedevo una fiat panda del 1988.
Precisiamo: lo scopo di questa ordinanza era sicuramente nobile. Ridurre l’inquinamento è sempre cosa buona e giusta. Mi sento però in dovere di criticare tre aspetti di questa regola comunale:
in primis: se la volontà del comune è quella di non far circolare le auto, i vigili urbani devono appostarsi prima della zona non percorribile e non dopo, prevenendo così la trasgressione. Nel mio caso invece le forze dell’ordine erano all’interno della zona non percorribile. In sostanza: se i vigili “permettono” di trasgredire, lo scopo della legge diventa immediatamente vano e la legge stessa si trasforma quasi in un pretesto per elargire multe. Prevenire la trasgressione (quando possibile) è importante.
Secondo aspetto da valutare: Come ho premesso, i possessori di auto vecchie sono persone con reddito medio- basso, multarle quindi con 71 euro mi sembra un’esagerazione. I poveri diventano sempre più poveri, i ricchi non vengono minimamente scalfiti.
In ultimo: Se analizziamo oggi a 5 anni di distanza la nostra città, possiamo notare come il problema dell’inquinamento non sia stato risolto. Anzi, la situazione direi che si è completamente ribaltata: ora abbiamo diversi parcheggi in centro laddove era vietata la circolazione. Quindi adesso dobbiamo circolare per parcheggiare l’auto. Ovviamente il risultato è “più inquinamento per tutti”.
Come si risolve quindi il problema dell’inquinamento da auto? Eliminando le auto.
Bisogna potenziare i mezzi pubblici, usare veicoli ad emissioni zero, potenziare le piste ciclabili. L’inquinamento non si risolve con una multa.
Secondo voi una persona economicamente benestante che automobile possiede? Difficile indovinare marca e modello, però possiamo intuire una cosa: le persone con un reddito medio-alto tendono ad acquistare veicoli nuovi o comunque non troppo datati. È quindi facile l’intuizione contraria: le persone che non hanno un reddito alto, circolano con automobili più vecchie perché probabilmente non possiedono denaro a sufficienza per comprare un’auto nuova.
Ben 5 anni fa a Bari c’era un’ordinanza sindacale (stesso sindaco di oggi) che impediva nei giorni dispari il transito in città di veicoli immatricolati prima dell’anno 1993. Scopo di questa ordinanza: ridurre l’inquinamento in città. Ed è proprio nel 2006 che io, non conoscendo questa regola, ricevetti giustamente una multa di 71 euro (immagine allegata)perché possedevo una fiat panda del 1988.
Precisiamo: lo scopo di questa ordinanza era sicuramente nobile. Ridurre l’inquinamento è sempre cosa buona e giusta. Mi sento però in dovere di criticare tre aspetti di questa regola comunale:
in primis: se la volontà del comune è quella di non far circolare le auto, i vigili urbani devono appostarsi prima della zona non percorribile e non dopo, prevenendo così la trasgressione. Nel mio caso invece le forze dell’ordine erano all’interno della zona non percorribile. In sostanza: se i vigili “permettono” di trasgredire, lo scopo della legge diventa immediatamente vano e la legge stessa si trasforma quasi in un pretesto per elargire multe. Prevenire la trasgressione (quando possibile) è importante.
Secondo aspetto da valutare: Come ho premesso, i possessori di auto vecchie sono persone con reddito medio- basso, multarle quindi con 71 euro mi sembra un’esagerazione. I poveri diventano sempre più poveri, i ricchi non vengono minimamente scalfiti.
In ultimo: Se analizziamo oggi a 5 anni di distanza la nostra città, possiamo notare come il problema dell’inquinamento non sia stato risolto. Anzi, la situazione direi che si è completamente ribaltata: ora abbiamo diversi parcheggi in centro laddove era vietata la circolazione. Quindi adesso dobbiamo circolare per parcheggiare l’auto. Ovviamente il risultato è “più inquinamento per tutti”.
Come si risolve quindi il problema dell’inquinamento da auto? Eliminando le auto.
