Sarà perché è una penisola che si protende verso il nostro bel mare
Adriatico e quindi visibile da terra e dal mare. Sarà perché questa sua
posizione geografica l’ha favorita nel corso dei secoli ponendola
al centro di fiorenti scambi commerciali con i paesi del Levante. Sarà
perché è stata sempre in prima fila in scontri di conquiste da parte
di arabi e turchi, punto di passaggio obbligato per i viaggi di
conquista da parte dei Crociati. Sarà per la sua storia che ha
abbracciato tutte le culture possibili ed immaginabili, romana,
medioevo, longobarda ,araba, bizantina, normanna, sveva, angioina,
aragonese, spagnola e borbonica.
Sarà per tutto questo ma Bari
Vecchia esiste e resisterà ancora nonostante tentativi ripetuti di porre
fine alla sua vita e alla sua cultura.
Nell’ultimo trentennio , a
parte piazza Ferrarese e la zona della Muraglia, sembra quasi che tutto
il resto della città vecchia sia finito nel dimenticatoio delle
amministrazioni che si sono succedute.
Piazza Ferrarese è la
piazza adiacente al quartiere murattiano quindi un restayling andava
necessariamente fatto e la muraglia ha l’affaccio sul mare che allieta
la vista di coloro che se lo possono permettere avendo acquistato a poco
prezzo prima della ristrutturazione avviata con il cosiddetto piano
Urban . Il resto del quartiere, nonostante sia più ricco di vita comune,
di cultura, di tradizioni e di bellezze artistiche, pare non essere
stato mai considerato da nessuna delle amministrazioni che si sono
succedute negli ultimi anni.
Durante gli anni 70 e anni 80 la città
vecchia è al centro della cronaca barese a causa della sua propensione a
delinquere vista la presenza di famiglie dedite al contrabbando e allo
scippo prima e allo spaccio e alla prostituzione dopo. Sono anni bui per
il quartiere decisamente in mano a queste famiglie che inizieranno con
il trascorrere del tempo ad allargare i loro confini verso altre zone e
stringere alleanze con altre bande al di fuori del quartiere.
Poi
ci sarà l’inizio della trasformazione con l’avvento negli anni 90 del
già citato Piano Urban per la rivalutazione dei quartieri degradati.
L’iniziativa Comunitaria URBAN, questo prevedeva la normativa, avrebbe
dovuto affrontare problemi legati a situazioni di isolamento, povertà ed
esclusione, e prevedere un pacchetto di progetti che avrebbero
integrato la riqualificazione di infrastrutture obsolete ed iniziative
di carattere occupazionale ed economiche.
Questo progetto era
sostenuto da misure destinate a combattere l’esclusione sociale nei
quartieri in crisi, nonché da azioni volte a migliorare la qualità
dell’ambiente.
Il progetto per la città di Bari mirava a sostenere
nuove attività produttive attraverso lo sviluppo di un settore
artigianale, di un nuovo comparto turistico e di strutture per la
ricettività degli studenti universitari.
I fondi stanziati nel periodo 1994 – 1999 sono stati 8,200 milioni di euro.
In teoria il Piano Urban ha rifatto solo la facciata della Città
Vecchia, facciata che si volge al centro della città con Piazza
Ferrarese e Piazza Mercantile, come detto sopra, e la zona che si
affaccia sul mare la cosiddetta Muraglia. Il resto? Ha fallito il suo
scopo principale perché ha favorito solo la rendita e la speculazione,
mentre potrebbe profilarsi un’omissione di atti d’ufficio per la
sostanziale non applicazione della delibera del consiglio comunale del
2002 su alcuni elementi intervenuti di mancata manutenzione stradale e
degli edifici interni al quartiere e di innovazione come la costruzione
di condutture idriche e serbatoi.
In effetti girando per il
quartiere si possono ancora notare moltissime abitazioni mantenute
stabili da provvisorie travi in legno ed in metallo che ormai di
provvisorio non hanno più nulla essendo state montate almeno 20 anni fa.
Sono a rischio di crollo qualcosa come 80 palazzi sparsi per il
quartiere. Partendo da via Vallisa e arrivando in strada Gironda sono
almeno nove i civici con le porte d' ingresso murate e con i cartelli di
«lavori in corso» senza che si veda un solo operaio.
Anche luoghi
storici come l' arco delle Meraviglie cadono a pezzi. L' arco del Vanese
si sta frantumando, dall' arco Alto di piazza Castello cadono
calcinacci, il portone di «Iss e trase» è lesionato mentre i ragazzini
continuano a giocare sotto il muraglione di fronte al porto, crollato
mesi fa e ancora a rischio.
Il sindaco, dal canto suo propose la
creazione di un' agenzia per i palazzi storici in modo da reperire
strumenti e fondi per il recupero del patrimonio artistico. Mai
realizzato.
