sabato 26 aprile 2014

Bari Vecchia esiste…… o meglio resiste.

Sarà perché è una penisola che si protende verso il nostro bel mare Adriatico e quindi visibile da terra e dal mare. Sarà perché questa sua posizione geografica l’ha favorita nel corso dei secoli ponendola al centro di fiorenti scambi commerciali con i paesi del Levante. Sarà perché è stata sempre in prima fila in scontri di conquiste da parte di arabi e turchi, punto di passaggio obbligato per i viaggi di conquista da parte dei Crociati. Sarà per la sua storia che ha abbracciato tutte le culture possibili ed immaginabili, romana, medioevo, longobarda ,araba, bizantina, normanna, sveva, angioina, aragonese, spagnola e borbonica.
Sarà per tutto questo ma Bari Vecchia esiste e resisterà ancora nonostante tentativi ripetuti di porre fine alla sua vita e alla sua cultura.
Nell’ultimo trentennio , a parte piazza Ferrarese e la zona della Muraglia, sembra quasi che tutto il resto della città vecchia sia finito nel dimenticatoio delle amministrazioni che si sono succedute.
Piazza Ferrarese è la piazza adiacente al quartiere murattiano quindi un restayling andava necessariamente fatto e la muraglia ha l’affaccio sul mare che allieta la vista di coloro che se lo possono permettere avendo acquistato a poco prezzo prima della ristrutturazione avviata con il cosiddetto piano Urban . Il resto del quartiere, nonostante sia più ricco di vita comune, di cultura, di tradizioni e di bellezze artistiche, pare non essere stato mai considerato da nessuna delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi anni.
Durante gli anni 70 e anni 80 la città vecchia è al centro della cronaca barese a causa della sua propensione a delinquere vista la presenza di famiglie dedite al contrabbando e allo scippo prima e allo spaccio e alla prostituzione dopo. Sono anni bui per il quartiere decisamente in mano a queste famiglie che inizieranno con il trascorrere del tempo ad allargare i loro confini verso altre zone e stringere alleanze con altre bande al di fuori del quartiere.
Poi ci sarà l’inizio della trasformazione con l’avvento negli anni 90 del già citato Piano Urban per la rivalutazione dei quartieri degradati. L’iniziativa Comunitaria URBAN, questo prevedeva la normativa, avrebbe dovuto affrontare problemi legati a situazioni di isolamento, povertà ed esclusione, e prevedere un pacchetto di progetti che avrebbero integrato la riqualificazione di infrastrutture obsolete ed iniziative di carattere occupazionale ed economiche.
Questo progetto era sostenuto da misure destinate a combattere l’esclusione sociale nei quartieri in crisi, nonché da azioni volte a migliorare la qualità dell’ambiente.
Il progetto per la città di Bari mirava a sostenere nuove attività produttive attraverso lo sviluppo di un settore artigianale, di un nuovo comparto turistico e di strutture per la ricettività degli studenti universitari.
I fondi stanziati nel periodo 1994 – 1999 sono stati 8,200 milioni di euro.

In teoria il Piano Urban ha rifatto solo la facciata della Città Vecchia, facciata che si volge al centro della città con Piazza Ferrarese e Piazza Mercantile, come detto sopra, e la zona che si affaccia sul mare la cosiddetta Muraglia. Il resto? Ha fallito il suo scopo principale perché ha favorito solo la rendita e la speculazione, mentre potrebbe profilarsi un’omissione di atti d’ufficio per la sostanziale non applicazione della delibera del consiglio comunale del 2002 su alcuni elementi intervenuti di mancata manutenzione stradale e degli edifici interni al quartiere e di innovazione come la costruzione di condutture idriche e serbatoi.
In effetti girando per il quartiere si possono ancora notare moltissime abitazioni mantenute stabili da provvisorie travi in legno ed in metallo che ormai di provvisorio non hanno più nulla essendo state montate almeno 20 anni fa. Sono a rischio di crollo qualcosa come 80 palazzi sparsi per il quartiere. Partendo da via Vallisa e arrivando in strada Gironda sono almeno nove i civici con le porte d' ingresso murate e con i cartelli di «lavori in corso» senza che si veda un solo operaio.
Anche luoghi storici come l' arco delle Meraviglie cadono a pezzi. L' arco del Vanese si sta frantumando, dall' arco Alto di piazza Castello cadono calcinacci, il portone di «Iss e trase» è lesionato mentre i ragazzini continuano a giocare sotto il muraglione di fronte al porto, crollato mesi fa e ancora a rischio.