Bisogna potenziare i mezzi pubblici, usare veicoli ad emissioni zero, potenziare le piste ciclabili. L’inquinamento non si risolve con una multa.
venerdì 18 novembre 2011
Dalla tv di stato al servizio pubblico
COMUNICATO STAMPA - DALLA TV DI STATO AL SERVIZIO PUBBLICO
Le proposte di riforma del Movimento 5 Stelle di Bari
Il Movimento 5 Stelle di Bari, sabato 19 novembre dalle 17:00 alle 20:30, allestirà un gazebo in via Sparano (palazzo Mincuzzi) per divulgare le idee di una seria riforma del sistema televisivo nazionale.
Le proposte di riforma del Movimento 5 Stelle di Bari
Il Movimento 5 Stelle di Bari, sabato 19 novembre dalle 17:00 alle 20:30, allestirà un gazebo in via Sparano (palazzo Mincuzzi) per divulgare le idee di una seria riforma del sistema televisivo nazionale.
Una proposta è quella di un canone a costo variabile per un solo servizio pubblico, senza pubblicità, indipendente dai partiti, in stile britannico.
La Rai viola continuamente le norme sulla pluralità dell’informazione offrendo larghi spazi al Governo e ad alcune forze politiche, censurandone altre, come ribadito anche dall'Autorità per le garanzia nelle comunicazioni.
Per manifestare il rifiuto a questa Rai lottizzata, e ad un sistema televisivo che non garantisce né il pluralismo, né ha mai risolto il problema del conflitto di interessi, il M5S invita a spegnere il televisore, suggerendo come disdire legalmente il canone Rai (in quanto soltanto tassa di possesso), e accendere il cervello in rete per un'informazione consapevole che sta alla base di un'autentica partecipazione attiva alla vita politica.
L'appuntamento si replicherà anche sabato 26 Novembre.
Email: info@bari5stelle.it
Consulta il nostro materiale
giovedì 17 novembre 2011
Il MoVimento incontra la città
Venite a trovarci Sabato 19 e Sabato 26 Novembre in Via Sparano (di fronte palazzo Mincuzzi).
Saremo presenti con il nostro gazebo, parleremo di informazione e televisione pubblica, e vi daremo indicazioni su come si può disdire legalmente il canone RAI (date un'occhiata alla pagina Iniziative).
E soprattutto, saremo disponibili a farci conoscere e parlarvi delle nostre idee e delle nostre proposte. E del perchè ogni cittadino dovrebbe mettersi in movimento!
Qui l'evento facebook.
Saremo presenti con il nostro gazebo, parleremo di informazione e televisione pubblica, e vi daremo indicazioni su come si può disdire legalmente il canone RAI (date un'occhiata alla pagina Iniziative).
E soprattutto, saremo disponibili a farci conoscere e parlarvi delle nostre idee e delle nostre proposte. E del perchè ogni cittadino dovrebbe mettersi in movimento!
Qui l'evento facebook.
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martedì 15 novembre 2011
Contorsionismi indifferenziati
di Francesco Peroni
Che il tema della raccolta differenziata non fosse il punto forte del Presidente, si sapeva già. Se provate a googlare insieme parole come "Vendola" e "differenziata", vi troverete di fronte ad un elenco infinito di proclami che mai si sono tradotti in fatti concreti.
Dopo sei anni di Governo del leader nazionale di "Sinistra, Ecologia e Libertà", infatti, la quota di differenziata in Puglia si attesta nel corrente anno ad un misero 18%, ovvero abbondantemente sotto qualsiasi soglia minima nazionale ed europea.
L'ultima iniziativa riguarda l'introduzione di una eco-tassa, che dovrebbe avere l'effetto di aumentare la TARSU nei comuni non virtuosi, ovvero in quei comuni che non adottano sufficienti misure per incentivare la raccolta differenziata.
Responsabilizzazione degli amministratori comunali e incentivazioni ai cittadini che differenziano. Sembra la strada giusta.
Poi però, sempre googlando, ti accorgi che la regione ha bandito la gara per l'affidamento del servizio di gestione dell'impianto complesso per trattamento RSU, e cioè quell'impianto dove i rifiuti urbani indifferenziati vengono biostabilizzati e convertiti in CDR, ovvero il famigerato Combustibile da Rifiuti che brucia negli inceneritori per produrre energia elettrica.