La speculazione edilizia ha fatto da padrone in tutto
questo contesto: da diversi anni prima della riqualificazione Urban si
era diffusa per la città vecchia una corsa all’acquisto di interi
stabili da parte di professionisti e di imprenditori senza scrupoli che
con pochi soldi hanno barattato la dignità dei suoi residenti. Non c’era
più posto per ricordi e per tradizioni ormai nel cuore della gente. La
violenza di quegli anni, l’insicurezza delle strade, la certezza di un
futuro migliore in altre zone della città, a volte anche socialmente
peggiori della stessa città vecchia, la certezza di una somma in denaro
per loro degna di rispetto hanno fatto si che molti abitanti
rinunciassero alla loro casa cedendo al ricatto e accettando le offerte.
Si possono notare queste bellezze oggi passeggiando per via Venezia, la
cosiddetta Muraglia, per piazza Mercantile, per qualche stradina
interna. Case completamente ristrutturate con volte alte con travi a
vista, magari qualcuna trasformata in bed and breakfast ma che comunque
non sarebbero mai potute diventare così in mano ai poveri pescatori, in
mano ai poveri commessi o in mano ai poveri artigiani della città
vecchia.
Ma con loro sono andati via dalla città vecchia anche
cartoline di vita comune come i pescatori che riparavano le reti in riva
al mare, gli artigiani artisti del legno, delle ceramiche, sono andati
via i commessi che riempivano i negozi del centro con il loro lavoro. I
tanti orefici che riempivano la strada a loro dedicata. Sono andati via i
fornai, i maestri del pane e della focaccia. I piccoli negozi di
merceria, di macelleria, di biancheria, il corredo era obbligatorio per
il matrimonio dei figli.
Oggi vediamo Bari Vecchia piena di locali
di ristorazione, di birrerie, di false imitazioni di rivendita di
prodotti gastronomici della nostra tradizione. Noi della città
vecchia non condanniamo la modernità, lo sviluppo, l’avanzamento delle
nuove tecnologie, ma desideriamo preservare e tramandare le origini
della nostra città, desideriamo volgere i nostri occhi al mare, fermo li
ad attendere di essere ancora rivalutato, desideriamo divulgare la
nostra storia e la storia delle nostre chiese disseminate in tutto il
territorio, sono circa 24 e quasi un centinaio di icone, vogliamo che
anche alle future generazioni venga concesso il diritto di vivere queste
bellezze e queste tradizioni.
Ed ancora, notizia di questi giorni,
assistiamo allo scempio che si sta perpetrando all’interno dell’area
portuale in cui si sta costruendo un fabbricato tipo una Punta Perotti
bis che sarà sede del Provveditorato alle Opere Pubbliche. Ma ci
rendiamo conto che vengono bloccati la gran parte dei lavori di
ristrutturazioni edili da parte della nostra Sovrintendenza ed oggi
costruiamo di fronte al Castello Svevo a due passi dal mare senza che
nessuno muovi una virgola o ponga interrogativi? La nostra
Amministrazione non si oppone e non si esprime a riguardo lasciando
ancora una volta la città vecchia abbandonata a se stessa.
Noi del
M5S non resteremo a guardare anzi il nostro impegno sarà rivolto alla
conservazione della sua cultura e al preservare il suo unico apparato
edilizio ed urbano. Non solo per noi ma specialmente per i nostri figli.
Ecco i nostri figli. La loro crescita. Il loro insegnamento. La loro
scuola. Oggi ci viene anche negato il diritto alla cultura, il diritto
all’apprendimento, il diritto alla frequenza scolastica. La scuola media
San Nicola, l’unica scuola media del quartiere, situata accanto alla
Basilica dedicata al nostro patrono e storica scuola che tutti noi nati
nel quartiere abbiamo frequentato rischia di chiudere. Si, rischia la
chiusura perché la natura umana a volte cede a situazioni che non
riusciamo a comprendere. La diminuzione degli iscritti dovuta alla
rivalsa degli abitanti del quartiere che cercano un riscatto sociale
andando ad iscrivere i propri figli in scuole site al di fuori della
zona creando un ridimensionamento delle classi ha rifatto venire in
mente ai padri Domenicani, custodi della Basilica, un progetto datato
che parte dal lontano 1982.
In quell’anno si è pensato di creare
la Cittadella Nicolaiana un complesso sistema
religioso-turistico-culturale che avrebbe previsto un museo dedicato al
santo di Myra, un ostello per l’accoglienza dei fedeli o pellegrini
tutto sito intorno alla Basilica. Già da allora il comune di Bari ha
concesso in comodato gratuito per 60 anni tutto il sito che comprende la
scuola media San Nicola, il Portico dei Pellegrini, il Palazzo Priorile
e l’annesso convento e il museo storico adiacente alla scuola, tutto di
proprietà del comune.