Il sindaco, dal canto suo propose la creazione di un' agenzia per i palazzi storici in modo da reperire strumenti e fondi per il recupero del patrimonio artistico. Mai realizzato.
La speculazione edilizia ha fatto da padrone in tutto questo contesto: da diversi anni prima della riqualificazione Urban si era diffusa per la città vecchia una corsa all’acquisto di interi stabili da parte di professionisti e di imprenditori senza scrupoli che con pochi soldi hanno barattato la dignità dei suoi residenti. Non c’era più posto per ricordi e per tradizioni ormai nel cuore della gente. La violenza di quegli anni, l’insicurezza delle strade, la certezza di un futuro migliore in altre zone della città, a volte anche socialmente peggiori della stessa città vecchia, la certezza di una somma in denaro per loro degna di rispetto hanno fatto si che molti abitanti rinunciassero alla loro casa cedendo al ricatto e accettando le offerte.
Si possono notare queste bellezze oggi passeggiando per via Venezia, la cosiddetta Muraglia, per piazza Mercantile, per qualche stradina interna. Case completamente ristrutturate con volte alte con travi a vista, magari qualcuna trasformata in bed and breakfast ma che comunque non sarebbero mai potute diventare così in mano ai poveri pescatori, in mano ai poveri commessi o in mano ai poveri artigiani della città vecchia.
Ma con loro sono andati via dalla città vecchia anche cartoline di vita comune come i pescatori che riparavano le reti in riva al mare, gli artigiani artisti del legno, delle ceramiche, sono andati via i commessi che riempivano i negozi del centro con il loro lavoro. I tanti orefici che riempivano la strada a loro dedicata. Sono andati via i fornai, i maestri del pane e della focaccia. I piccoli negozi di merceria, di macelleria, di biancheria, il corredo era obbligatorio per il matrimonio dei figli.
Oggi vediamo Bari Vecchia piena di locali di ristorazione, di birrerie, di false imitazioni di rivendita di prodotti gastronomici della nostra tradizione. Noi della città vecchia non condanniamo la modernità, lo sviluppo, l’avanzamento delle nuove tecnologie, ma desideriamo preservare e tramandare le origini della nostra città, desideriamo volgere i nostri occhi al mare, fermo li ad attendere di essere ancora rivalutato, desideriamo divulgare la nostra storia e la storia delle nostre chiese disseminate in tutto il territorio, sono circa 24 e quasi un centinaio di icone, vogliamo che anche alle future generazioni venga concesso il diritto di vivere queste bellezze e queste tradizioni.
Ed ancora, notizia di questi giorni, assistiamo allo scempio che si sta perpetrando all’interno dell’area portuale in cui si sta costruendo un fabbricato tipo una Punta Perotti bis che sarà sede del Provveditorato alle Opere Pubbliche. Ma ci rendiamo conto che vengono bloccati la gran parte dei lavori di ristrutturazioni edili da parte della nostra Sovrintendenza ed oggi costruiamo di fronte al Castello Svevo a due passi dal mare senza che nessuno muovi una virgola o ponga interrogativi? La nostra Amministrazione non si oppone e non si esprime a riguardo lasciando ancora una volta la città vecchia abbandonata a se stessa.
Noi del M5S non resteremo a guardare anzi il nostro impegno sarà rivolto alla conservazione della sua cultura e al preservare il suo unico apparato edilizio ed urbano. Non solo per noi ma specialmente per i nostri figli.
Ecco i nostri figli. La loro crescita. Il loro insegnamento. La loro scuola. Oggi ci viene anche negato il diritto alla cultura, il diritto all’apprendimento, il diritto alla frequenza scolastica. La scuola media San Nicola, l’unica scuola media del quartiere, situata accanto alla Basilica dedicata al nostro patrono e storica scuola che tutti noi nati nel quartiere abbiamo frequentato rischia di chiudere. Si, rischia la chiusura perché la natura umana a volte cede a situazioni che non riusciamo a comprendere. La diminuzione degli iscritti dovuta alla rivalsa degli abitanti del quartiere che cercano un riscatto sociale andando ad iscrivere i propri figli in scuole site al di fuori della zona creando un ridimensionamento delle classi ha rifatto venire in mente ai padri Domenicani, custodi della Basilica, un progetto datato che parte dal lontano 1982.
In quell’anno si è pensato di creare la Cittadella Nicolaiana un complesso sistema religioso-turistico-culturale che avrebbe previsto un museo dedicato al santo di Myra, un ostello per l’accoglienza dei fedeli o pellegrini tutto sito intorno alla Basilica. Già da allora il comune di Bari ha concesso in comodato gratuito per 60 anni tutto il sito che comprende la scuola media San Nicola, il Portico dei Pellegrini, il Palazzo Priorile e l’annesso convento e il museo storico adiacente alla scuola, tutto di proprietà del comune.
