Parliamo di un “tunnel tecno-burocratico” del quale ancora non si vede la fine, relativo a Villa Giustiniani, altro luogo che rientra di diritto tra i siti da recuperare nella nostra città, localizzato all'incrocio tra via Fanelli e via Omodeo, meglio conosciuta come "La casa rossa".
Come molti sapranno, la stessa rappresenta una specie di “buco nero” del quartiere San Marcello – San Pasquale, dove tra l’altro i PIRP 2007/2013, così tanto annunciati e pubblicizzati, INSPIEGABILMENTE ancora oggi non hanno avuto inizio, nonostante la grancassa mediatica.
Si tratta di una joint venture tra pubblico e imprese private per la riqualificazione urbana e, per quanto riguarda la partecipazione economica pubblica, la cittadinanza ha il diritto di conoscere la situazione. Ci chiediamo come questo possa essere possibile, poichè crediamo che al momento dell’aggiudicazione dell’appalto tutte le garanzie previste siano state acquisite dal Comune rispetto alle Imprese.
Tornando a Villa Giustiniani, poche parole solo per dire che questa condizione meriterebbe di essere conosciuta davvero, stante la posizione della Pubblica Amministrazione nei confronti di alcuni suoi cittadini soccombenti dinanzi all’arroganza politica, tecnocratica, burocratica e amministrativa del Comune di Bari.
E’ bene ricordare che la mole di pratiche giudiziarie, causate da errori spesso evitabili da parte della P.A e che si abbattono sul malcapitato di turno, vengono pagate sempre dagli ignari cittadini attraverso le tasse (es. i numerosi debiti fuori bilancio presenti nell'ordine del giorno degli ultimi consigli comunali).
Tornando a Villa Giustiniani, questa storia (le cui origini si perdono nei primi anni ’60, nei quali gli ante causa degli attuali proprietari si sono visti espropriare praticamente tutta la zona con variazioni al volo dell’allora P.R.G., riducendo drasticamente e quasi affettando l’area di Villa Giustiniani), almeno per quanto riguarda oggi l’area e la villa, ha inizio nel 1980 con un’occupazione d’urgenza da parte del Comune per trasformare quel che era un giardino curato e una casa d’epoca in un parcheggio a raso che sarebbe finito dinanzi alla costruzione. Cosa non più attuata per il ritrovamento di un ipogeo di origini ebraico-cristiane.
Dopo oltre 6 anni il tutto è stato restituito ai proprietari in condizioni disastrate: sbancamento del terreno, abbattimento del vigneto e degli alberi da frutta, demolizione del muro di cinta perimetrale, smantellamento del cancello antico e delle colonne, lasciando il tutto alla mercè di vandali e di incivili. Ma il paradosso è che subito dopo sono iniziate a raffica le notifiche di ordinanze comunali con le quali si intimava ai proprietari di richiudere e di ripristinare lo status quo ante!
Il Comune, inoltre, notificava a più riprese, sempre ai proprietari, l’intenzione di acquisire l’area attraverso esproprio e ogni anno puntualmente il Comune e la Circoscrizione San Marcello nel proprio bilancio consuntivo hanno sempre inserito la voce “esproprio” con le somme da erogare per quest’area. Peraltro svariati sono i progetti comunali depositati per l’uso di questo luogo.
Inspiegabilmente in tutti gli incontri tra Comune, Circoscrizione, Movimenti Cittadini, ecc., non sono stati mai coinvolti direttamente i proprietari (spesso ignari di quel che accadeva) che chiedevano semplicemente che si perfezionasse l'iter previsto da anni ovvero l’esproprio puntualmente annunciato e mai eseguito.
Ragione per la quale i proprietari mai hanno potuto fare lavori, mettere a reddito o toccare quello che il Comune riteneva e ritiene già cosa sua, rimettendoci solo innumerevoli spese per il diserbo, taglio di alberi, pulizia del solaio, perizie, cause, ed altro.
Ragione per la quale i proprietari mai hanno potuto fare lavori, mettere a reddito o toccare quello che il Comune riteneva e ritiene già cosa sua, rimettendoci solo innumerevoli spese per il diserbo, taglio di alberi, pulizia del solaio, perizie, cause, ed altro.
Saltando tutta una serie di avvenimenti, arriviamo al 16 SETTEMBRE 2011.
Il Comune, nella persona del suo assessore dell’epoca Giannini, i legali rappresentanti delle Imprese coinvolte nel PIRP, tecnici comunali e rappresentanti dei proprietari firmavano un accordo nel quale questi ultimi cedevano tutta l’area sulla quale insiste Villa Giustiniani al prezzo di esproprio.
Tutto ciò, come al solito, dando enorme risalto alla notizia attraverso tutti i mass media.
Tutto ciò, come al solito, dando enorme risalto alla notizia attraverso tutti i mass media.
Peraltro gli eredi sono stati chiamati anche dal notaio di una delle imprese coinvolte per la consegna di tutti i documenti - anche in originale - per la firma del preliminare e, nonostante la consegna di tutta l’enorme documentazione, il tutto è rimasto nel vuoto totale, senza alcun esito.
Ad oggi, infatti, dopo oltre tre anni dall’accordo, nonostante i ripetuti solleciti ufficiali dei proprietari e le promesse e rassicurazioni avvenute nella sede comunale per una rapida e positiva definizione dell’annosa questione, nulla è accaduto.
Ancora una volta il Comune ha considerato carta straccia tale accordo, contravvenuto in ogni sua parte anche dalle imprese coinvolte.
Il 9 aprile 2014 gli eredi Di Cagno-Giustiniani inoltrarono comunicato stampa a tutti i media e quotidiani locali per denunciare tale situazione, ma tranne un passaggio al Tg di Telenorba, la notizia è ha avuto come riscontro il silenzio assoluto dei media locali.
Nel frattempo la proprietà è chiamata a mettere in sicurezza la casa, a pulire ripetutamente un’area che sulla carta e secondo l’immaginario collettivo è di proprietà del Comune, per cui anche la beffa per i legittimi proprietari nel constatare che la cittadinanza ritiene che queste incombenze e spese siano sopportate dal Comune.
A questo punto ci si chiede che fine farà Villa Giustiniani e come mai i PIRP di San Marcello sono ancora bloccati e che fine faranno i soldi pubblici messi a disposizione per tali opere di riqualificazione?
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