Dopo quasi 25 anni dalla stipula della
convenzione negli anni 2002 – 2006 si è avviata la ristrutturazione dei
siti con una spesa di circa 1.400.000 € finanziata dalla Regione Puglia
nell’ambito del POR 2000-2006, soldi pubblici quindi, ma andiamo avanti.
Nel febbraio 2010 finalmente viene inaugurato alla presenza del sindaco
Emiliano, del presidente della Provincia Schittulli e della Regione
Vendola, dell’Arcivescovo di Bari Bitonto Cacucci e del Priore della
Basilica Padre Damiano Bove il famoso Museo Nicolaiano.
All’interno
del Museo, il cui biglietto di ingresso è di 3 euro, ci sono ori,
argenti, marmi, ostensori, icone, parametri sacri, lampade votive,
reliquari e tanti altri oggetti di interesse sacro religioso. E’ stata
inserita una zona multimediale attrezzata con computer e touch screen,
una sala di proiezione destinata a studenti e turisti in modo da poter
usufruire in modo interattivo di tutti i contenuti religiosi, storici,
culturali ed artistici ed ecumenici legati alla vita e alla figura di
San Nicola.
Nel 2013 si torna all’attacco e i custodi della
Basilica reclamano altre aule della scuola media, arrivando a cinque in
tutto, per la sistemazione dell’Altare d’Argento appena restaurato e che
potrebbe trovare posto con altre reliquie all’interno dell’istituto
previa autorizzazione di tecnici ed ingegneri, visto l’enorme peso dello
stesso.
Prosegue quindi l’opera di svuotamento dell’istituto,
ripetiamo di proprietà comunale, a favore di questo assurdo progetto che
vuole renderlo museo e come fine ultimo albergo per i pellegrini.
Il nostro sindaco avalla questa richiesta, nonostante ripetuti appelli
dell’assessore Losito a lasciare la scuola in mano agli studenti, e
contro il parere del suo stesso collaboratore e di tutti gli addetti ai
lavori avvia in comune tutte le procedure per constatare se la struttura
è in grado di assicurare ospitalità a questo altare e quindi a parte
del Museo. Lui ha giustificato il suo operato nei confronti dei monaci
con il fatto che San Nicola ama i bambini. Noi ribadiamo al sindaco che
se l’amore del Santo si riflette con la cacciata degli stessi dalla
scuola allora lui crede in un’altra religione. Anzi sarebbe gesto d’
amore ancor più grande per il Santo se gli studenti e i loro genitori
potessero realizzare nel suo interno laboratori di moda storica per la
realizzazione di abiti per le manifestazioni legate alla festa del Santo
di Myra, se potessero indire concorsi di arte, di musica e tutto quanto
possa aiutare a superare il disagio sociale ed economico del quartiere.
Ecco che il miracolo del Santo che protegge i bambini si potrebbe
ripresentare. Ecco come si dimostrerebbe l’amore quello vero per
l’infanzia.
Chiaramente non saremo spettatori di questo scempio
culturale che si sta perpetrando ai danni della città vecchia e come M5S
avvieremo tutte le dovute pratiche per evitare che questo avvenga.
La scuola, da noi visitata, ospita il pomeriggio i corsi pomeridiani
dell'Eda (educazione degli adulti) ed altre associazioni che svolgono
azioni sul territorio. Tra l'altro la San Nicola ha una palestra molto
accogliente dove svolgono attività fisica anche i ragazzi della
elementare Corridoni (scuola dello stesso comprensorio insieme alla
Piccinni) e della Piccinni. Oltre ai vari progetti scolastici la scuola,
grazie all’impegno della sua Preside, apre spesso le porte della San
Nicola a manifestazioni aperte a tutta la popolazione della città
vecchia. La scuola è stata sede del progetto Cinecittà Vecchia,
destinato a tutto il territorio e non solo ai ragazzi, che si è appena
svolto con la realizzazione di una produzione cinematografica che ha
visto come protagonisti i ragazzi della scuola. Sono davvero tanti gli
sforzi che la Preside e gli insegnanti stanno facendo per ridare vita a
tutto il polo didattico e, quindi, alla scuola San Nicola, che è una
scuola vivissima, le cui aule vuote si popolerebbero molto facilmente se
solo si desse la possibilità di continuare un'operazione così
importante di "cambiamento" sul territorio.
