Passano molto tempo al computer o con i videogiochi, spesso dispongono di
un telefonino già a sei anni, e hanno molte paure, a cominciare da quella di
essere vittime di violenze sessuali per gli adolescenti, o di essere rapiti per
i bambini. Ci sono poi aspetti che si perpetuano nel tempo: dai 7 ai 22 anni
sognano di diventare calciatori della nazionale (28,7%), però è anche vero che
praticamente più nessuno sogna di fare il pompiere (1,4% ma in aumento). Da
un Rapporto Nazionale sulla Condizione dell'Infanzia e
dell'Adolescenza emergono molti motivi di allarme.
A cominciare dalla povertà infantile, molti più diffusa in Italia che negli
altri Paesi europei: mentre in Europa è povero un bambino su cinque, in Italia
è a rischio uno su quattro. Poi c'è il bullismo, sempre più minaccioso. E per
gli adolescenti è allarme alcolismo. L'Italia primeggia in Europa per il
consumo di cocaina, anche giovanile. In generale, da questo rapporto emerge
anche una grande solitudine dei giovani, difficilmente colmabile con un
rapporto sempre più stretto con la Rete.
Il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, lancia una sorta di
appello agli adulti: "Dobbiamo considerare che questa generazione di
bambini non percepisce la maggior parte dei cambiamenti come novità, avendo
imparato a conviverci fin dalla nascita: parliamo di bambini abituati a
viaggiare, ad andare sulla Rete, a comunicare in modo nuovo, a incontrare anche
a scuola persone provenienti da altri Paesi. Sono invece gli adulti ad essere
spesso inadeguati al cambiamento e impreparati di fronte alle mutazioni in
atto. I bambini invece avrebbero bisogno di adulti mediatori, soprattutto a
fronte di ciò che non possono comprendere fino in fondo e soprattutto a fronte
delle emergenze che possono destabilizzare o mettere in pericolo la loro
infanzia". Lasciare i bambini soli davanti al computer a cercare le
risposte ai loro problemi non è una buona idea, ribadisce il presidente
dell'Eurispes Gian Maria Fara: "Le caratteristiche della Rete sono
contradditorie. Se da un lato è lo spazio dello scambio, della conoscenza,
dell'incontro, dall'altro rischia di essere un luogo di solitudine, di persone
che sole stanno davanti al proprio pc o al display del telefonino. La si
potrebbe definire una forma di 'socializzazione solitaria'".
Povertà: bambini a rischio anche nel ceto medio. Le ultime indagini sulla
povertà in Italia dimostrano che sono maggiormente in difficoltà le famiglie con
figli. E quindi i bambini poveri, o a rischio di povertà, non sono solo quelli
che vivono in casi conclamati di bisogno, ma anche quelli del ceto medio.
Secondo l'Eurispes l'"Italia è tra i Paesi Ue in cui è più alta la
percentuale di bambini che vivono in condizioni di precarietà (25%)". Però
ai casi più gravi si affiancano le situazioni sempre più diffuse di bambini del
ceto medio che non possono permettersi più quello che negli ultimi anni era
ritenuto normale: attività sportive, dieta ricca e variegata, gite scolastiche,
o la playstation.
Emergenza bullismo: ne è vittima un bimbo su quattro. Oltre un
quarto dei bambini, secondo il rapporto, afferma di essere stato ripetutamente
vittima di brutti scherzi (27,8%), provocazioni e prese in giro (26,6%) e
offese immotivate (25,6%). Il 17,6% è stato invece continuamente escluso e
isolato dal gruppo. Nel 13,5% dei casi i bambini riferiscono di aver subito
furti di oggetti o cibo (13,5%), percosse (11,5%), minacce (11,1%), ma anche
furti di denaro (4,7%). Sono soprattutto i maschi ad aver subito ripetutamente
minacce (15,4% contro il 7% delle bambine) e percosse (14,8% contro 8,2%),
provocazioni e/o prese in giro (29,5% contro 23,8%). Le bambine invece si
trovano con più frequenza a dover subire l'esclusione e l'isolamento dal gruppo
(20,2% contro il 14,9%). Il bullo è tra i coetanei.