Dopo quasi 25 anni dalla stipula della convenzione negli anni 2002 – 2006 si è avviata la ristrutturazione dei siti con una spesa di circa 1.400.000 € finanziata dalla Regione Puglia nell’ambito del POR 2000-2006, soldi pubblici quindi, ma andiamo avanti.
Nel febbraio 2010 finalmente viene inaugurato alla presenza del sindaco Emiliano, del presidente della Provincia Schittulli e della Regione Vendola, dell’Arcivescovo di Bari Bitonto Cacucci e del Priore della Basilica Padre Damiano Bove il famoso Museo Nicolaiano.
All’interno del Museo, il cui biglietto di ingresso è di 3 euro, ci sono ori, argenti, marmi, ostensori, icone, parametri sacri, lampade votive, reliquari e tanti altri oggetti di interesse sacro religioso. E’ stata inserita una zona multimediale attrezzata con computer e touch screen, una sala di proiezione destinata a studenti e turisti in modo da poter usufruire in modo interattivo di tutti i contenuti religiosi, storici, culturali ed artistici ed ecumenici legati alla vita e alla figura di San Nicola.
Nel 2013 si torna all’attacco e i custodi della Basilica reclamano altre aule della scuola media, arrivando a cinque in tutto, per la sistemazione dell’Altare d’Argento appena restaurato e che potrebbe trovare posto con altre reliquie all’interno dell’istituto previa autorizzazione di tecnici ed ingegneri, visto l’enorme peso dello stesso.
Prosegue quindi l’opera di svuotamento dell’istituto, ripetiamo di proprietà comunale, a favore di questo assurdo progetto che vuole renderlo museo e come fine ultimo albergo per i pellegrini.
Il nostro sindaco avalla questa richiesta, nonostante ripetuti appelli dell’assessore Losito a lasciare la scuola in mano agli studenti, e contro il parere del suo stesso collaboratore e di tutti gli addetti ai lavori avvia in comune tutte le procedure per constatare se la struttura è in grado di assicurare ospitalità a questo altare e quindi a parte del Museo. Lui ha giustificato il suo operato nei confronti dei monaci con il fatto che San Nicola ama i bambini. Noi ribadiamo al sindaco che se l’amore del Santo si riflette con la cacciata degli stessi dalla scuola allora lui crede in un’altra religione. Anzi sarebbe gesto d’ amore ancor più grande per il Santo se gli studenti e i loro genitori potessero realizzare nel suo interno laboratori di moda storica per la realizzazione di abiti per le manifestazioni legate alla festa del Santo di Myra, se potessero indire concorsi di arte, di musica e tutto quanto possa aiutare a superare il disagio sociale ed economico del quartiere. Ecco che il miracolo del Santo che protegge i bambini si potrebbe ripresentare. Ecco come si dimostrerebbe l’amore quello vero per l’infanzia.
Chiaramente non saremo spettatori di questo scempio culturale che si sta perpetrando ai danni della città vecchia e come M5S avvieremo tutte le dovute pratiche per evitare che questo avvenga.
La scuola, da noi visitata, ospita il pomeriggio i corsi pomeridiani dell'Eda (educazione degli adulti) ed altre associazioni che svolgono azioni sul territorio. Tra l'altro la San Nicola ha una palestra molto accogliente dove svolgono attività fisica anche i ragazzi della elementare Corridoni (scuola dello stesso comprensorio insieme alla Piccinni) e della Piccinni. Oltre ai vari progetti scolastici la scuola, grazie all’impegno della sua Preside, apre spesso le porte della San Nicola a manifestazioni aperte a tutta la popolazione della città vecchia. La scuola è stata sede del progetto Cinecittà Vecchia, destinato a tutto il territorio e non solo ai ragazzi, che si è appena svolto con la realizzazione di una produzione cinematografica che ha visto come protagonisti i ragazzi della scuola. Sono davvero tanti gli sforzi che la Preside e gli insegnanti stanno facendo per ridare vita a tutto il polo didattico e, quindi, alla scuola San Nicola, che è una scuola vivissima, le cui aule vuote si popolerebbero molto facilmente se solo si desse la possibilità di continuare un'operazione così importante di "cambiamento" sul territorio.
