giovedì 17 ottobre 2013

Cultura, Bari è all'anno zero

Il 14 ottobre a Bari si è tenuto un incontro pubblico sui temi delle politiche culturali in cui Michele Emiliano ha scelto come interlocutore di riferimento la Fedac (Federazione delle Associazioni per la Cultura), organizzazione sorta e cresciuta proprio all’ombra della gestione “personalistica” della cultura cittadina da parte del sindaco. In un teatrale gioco delle parti la Fedac ha denunciato lo stato di degrado in cui versa la cultura a Bari e il sindaco ha creduto bene di riconoscere la funzione autorevole e propositiva dell’associazione, fino addirittura ad ipotizzarne un ruolo come fulcro di un rinnovato “assessorato alla Cultura”. La realtà è che il degrado assoluto della cultura a Bari non è per niente casuale o frutto del fato avverso. È il preciso risultato della politica di Michele Emiliano che all’epoca in cui era presidente del Teatro Petruzzelli volle cancellare lo stesso assessorato alla Cultura per poter destinare il 100% delle risorse alla gestione del politeama cittadino. Tale scelta si è, in realtà, rivelata fallimentare per la rinascita culturale della nostra città e fatto ancor più grave che, anche dopo tale situazione, Emiliano ha continuato a ricoprire il doppio incarico di sindaco-assessore, continuando tra l'altro ad utilizzare le risorse economiche per la cultura senza alcun preciso progetto. L’uso scriteriato dei già scarsi fondi ci ha consegnato una città con teatri chiusi o in agonia, operatori e attività ultradecennali prostrate dall’incertezza del futuro, circoscrizioni private anche della sola possibilità di ipotizzare attività culturali decentrate. Dall’altra parte solo un mare di promesse spesso velleitarie e mai mantenute. Ciò premesso, l’incontro del sindaco con la FEDAC, sembra essere l'ennesima ricerca di consenso in vista delle prossime scadenze elettorali. Tale modo di gestire la Res-Publica indubbiamente penalizza gli operatori culturali che autonomamente si adoperano da decenni cercando di affermare il loro diritto ad un’attività in condizioni di libertà di espressione senza per'altro dover appartenere o dipendere da questo o quel “CIRCOLO CULTURALE”. E' bene ricordare che i molti giovani artisti, il cui entusiasmo e buona fede sono stati negli ultimi anni tanto spesso traditi, iniziano ad essere insofferenti a tali dinamiche che, inevitabilmente, li porterebbe ad un totale disimpegno nella creazioni di attività culturali nel nostro comune.

Il nostro appello alla cittadinanza è di pretendere una democratica e partecipata programmazione e gestione delle politiche culturali nell’interesse della città di Bari.


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