E qui il contorsionismo vendoliano si manifesta in tutto il suo splendore.
Affinchè gli impianti di stabilizzazione appaltati siano remunerativi per i privati che partecipano al bando, infatti, i comuni dell'ATO BA/5 interessati devono garantire un conferimento giornaliero di 470 tonnellate al giorno di rifiuti.
E non chiamateci complottisti, perchè questo è scritto testualmente nella risposta da parte della Regione al quesito n.14: "il riferimento al solo trattamento dei rifiuti solidi urbani nella misura di 470 t/g che devono essere obbligatoriamente conferiti dai Comuni".
Tale quota, inoltre, è esattamente quella attualmente prodotta nell'ATO in questione (leggi qui).
Quindi da un lato la Regione incentiva la raccolta differenziata "minacciando" di aumentare le tasse ai comuni che non riusciranno ad aumentarne le percentuali, dall'altro li obbliga a produrre nei prossimi 15 anni la stessa quantità di rifiuti indifferenziati per non andare incontro al pagamento di penali.
Quindi quella che dovrebbe essere l'equazione "più differenziata, più vantaggi", si trasforma in un paradossale "più differenziata, più costi"!
La geniale trovata ha scatenato lo sconcerto degli amministratori dei comuni interessati e dei comitati, come qui, qui, qui, qui.... e tante e tante altre, tra cui aggiungeremmo, anche quei grillini del PD .
Insomma, per usare le parole dell'ex Assessore all'ambiente del Comune di Mola di Bari, Pietro Santamaria: "Se ci sono delle norme e degli obiettivi di raccolta differenziata a livello comunitario, nazionale e regionale, perché capovolgere completamente la situazione e obbligare i cittadini a consegnare, comunque, un quantitativo di tal quale? Sembra che non si guardi agli obiettivi di sostenibilità, ma piuttosto ad assicurare all’imprenditore un quantitativo tale che gli garantisca il ritorno economico. "
In questo post non scopriamo nulla di nuovo, ma vogliamo mettere ancora una volta in luce le politiche acrobatiche dell'ecologista Nichi, che da un lato coltiva le sue ambizioni elettorali nazionali a colpi di proclami, e dall'altro ammicca ai grandi gruppi imprenditoriali che fanno business a colpi di rifiuti indifferenziati ed inceneritori.
p.s. Proponiamo ai lettori un compitino da svolgere a casa: Di quale gruppo parliamo? Eccovi un aiutino!
Che il tema della raccolta differenziata non fosse il punto forte del Presidente, si sapeva già. Se provate a googlare insieme parole come "Vendola" e "differenziata", vi troverete di fronte ad un elenco infinito di proclami che mai si sono tradotti in fatti concreti.
Dopo sei anni di Governo del leader nazionale di "Sinistra, Ecologia e Libertà", infatti, la quota di differenziata in Puglia si attesta nel corrente anno ad un misero 18%, ovvero abbondantemente sotto qualsiasi soglia minima nazionale ed europea.
L'ultima iniziativa riguarda l'introduzione di una eco-tassa, che dovrebbe avere l'effetto di aumentare la TARSU nei comuni non virtuosi, ovvero in quei comuni che non adottano sufficienti misure per incentivare la raccolta differenziata.
Responsabilizzazione degli amministratori comunali e incentivazioni ai cittadini che differenziano. Sembra la strada giusta.
Poi però, sempre googlando, ti accorgi che la regione ha bandito la gara per l'affidamento del servizio di gestione dell'impianto complesso per trattamento RSU, e cioè quell'impianto dove i rifiuti urbani indifferenziati vengono biostabilizzati e convertiti in CDR, ovvero il famigerato Combustibile da Rifiuti che brucia negli inceneritori per produrre energia elettrica.
E qui il contorsionismo vendoliano si manifesta in tutto il suo splendore.
Affinchè gli impianti di stabilizzazione appaltati siano remunerativi per i privati che partecipano al bando, infatti, i comuni dell'ATO BA/5 interessati devono garantire un conferimento giornaliero di 470 tonnellate al giorno di rifiuti.
