giovedì 8 marzo 2012

Canapa: una pianta, mille risorse

La Canapa, conosciuta ed utilizzata già nel Neolitico, è una pianta fantastica, coltivabile in quasi tutte le condizioni climatiche e tipi di terreno. La sua storia millenaria però, vede una brusca interruzione alla fine degli anni '30, con l'avvio del proibizionismo negli Stati Uniti, che segnò un cambiamento cruciale nell'economia mondiale.

In quegli anni si respirava aria di progresso e l'industria guadagnava terreno a discapito dell'agricoltura. I grandi gruppi industriali quindi, diventavano sempre più potenti ed influenti. Tra questi ce n'erano alcuni che vedevano la Canapa come la più pericolosa concorrente:

- DuPont: Industria tessile, ha inventato molti tessuti sintetici come il Nylon, il Teflon, il Neoprene, il Lycra e tanti altri;
- Hearst: Editore, creò il primo impero mediatico nella storia dell'economia;
Standard Oil: Compagnia petrolifera, di J.D. Rockefeller, una delle prime multinazionali americane.

Perché questi tre gruppi industriali vedevano nella Canapa una minaccia?

Pierre DuPont, leader nell'industria tessile, aveva puntato tutto sulle fibre sintetiche, che prevedevano un processo produttivo più lungo e redditizio rispetto alla fibra di Canapa, a basso costo e resistente nel tempo, senza considerare che non vi è alcun bisogno di pesticidi (si possono ottenere tessuti fino a quattro volte più morbidi e caldi del cotone e molto più resistenti di esso, ma anche corde per navi, pressoché indistruttibili).

William Hearst creò il suo impero sul disboscamento delle foreste, creando un circolo vizioso di estrazione-spostamento-produzione delle risorse, tanto redditizio quanto ecologicamente devastante. Basti pensare che con un ettaro di terreno coltivato a Canapa si può produrre tanta carta quanto con quattro ettari di foresta. Inoltre la Canapa contiene quattro volte più cellulosa rispetto agli alberi (che necessitano di trattamenti chimici inquinanti per separare la lignina dalla cellulosa), non si deteriora nel tempo ed è eco-sostenibile.

John Rockefeller e la sua multinazionale petrolifera erano seriamente minacciati dall'etanolo di Canapa, un combustibile eco-sostenibile a basso costo, che di fatto avrebbe distrutto il suo monopolio (ricordiamo la celebre Hemp Car di H. Ford, un'auto costruita quasi interamente con fibre di Canapa, alimentata ad etanolo di Canapa).


Per questo, nel 1937, venne approvata una legge, la Marijuana Tax Act, che proibiva la coltivazione di qualsiasi tipo di canapa, sia a scopo industriale che medicamentale. Per fare ciò, inventarono il nome "Marijuana", descrivendo la Canapa come una pericolosissima droga allucinogena e afrodisiaca, in grado di trasformare "i nostri figli" in assassini o pazzi pericolosi per la società e di disinibire le fanciulle verso i facili piaceri sessuali (Uno spot dell'epoca).

Tutto questo ha portato al proibizionismo mondiale nei confronti della Canapa, ma fortunatamente, oggi si comincia a riscoprirne le peculiarità, che spaziano in vari settori: carta, plastica, medicine, carburante, tessuti, bio-edilizia e cibo.

È proprio del settore alimentare che ci vogliamo occupare oggi.

Il valore nutrizionale dei semi di canapa è davvero completo e unico rispetto ad altri alimenti di origine vegetale. Per il 25% sono composti da proteine, ma in una combinazione eccezionale che vede presenti tutti gli 8 aminoacidi essenziali per la sintesi proteica. Valido anche l'apporto vitaminico (soprattutto vitamina E) e di sali minerali (calcio, magnesio e potassio).

La parte lipidica dei semi di canapa è prevalentemente composta da grassi insaturi: i famosi omega 6 e omega 3, i cui contenuti rispettano appieno il rapporto ottimale che regola correttamente l'attività metabolica.


Le proprietà dei semi di canapa li rendono preziosi per combattere e prevenire diversi disturbi tra i quali l'arteriosclerosi, disturbi cardiovascolari, colesterolo, artrosi, malattie del sistema respiratorio (ad esempio asma, sinusite e tracheite), eczemi e acne.

L’olio di semi di canapa (pressato a freddo) contiene il 10% di acidi grassi saturi e circa il 90% di acidi grassi essenziali polinsaturi (Omega 6 ed Omega 3); tra questi ultimi, l’apporto di acido linoleico (acido grasso Omega 6) è pari al 50-60%, mentre quello di acido alfa linolenico (Omega 3) è pari al 15-20%. Nell’olio di canapa ritroviamo anche discrete quantità di vitamina A ed E (antiossidanti naturali), PP, C e del gruppo B (in particolare B1, B2 e B6).

L’uso quotidiano di olio di canapa (circa 4/5 cucchiaini al giorno) fa diminuire rapidamente gli eccessivi livelli nel sangue di colesterolo LDL (quello “cattivo”) e di colesterolo totale, riducendo così anche il rischio di trombosi e abbassa, inoltre, i livelli di trigliceridi nel sangue. Aiuta a prevenire e a ridurre l’arteriosclerosi e anche l’artrosi e l’artrite reumatoide e altre malattie infiammatorie come l’infezione cronica della vescica, la colite ulcerativa, il trattamento del colon irritabile e del morbo di Crohn. Utilissimo per la sindrome premestruale e nella menopausa; combatte l’osteoporosi e viene impiegato per curare problemi di apprendimento.

Noi attivisti del MoVimento 5 Stelle Bari, abbiamo conosciuto e vogliamo far conoscere anche a voi, Gianluca Nonna che, prima di tutti, ha impostato la sua attività commerciale verso la Canapa, creando così la "Pizza Sativa", fatta con farina di semi di Canapa e condita con olio di Canapa. Di seguito, il video:



di Francesco Cagnetta


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8 commenti:

  1. Appena torno a Bari vado da questo pizzaiolo e mi faccio preparare una bella pizza marghetita alla canapa!!!

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    1. Se posso consigliarti, prova una con le verdure ed i semi di canapa decorticati :P

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  2. se posso consigliarvi,sono tutte buone,anzi BUONISSIME....VELO DICE CHI LE Fà...un saluto di ringraziamento al movimento 5 stelle bari,ragazzi spettacolari... ciau da Gianluca Sativo

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  3. io la pizza nn la mangio mai ...ma questa la mangerò!!! :)

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  4. Waoo!
    Penso che saremo in tanti ad assagiarla

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  5. il problema della canapa è quello della mafia mondiale fomentata dall'onu e dai governi tutti. con l'abolizione della assurda proibizione si risolverebbero un sacco di problemi e si darebbe un colpo di grazia a tutte le mafie istituzionali e non .

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  6. Questione, a mio parere, di assoluta importanza in quanto potenziale creatore di un mercato completamente nuovo che fungerebbe da "medicinale" contro la crisi economica che ci attanaglia. Etanolo cannabis come alternativa al petrolio, fibre di cannabis come alternativa alla deforestazione insieme a tanti altri usi (fra cui alcuni esperimenti interessanti in cui sembra uccida le cellule tumorali). Legalizziamo la cannabis in tutti i suoi usi e consumi. Proibirla è essere bigotti e schiavi dei potenti e delle loro congiure.

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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