Il 14 ottobre a Bari si è tenuto un incontro pubblico sui
temi delle politiche culturali in cui Michele Emiliano ha scelto come
interlocutore di riferimento la Fedac (Federazione delle Associazioni per la
Cultura), organizzazione sorta e cresciuta proprio all’ombra della gestione
“personalistica” della cultura cittadina da parte del sindaco. In un teatrale
gioco delle parti la Fedac ha denunciato lo stato di degrado in cui versa la
cultura a Bari e il sindaco ha creduto bene di riconoscere la funzione autorevole
e propositiva dell’associazione, fino addirittura ad ipotizzarne un ruolo come
fulcro di un rinnovato “assessorato alla Cultura”. La realtà è che il degrado
assoluto della cultura a Bari non è per niente casuale o frutto del fato
avverso. È il preciso risultato della politica di Michele Emiliano che
all’epoca in cui era presidente del Teatro Petruzzelli volle cancellare lo
stesso assessorato alla Cultura per poter destinare il 100% delle risorse alla
gestione del politeama cittadino. Tale scelta si è, in realtà, rivelata
fallimentare per la rinascita culturale della nostra città e fatto ancor più
grave che, anche dopo tale situazione, Emiliano ha continuato a ricoprire il
doppio incarico di sindaco-assessore, continuando tra l'altro ad utilizzare le risorse
economiche per la cultura senza alcun preciso progetto. L’uso scriteriato dei
già scarsi fondi ci ha consegnato una città con teatri chiusi o in agonia,
operatori e attività ultradecennali prostrate dall’incertezza del futuro,
circoscrizioni private anche della sola possibilità di ipotizzare attività
culturali decentrate. Dall’altra parte solo un mare di promesse spesso
velleitarie e mai mantenute. Ciò premesso, l’incontro del sindaco con la FEDAC,
sembra essere l'ennesima ricerca di consenso in vista delle prossime scadenze
elettorali. Tale modo di gestire la Res-Publica indubbiamente penalizza gli
operatori culturali che autonomamente si adoperano da decenni cercando di
affermare il loro diritto ad un’attività in condizioni di libertà di espressione
senza per'altro dover appartenere o dipendere da questo o quel “CIRCOLO
CULTURALE”. E' bene ricordare che i molti giovani artisti, il cui entusiasmo e
buona fede sono stati negli ultimi anni tanto spesso traditi, iniziano ad
essere insofferenti a tali dinamiche che, inevitabilmente, li porterebbe ad un
totale disimpegno nella creazioni di attività culturali nel nostro comune.
Il nostro appello alla cittadinanza è di pretendere una
democratica e partecipata programmazione e gestione delle politiche culturali
nell’interesse della città di Bari.
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