E non chiamateci complottisti, perchè questo è scritto testualmente nella risposta da parte della Regione al quesito n.14: "il riferimento al solo trattamento dei rifiuti solidi urbani nella misura di 470 t/g che devono essere obbligatoriamente conferiti dai Comuni".
Tale quota, inoltre, è esattamente quella attualmente prodotta nell'ATO in questione (leggi qui).
Quindi da un lato la Regione incentiva la raccolta differenziata "minacciando" di aumentare le tasse ai comuni che non riusciranno ad aumentarne le percentuali, dall'altro li obbliga a produrre nei prossimi 15 anni la stessa quantità di rifiuti indifferenziati per non andare incontro al pagamento di penali.
Quindi quella che dovrebbe essere l'equazione "più differenziata, più vantaggi", si trasforma in un paradossale "più differenziata, più costi"!
La geniale trovata ha scatenato lo sconcerto degli amministratori dei comuni interessati e dei comitati, come qui, qui, qui, qui.... e tante e tante altre, tra cui aggiungeremmo, anche quei grillini del PD .
Insomma, per usare le parole dell'ex Assessore all'ambiente del Comune di Mola di Bari, Pietro Santamaria: "Se ci sono delle norme e degli obiettivi di raccolta differenziata a livello comunitario, nazionale e regionale, perché capovolgere completamente la situazione e obbligare i cittadini a consegnare, comunque, un quantitativo di tal quale? Sembra che non si guardi agli obiettivi di sostenibilità, ma piuttosto ad assicurare all’imprenditore un quantitativo tale che gli garantisca il ritorno economico. "
In questo post non scopriamo nulla di nuovo, ma vogliamo mettere ancora una volta in luce le politiche acrobatiche dell'ecologista Nichi, che da un lato coltiva le sue ambizioni elettorali nazionali a colpi di proclami, e dall'altro ammicca ai grandi gruppi imprenditoriali che fanno business a colpi di rifiuti indifferenziati ed inceneritori.
p.s. Proponiamo ai lettori un compitino da svolgere a casa: Di quale gruppo parliamo? Eccovi un aiutino!
venerdì 11 novembre 2011
Rispettare le regole per aiutare la democrazia
di Davide D.
Per un cittadino conoscere e rispettare leggi e regolamenti non è sempre un impresa facile. Ci capita in maniera più o meno forzata di trasgredire delle regole, magari quando parcheggiamo l’automobile in divieto di sosta oppure quando usciamo da un negozio senza aver richiesto lo scontrino fiscale. Sono entrambe situazioni che possono capitare. È giusto precisare che quando parcheggiamo in divieto di sosta probabilmente lo facciamo perché non abbiamo alternativa data l’assenza di posti auto regolari (i baresi ne sanno qualcosa). Con una multa sul parabrezza, ricorrere al Giudice di Pace ci costa anche 38 euro. Siamo sotto scacco. Fortunatamente però abbiamo dei dipendenti pubblici che hanno il compito di garantire il rispetto delle regole. Si chiamano forze dell’ordine. Si, perché dobbiamo metterci in testa che rispettare le regole è l’unico modo per aiutare la democrazia. Girando per Bari mi è capitato di vedere vigili urbani in sintonia con parcheggiatori abusivi e conducenti di autobus che utilizzano il cellulare mentre guidano (però un cartello dice che è severamente vietato parlare al conducente). Mi soffermo su una cosa in particolare, importante non per la sua gravità ma per la sua cadenza quasi giornaliera: i portalettere che non rispettano il codice della strada. Alcuni dipendenti delle poste infatti svolgono giornalmente il loro lavoro su un motorino senza indossare il casco (obbligatorio per legge) e senza rispettare i sensi di marcia di alcune vie (qui il video http://www.youtube.com/watch?v=7AWYn-eQLEk). Avrò visto questa scena decine di volte a Bari e provincia, ma non ho mai visto nessun vigile prendere provvedimenti nei confronti dei trasgressori. È un’ingiustizia nei confronti dei cittadini ed è anche un paradosso, dato che il sindaco di Bari spesso promuove campagne sulla sicurezza stradale proprio regalando caschi con il marchio “comune di bari”. Il mancato utilizzo del casco non è solo una regola non rispettata, infatti se un portalettere si trovasse coinvolto in un incidente stradale, sarebbero i cittadini a pagarne i danni perché non dimentichiamoci che poste italiane è un ente pubblico, ed ogni cosa pubblica è pagata dai cittadini. Ci sono addirittura gruppi facebook dedicati ai postini (http://www.facebook.com/pages/Postino/47701066111) che hanno come immagine proprio un portalettere in moto con il casco slacciato (quindi fuorilegge). In un paese civile le regole permettono di organizzare la convivenza sociale. Rispettiamole e facciamole rispettare.
