mercoledì 3 settembre 2014

Intervento Conferenza Cultura – Elisabetta Pani

Intervento di Elisabetta Pani

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TESTO:

"La qualità e quantità dei servizi culturali e turistici della nostra città è carente, inadeguata, soprattutto rispetto alle potenzialità e aspettative, scoordinata e spesso purtroppo politicamente condizionata.
Da operatrice culturale e turistica percepisco come scorretta a monte l'idea di dar vita a un evento che possa analizzare contemporaneamente due aspetti così bisognosi di attenzioni particolareggiate e individualizzate; oggi quindi parlerò di cultura, aspettandomi di poter parlare, presto, di turismo, nell'ambito di un confronto specifico.
La cultura, infatti, non può essere pensata a monte per soddisfare il turista, piuttosto può essere una delle basi indispensabile per attrarre un turismo di qualità verso la nostra città, ma un turismo non del fine settimana, superficiale e fugace, che si ferma 1-2 giorni, ma intelligente e preparato, più stanziale, alla ricerca di esperienze culturali di qualità, che solo una cultura per la città e i suoi cittadini potrà fornire.
I due nodi operativi fondamentali per gli operatori culturali sono i luoghi e i finanziamenti.
Chiediamo quindi riscontri precisi sul Teatro Piccinni e sul Teatro Margherita, di cui si parla nelle linee programmatiche in modo superficiale, in riferimento anche alla richiesta di finanziamenti per la ristrutturazione fatta al Presidente del Consiglio tramite il decreto "Sblocca Italia".
Ma Bari non ha solo Teatri storici da ristrutturare, ha anche molti piccoli teatri chiusi per problemi di agibilità, da poter riaprire con interventi di adeguamento che il Comune potrebbe aiutare a intraprendere facilitando procedure burocratiche e concedendo piccoli finanziamenti.
Molti cinema e teatri non hanno chiuso negli ultimi anni per la tassa sugli immobili troppo alta ma, piuttosto, per mancanza di autorizzazioni e mancanza di pubblico, e quindi lo sconto minimo sull'IMU concesso a tali immobili nell'ultimo Consiglio Comunale è una manovra che non servirà affatto alla riapertura degli stessi. Gli immobili sedi di Teatri e cinema nella stragrande maggioranza dei casi, non sono di proprietà degli operatori culturali che vi operano…, quindi a beneficiare di tale manovra non saranno gli operatori ma i proprietari.
Bari ha, inoltre, sale di pertinenza comunale, auditorium all'interno delle sedi di alcuni Municipi, luoghi dei cittadini che con investimenti non esorbitanti potrebbero diventare spazi per prove e per piccoli spettacoli da mettere a disposizione delle numerosissime attività culturali baresi. Aiutare l'apertura o riaperture di strutture vecchie e nuove, fornire gratuitamente a rotazione i luoghi di proprietà comunale ad attività selezionate, sarebbe un contributo importantissimo che in molti casi supererebbe l'importanza di un contributo diretto in denaro, se si pensa che si va a suonare per esempio in sale cinematografiche, hall di alberghi e altri luoghi non consoni.
Passiamo ai finanziamenti.
Ebbene, guardando l'ultima graduatoria uscita per le attività culturali baresi, si nota come ci sia una sorta di fossilizzazione dei finanziamenti nella città di Bari, come se a prendersi la fetta più grossa debbano essere sempre e per forza gli stessi per una sorta di patto inscalfibile dal quale è impossibile venir fuori. Una nuova entità che non abbia decenni di pregresso o che non abbia una conoscenza diretta con la politica si trova tagliata fuori dai grossi investimenti culturali.
Bisogna dire basta alla cultura politicizzata e bisogna aprirsi a quelle nuove realtà che spesso sono penalizzate dalla mancanza di un pregresso.
Sarebbe opportuno che, finalmente, nella individuazione delle entità da finanziare in modo diretto e/o indiretto, ci sia una valutazione oggettiva da parte di commissioni di esperti non coinvolti da anni nelle attività culturali e politiche della Regione, esperti che possano avere una visione oggettiva sia del pregresso, ma anche delle proposte nuove e delle loro potenzialità per la crescita culturale di questa città. Basta alla cultura politicizzata.
