Fin dal 2015 abbiamo evidenziato quello che, molto probabilmente, si concretizzerà come il più grosso debito fuori bilancio che il Consiglio Comunale andrà a deliberare nei prossimi mesi.
Milioni di euro andati in fumo che potrebbero ricadere, inesorabilmente, sulla fiscalità di quella parte di baresi onesti che puntualmente si sottopongono al solito salasso avendo in contropartita servizi da terzo mondo.
La vicenda dei fitti non riscossi è grave e trova, verosimilmente, specifiche responsabilità.
Infatti, se le cause saranno attribuite alla mancanza di atti interruttivi e quindi sarà la prescrizione a concretizzare il debito di oltre venti milioni di euro, l’Amministrazione dovrebbe fin d’ora provvedere a porre in essere ogni utile atto per richiamare alle proprie responsabilità dirigenti ed assessori che negli ultimi anni si sono succeduti alla Ripartizione Patrimonio.
La gestione della Ripartizione Patrimonio ben rappresenta l’inefficienza dell’amministrazione.
A nulla sono serviti i contratti di informatizzazione con Svim Service prima ed Exprivia dopo (società queste delegate all’informatizzazione delle procedure comunali), protocolli siglati con Arca Puglia, acquisto di altri software e da ultimo la scelta di affidare all’esterno il servizio di riscossione e recupero.
Tutte pratiche fallimentari su un tema che probabilmente “scotta” e con l’alibi, forse, di un personale assegnato non adeguato al servizio come se tra le centinaia di dipendenti comunali non ci fossero una ventina di diligenti dipendenti.
Non è con l’esercizio della compilazione di decine di fogli e di rituali relazioni di servizio che si potevano o si possono risolvere le inefficienze della Ripartizione. Né tanto meno, queste ultime, possono servire a giustificare alcuno così come più volte la Corte dei Conti ha ricordato.
La vicenda, dunque, oltre che amministrativa è anche politica.
Si è voluto scegliere di mantenere uno standard gestionale di bassissimo profilo probabilmente nella consapevolezza che il “debito fuori bilancio” potrebbe investire direttamente qualcuno.
Pertanto abbiamo provveduto a richiedere copie delle relazioni che i revisori hanno redatto e trasmesso, ai sensi dell’art. 1 comma 166 della L. n. 266/2005, negli ultimi dieci anni, alla Corte dei Conti relativamente alla parte che attiene i fitti attivi non riscossi e relative spese condominiali, il “trend” storico delle riscossioni e le azioni che sono state poste in essere volte a far valere il recupero delle somme a credito vantate.
È giunto il tempo della verità? Avrà l’amministrazione il coraggio di comunicare il vero debito concretizzato? Qualcuno pagherà?
Aspettando queste risposte ed a futura memoria, vogliamo ricordare chi negli ultimi anni ha ricoperto sia a livello politico che dirigenziale la Ripartizione Patrimonio e da ultimo il nostro precedente articolo in cui richiamavamo una analoga vicenda conclusa con la condanna di sindaco, assessore e dirigente (sentenza Corte dei Conti della Regione Abruzzo del 4 giugno 2015 n. 57).
I Portavoce del MoVimento 5 Stelle al Comune di Bari
Sabino Mangano e Francesco Colella
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