Per un cittadino conoscere e rispettare leggi e regolamenti non è sempre un impresa facile. Ci capita in maniera più o meno forzata di trasgredire delle regole, magari quando parcheggiamo l’automobile in divieto di sosta oppure quando usciamo da un negozio senza aver richiesto lo scontrino fiscale. Sono entrambe situazioni che possono capitare. È giusto precisare che quando parcheggiamo in divieto di sosta probabilmente lo facciamo perché non abbiamo alternativa data l’assenza di posti auto regolari (i baresi ne sanno qualcosa). Con una multa sul parabrezza, ricorrere al Giudice di Pace ci costa anche 38 euro. Siamo sotto scacco. Fortunatamente però abbiamo dei dipendenti pubblici che hanno il compito di garantire il rispetto delle regole. Si chiamano forze dell’ordine. Si, perché dobbiamo metterci in testa che rispettare le regole è l’unico modo per aiutare la democrazia. Girando per Bari mi è capitato di vedere vigili urbani in sintonia con parcheggiatori abusivi e conducenti di autobus che utilizzano il cellulare mentre guidano (però un cartello dice che è severamente vietato parlare al conducente). Mi soffermo su una cosa in particolare, importante non per la sua gravità ma per la sua cadenza quasi giornaliera: i portalettere che non rispettano il codice della strada. Alcuni dipendenti delle poste infatti svolgono giornalmente il loro lavoro su un motorino senza indossare il casco (obbligatorio per legge) e senza rispettare i sensi di marcia di alcune vie (qui il video http://www.youtube.com/watch?v=7AWYn-eQLEk). Avrò visto questa scena decine di volte a Bari e provincia, ma non ho mai visto nessun vigile prendere provvedimenti nei confronti dei trasgressori. È un’ingiustizia nei confronti dei cittadini ed è anche un paradosso, dato che il sindaco di Bari spesso promuove campagne sulla sicurezza stradale proprio regalando caschi con il marchio “comune di bari”. Il mancato utilizzo del casco non è solo una regola non rispettata, infatti se un portalettere si trovasse coinvolto in un incidente stradale, sarebbero i cittadini a pagarne i danni perché non dimentichiamoci che poste italiane è un ente pubblico, ed ogni cosa pubblica è pagata dai cittadini. Ci sono addirittura gruppi facebook dedicati ai postini (http://www.facebook.com/pages/Postino/47701066111) che hanno come immagine proprio un portalettere in moto con il casco slacciato (quindi fuorilegge). In un paese civile le regole permettono di organizzare la convivenza sociale. Rispettiamole e facciamole rispettare.
giovedì 10 novembre 2011
SuperVendola
Dal blog di Beppe:
"Io non ho nulla contro Vendola, semplicemente non mi va di essere stato preso in giro (non sarà purtroppo l'ultima volta...). Prima delle elezioni regionali del 2010 Vendola chiese il sostegno del MoVimento 5 Stelle (che non si presentava in Puglia) in un video. Mi telefonò. Fece delle promesse puntuali sull'acqua pubblica. Dopo quasi un anno la gestione dell'acqua è ancora privata, gestita da una SpA. Le scuse stanno a zero e con il suo linguaggio tra il pretesco e il barocco, talvolta supercazzolaro, Nichi nega per ammettere e ammette per negare.
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