Sarebbe importante aumentare la possibilità di finanziamenti indiretti: fornire i luoghi, concedere agevolazioni logistico/burocratiche, dare assistenza nel reperire fondi europei, e, soprattutto, spingere l'incremento del pubblico, rimborsando i biglietti a cittadini virtuosi. A cosa serve dare decine di migliaia di euro a un evento visto da 30 persone? Bisogna finanziare la cultura soprattutto riempiendo le sale e i teatri! I cittadini virtuosi che abbiano, ad esempio, partecipato a un tot numero di spettacoli differenziati per genere potrebbero avere diritto al rimborso dei biglietti da parte del comune oppure ad agevolazioni di natura fiscale. In questo modo si aumenterebbe il pubblico nelle sale e verrebbero premiati in automatico gli eventi qualitativamente più elevati perché scelti da un maggior numero di cittadini.
Ma come si può pensare di riaprire e adeguare sale e teatri, di investire nella cultura, se si continua a coprire i buchi di bilancio di una Fondazione che dovrebbe cominciare a imparare a fare i conti e ad agire nei modi improntati alla trasparenza e alla giusta concorrenza richiesti da tutte le ultime normative a riguardo? Perché tutto il settore cultura della città e tutti i cittadini baresi devono pagare gli errori compiuti in buona e cattiva fede da un’amministrazione su cui la procura ancora sta indagando per numerose segnalazioni di procedure poco chiare e pulite?
Da operatrice del settore e da rappresentante del M5S posso esprimere la profonda delusione provata dopo aver conosciuto gli esiti del primo CdA della Fondazione Petruzzelli dopo l'elezione del Sindaco Decaro. La figura del Sindaco come Presidente della Fondazione, garante in prima persona per i cittadini del corretto funzionamento di questo ente, è inserita nello Statuto proprio per tutelare il patrimonio pubblico investito. Il fatto che Michele Emiliano non abbia saputo svolgere la sua funzione non deve creare il presupposto per delegare terzi a un ruolo così importante.
Noi vogliamo che il Sindaco Decaro non si tiri indietro da questo compito, come ha dichiarato, ma che piuttosto cerchi finalmente di fare chiarezza sulle circostanze che hanno portato negli anni a numerosi buchi di bilancio, l'ultimo dei quali coperto dal Comune con decisione autonoma del Sindaco.
Molti operatori culturali ritengono che aver dato due milioni di euro alla fondazione senza aver mai consultato il Consiglio Comunale in merito, e senza pretendere delle risposte, non fosse davvero la cosa prioritaria in questo momento. Perché non pretendere chiarezza, invece, per esempio, su alcuni regimi di monopolio del  tutto antieconomici perpetuati dall'ente?
Leggendo le linee programmatiche che il consiglio dovrà approvare il prossimo 5 settembre si legge del brand nicolaiano da lanciare in tutto il mondo, dei teatri piccini e kursaal che in futuro faranno rete virtuosa a disposizione di nuove compagnie e operatori, come se già la Fondazione Petruzzelli non fosse nata, come Fondazione Teatro Petruzzelli e Teatri di Bari, avendo già in se l'idea di un coordinamento tra teatri che però non si è mai voluto attuare, perché le idee belle sono facili da immaginare ma per attuarle bisogna fare i conti e costringere tutti a farli per bene.
Quindi è bella l'idea di un coordinamento tra teatri. Ma è vecchia se non si mostra di aver cambiato atteggiamento di fronte ai soliti giochi di potere che fino ad ora l’hanno resa impossibile.
Non a caso nelle linee programmatiche nulla si legge a proposito della fondazione Petruzzelli, come se non fosse più dei baresi, come se il Consiglio Comunale non abbia diritto di esprimersi riguardo le linee da seguire e nulla, infine, si legge su ciò che da subito questa amministrazione vuole fare per aiutare le compagnie e i piccoli teatri in difficoltà, per aumentare il pubblico rendendolo protagonista del processo di rinascita della cultura barese che non può più aspettare la ristrutturazione, la ricostruzione, il coordinamento di nessun Teatro."





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