Le paure più diffuse: rapimenti e violenze sessuali. La prima paura
dei bambini italiani (22,6%) è quella di essere rapito. Il 16,3% teme di essere
avvicinato da sconosciuti e il 16,2% di essere coinvolto in attentati
terroristici, il 13,9% di perdersi, il 13,5% di assistere a scene violente, il
12,6% di rimanere solo in casa e di essere picchiato da coetanei. Per quanto
riguarda gli adolescenti, la paura più frequente è quella di essere vittima di
violenze sessuali (17%), seguita dal timore di essere importunati da
sconosciuti (11%) e di essere rapiti (9,7%).
Quasi uno su due usa videogiochi violenti. Il 47,6% dei maschi
intervistati confessa di aver giocato con videogiochi inadatti. Sono i maschi
soprattuttto ad affermare di avere trascorso il proprio tempo con videogiochi
non adatti alla loro età (64,2% dei maschi contro il 31,6% delle femmine).
Oltre il 50% dei bimbi che 'trasgredisce' vive al Centro (53,6%) e nelle Isole
(52,1%).
Alcol: alcuni cominciano a 11 anni. Benché in Italia sia vietato
vendere alcolici a chi ha meno di 16 anni, oggi i ragazzi iniziano sempre più
spesso a bere alcolici già a 11 anni, contro una media europea che si attesta
intorno ai 13 anni. Il vero e proprio 'sballo' comincia pochi anni dopo,
comunque prima dei 16 anni. Secondo le statistiche dell'ISS (Istituto Superiore
di Sanità) citate dal rapporto sono 770.000 i giovani sotto i 16 anni che
consumano alcol. Il 75% beve il sabato sera: il 35,7% da 1 a 2 bicchieri, il
27,8% da 3 a 5 bicchieri, il 19% dai 6 bicchieri in su. Il sabato beve l'83%
dei ragazzi dai 16 ai 18 anni, il 67% di quelli dai 13 ai 15, il 66,7% di
quelli dai 19 ai 24. Il 20% si ubriaca durante il fine settimana. E c'è anche
la cocaina: significativo l'aumento, rispetto all'anno precedente, di
consumatori di oppiacei (+40%) e di cannabinoidi (+21%). I ragazzi dai 14 ai 15
anni consumano nel 77% dei casi cannabinoidi, nel 9% cocaina, nell'8% oppiacei.
Simile la situazione dei minori di 16-17 anni: l'81% consuma cannabinoidi, l'8%
cocaina, l'8% oppiacei.
Un telefonino per tutti. La maggioranza dei bambini italiani riceve
il primo telefonino tra gli 8 e i 9 anni (34,9%), mentre il 23,3% lo riceve tra
i 10 e gli 11 anni. Precoce il 17,6% dei piccoli, che ha ricevuto il telefonino
in un'età compresa tra i 6 e i 7 anni, mentre 'solo' il 10,1% dei bambini ha
avuto il cellulare prima dei 6 anni. E così il 57,5% degli italiani in erba ne
possiede uno personale, contro il 36,6% che non ne dispone ancora ma che, con
tutta probabilità, desidererebbe averlo.
I nostri figli vanno difesi e queste cifre devono essere ribaltate a loro
favore e ridisegnate da parte di noi genitori . Non possiamo assistere inermi a
tutto ciò. L'impegno della politica o del politico sarà quello di restituire ai
nostri figli il piacere del gioco, della risata, dello stare insieme, del
divertimento. Ogni fascia di età ha le sue problematiche, la scuola ha una
funzione educativa che deve aiutare i ragazzi nella direzione giusta dal punto
di vista didattico ed educativo: ma il gioco deve rimanere e deve diventare un
prerogativa dalla quale non si deve prescindere. Vogliamo una città dove
il gioco possa essere assicurato a tutti i bambini di tutti i quartieri della
città, vogliamo una ludoteca in ogni quartiere di Bari da Enziteto a Torre a
Mare, da Santo Spirito a Loseto, vogliamo spazi aperti in tutta la città,
parchi gioco. Il gioco è formativo non dimentichiamolo.
Dobbiamo seguire i nostri bambini perché sono loro il nostro futuro.
Vito Losacco
Candidato al Comune per il M5S
Sarebbe opportuno inserire la fonte da cui è tratto tutto l'articolo. I candidati per Decaro già vi stanno accusando di plagio
RispondiElimina