La Preside ha già
ottenuto l'autorizzazione per attivare negli ambienti della San Nicola
una sezione di scuola materna, ha già persino la delibera comunale per i
lavori di adeguamento per le piccole classi. Quest'anno si sta già
lavorando per trovare iscritti alla scuola materna in questione che
sarebbe un anello importantissimo a livello didattico e sociale. La
presenza della scuola materna aumenterebbe sicuramente l'utenza e in un
immediato futuro potrebbe rendersi necessario l'uso della famose aule
sottratte. Anzi da informazioni certe quest’anno sono ritornati ad
iscriversi anche alunni per la frequenza della prima classe della media.
Quindi come si può notare questa scuola ha tutti i requisiti per
rimanere tale anzi con gente amante del proprio lavoro come lo sono gli
insegnanti e la Preside e tutti i loro collaboratori potrebbe ritornare
ad essere istituzione primaria per la difesa della legalità e per lo
sviluppo delle arti.
Il nostro viaggio per questo quartiere che
resiste e che vuole ritornare ad essere il perno principale della nostra
città continua. E come attenti osservatori non possiamo che rimanere
allibiti guardando lo scempio che riguarda i cassonetti per la raccolta
dei rifiuti, totalmente colmi, sporchi, semidistrutti ma la cosa più
assurda è la loro posizione, spesso e volentieri a ridosso di chiese o
di palazzi storici. Al centro di piazzette di elevata importanza storica
spiccano i cassonetti, in prossimità di scuole frequentate da bambini
spiccano i cassonetti. Mi chiedo se una raccolta differenziata adeguata
porta a porta, vista la struttura edilizia delle sue strette strade e
delle sue piazze, viste le sue bellezze architettoniche, avrebbe reso
più piacevole, specie ai turisti, passeggiare per Bari Vecchia.
Non
ci fermiamo e i nostri occhi vanno ai tanti spazi, alle tante piazze, ai
tanti vicoli occupati da macchine. Si macchine dappertutto per Bari
Vecchia, in piazza Chiurlia, nella Piazza dell’Arcivescovado, sul
Castello. Un parcheggio dei lavoratori del centro murattiano. Ora mi
chiedo ma non si era avviato un piano per la chiusura della Città
Vecchia? Che fine hanno fatto i silos che bloccavano i varchi di
accesso? E le telecamere con i semafori ad orario stabilito per scarico e
carico? Altre spese, altri costi, altre idee di questa amministrazione
sparse qua e la ma senza utilità. E i dissuasori di velocità per i
motorini prossimamente impegnati a vagare per il quartiere alla ricerca
di vittime dei loro scippi? La città vecchia non può essere trattata
così, merita rispetto dalle istituzioni per la sua funzione sociale e
per la sua propensione turistica.
E a proposito di turismo vogliamo
parlare della mancanza di progettazione che ci vede al via della
stagione turistica? Centinaia di turisti sbarcheranno nel nostro porto
da navi da crociere e i tanti che si riverseranno sulle sue strade si
troveranno davanti a chiese chiuse e senza indicazioni storiche
adeguate, costretti a girare senza seguire percorsi adeguati con
riferimenti storici e si troveranno ancora una volta costretti a
scansare piccoli scellerati che con i loro motorini sfrecceranno senza
ostacoli e magari con l’intendo di effettuare scippi. Non si possono
tollerare queste inadempienze. Non possiamo più accettare che il turismo
si basato sulla improvvisazione e nella totale assenza di
progettualità.
Tanti gli slogan in questa campagna elettorale che
riguardano il turismo ma molta inadempienza nel programmare e preparare
il nostro fiore all’occhiello al via di una stagione che ci troverà di
nuovo in prima linea. L’improvvisazione fa da padrone nella vita della
nostra amministrazione, la programmazione e la professionalità sono
carenti. Guide improvvisate, caotiche gite in trenini, mancanza di
dialogo con le autorità religiose per la gestione delle chiese, mancanza
di percorsi tematici e che magari esaltino i vari periodi storici della
città. Tanti i problemi ma poca volontà di incontrare gli abitanti, le
associazioni, le categorie dei commercianti presenti per preparare una
stagione che porti economia ed incremento turistico nella nostra città.
Purtroppo ci rendiamo conto che in questa parte della nostra
città, ma così potremo dire di tutte le zone di essa, una progettualità,
una attenzione viva e costante, una caparbia attività di prevenzione è
totalmente assente. Tutto è stato trascurato. Dai bisogni primari,
quali l’acqua, le fogne, le condotte del gas, a quelli secondari,
giardini, arredo urbano, raccolta differenziata. Ecco che
un’amministrazione a 5Stelle che parte dai bisogni primari di una
comunità per avviare un cammino di riforma e di progettazione potrebbe
dare a Bari Vecchia, come a tutti i quartieri periferici, un volto
nuovo, un indirizzo nuovo ed uno sviluppo nuovo partendo dal nostro più
importante indirizzo e cioè che nessuno deve rimanere indietro.
Vito Losacco
Candidato al Comune di Bari M5S
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