La Preside ha già ottenuto l'autorizzazione per attivare negli ambienti della San Nicola una sezione di scuola materna, ha già persino la delibera comunale per i lavori di adeguamento per le piccole classi. Quest'anno si sta già lavorando per trovare iscritti alla scuola materna in questione che sarebbe un anello importantissimo a livello didattico e sociale. La presenza della scuola materna aumenterebbe sicuramente l'utenza e in un immediato futuro potrebbe rendersi necessario l'uso della famose aule sottratte. Anzi da informazioni certe quest’anno sono ritornati ad iscriversi anche alunni per la frequenza della prima classe della media.
Quindi come si può notare questa scuola ha tutti i requisiti per rimanere tale anzi con gente amante del proprio lavoro come lo sono gli insegnanti e la Preside e tutti i loro collaboratori potrebbe ritornare ad essere istituzione primaria per la difesa della legalità e per lo sviluppo delle arti.
Il nostro viaggio per questo quartiere che resiste e che vuole ritornare ad essere il perno principale della nostra città continua. E come attenti osservatori non possiamo che rimanere allibiti guardando lo scempio che riguarda i cassonetti per la raccolta dei rifiuti, totalmente colmi, sporchi, semidistrutti ma la cosa più assurda è la loro posizione, spesso e volentieri a ridosso di chiese o di palazzi storici. Al centro di piazzette di elevata importanza storica spiccano i cassonetti, in prossimità di scuole frequentate da bambini spiccano i cassonetti. Mi chiedo se una raccolta differenziata adeguata porta a porta, vista la struttura edilizia delle sue strette strade e delle sue piazze, viste le sue bellezze architettoniche, avrebbe reso più piacevole, specie ai turisti, passeggiare per Bari Vecchia.
Non ci fermiamo e i nostri occhi vanno ai tanti spazi, alle tante piazze, ai tanti vicoli occupati da macchine. Si macchine dappertutto per Bari Vecchia, in piazza Chiurlia, nella Piazza dell’Arcivescovado, sul Castello. Un parcheggio dei lavoratori del centro murattiano. Ora mi chiedo ma non si era avviato un piano per la chiusura della Città Vecchia? Che fine hanno fatto i silos che bloccavano i varchi di accesso? E le telecamere con i semafori ad orario stabilito per scarico e carico? Altre spese, altri costi, altre idee di questa amministrazione sparse qua e la ma senza utilità. E i dissuasori di velocità per i motorini prossimamente impegnati a vagare per il quartiere alla ricerca di vittime dei loro scippi? La città vecchia non può essere trattata così, merita rispetto dalle istituzioni per la sua funzione sociale e per la sua propensione turistica.
E a proposito di turismo vogliamo parlare della mancanza di progettazione che ci vede al via della stagione turistica? Centinaia di turisti sbarcheranno nel nostro porto da navi da crociere e i tanti che si riverseranno sulle sue strade si troveranno davanti a chiese chiuse e senza indicazioni storiche adeguate, costretti a girare senza seguire percorsi adeguati con riferimenti storici e si troveranno ancora una volta costretti a scansare piccoli scellerati che con i loro motorini sfrecceranno senza ostacoli e magari con l’intendo di effettuare scippi. Non si possono tollerare queste inadempienze. Non possiamo più accettare che il turismo si basato sulla improvvisazione e nella totale assenza di progettualità.
Tanti gli slogan in questa campagna elettorale che riguardano il turismo ma molta inadempienza nel programmare e preparare il nostro fiore all’occhiello al via di una stagione che ci troverà di nuovo in prima linea. L’improvvisazione fa da padrone nella vita della nostra amministrazione, la programmazione e la professionalità sono carenti. Guide improvvisate, caotiche gite in trenini, mancanza di dialogo con le autorità religiose per la gestione delle chiese, mancanza di percorsi tematici e che magari esaltino i vari periodi storici della città. Tanti i problemi ma poca volontà di incontrare gli abitanti, le associazioni, le categorie dei commercianti presenti per preparare una stagione che porti economia ed incremento turistico nella nostra città.
Purtroppo ci rendiamo conto che in questa parte della nostra città, ma così potremo dire di tutte le zone di essa, una progettualità, una attenzione viva e costante, una caparbia attività di prevenzione è totalmente assente. Tutto è stato trascurato. Dai bisogni primari, quali l’acqua, le fogne, le condotte del gas, a quelli secondari, giardini, arredo urbano, raccolta differenziata. Ecco che un’amministrazione a 5Stelle che parte dai bisogni primari di una comunità per avviare un cammino di riforma e di progettazione potrebbe dare a Bari Vecchia, come a tutti i quartieri periferici, un volto nuovo, un indirizzo nuovo ed uno sviluppo nuovo partendo dal nostro più importante indirizzo e cioè che nessuno deve rimanere indietro.


Vito Losacco
Candidato al Comune di Bari M5S


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