venerdì 31 gennaio 2014

02 Febbraio 2014: Gazebo 5 Stelle per il nodo ferroviario a Palese-Santo Spirito


Il MoVimento 5 Stelle Bari, domenica 02 febbraio 2014, sarà a in piazza Giulio Cesare, dalle 9:30 alle 13:00, per continuare la raccolta firme per presentare all’ordine del giorno in Consiglio regionale una petizione per risolvere il gravissimo problema del nodo ferroviario che nuoce tutti i cittadini di Palese-Santo Spirito.

All’obiettivo 5000 firme, abbiamo già richiesto all’amministrazione barese una conferenza di servizi con tutti gli attori interessati al progetto tra cui Regione, Ministero ed Rfi. Sarà anche coinvolto il Parlamento con un'interrogazione parlamentare alla Camera, in commissione Trasporti, affinché tale situazione si sblocchi al più presto.


Emiliano e le scuole baresi, una "relazione complicata"


Da un’indagine svolta da Legambiente nel 2013, Bari è al 73mo posto su 86 Comuni in riferimento alla qualità dell’edilizia scolastica con l’unica consolazione di un quarto posto nella graduatoria in negativo per i rischi. Ma, il viaggio nelle schede tecniche delle scuole baresi è inquietante perché la maggior parte degli edifici – inbase a una verifica sui dati forniti nel 2011 – non ha certificati di staticità, di conformità degli impianti, di valutazione rischi e di agibilità.

Eppure, la Legge del 9 agosto 2013 n.98, in materia di "Disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia", offriva alle Regioni considerevoli finanziamenti per misure urgenti in materia di messa in sicurezza degli istituti scolastici; infatti, la Puglia avrebbe potuto disporre di 12 milioni di euro da distribuire secondo una graduatoria redatta in base alle richieste dei Comuni e delle Province.

Però, tra le 120 scuole pugliesi ammesse a tali finanziamenti, non compare nessun istituto barese. Le uniche due domande inoltrate dal Comune di Bari non sono state valutate ammissibili per mancanza della documentazione richiesta. Com'è possibile che il Comune di Bari non sia stato in grado di compilare in maniera adeguata una domanda di tale importanza e che ne abbia inoltrate soltanto 2? La Legge era del 9 agosto con scadenza del bando il 15 settembre; forse la scuola pubblica non merita attenzione durante le vacanze estive? Eppure in agosto il Comune, quando vuole, riesce a deliberare in materia di "urgenze scolastiche". Infatti, il 1/8/2011, con delibera n.458, la Giunta Emiliano ha azzerato il fondo destinato al potenziamento degli asili nido comunali; in previsione vi era lo stanziamento di 297.000 euro per gli asili pubblici e di 112.000 per i privati, ma il Comune ha deciso di concedere tutti i 400.000 Euro ai privati. Bari ha più di 300.000 abitanti e soli 6 asili nido pubblici. La Giunta, in 10 anni di amministrazione, non è stata in grado di aumentare realmente né il numero degli asili, né i servizi in quelli esistenti.

La Tana del Ghiro di San Pasquale, pubblicizzato come il settimo asilo è, in realtà, soltanto il necessario mantenimento di un servizio dovuto alla chiusura di Argenti, un asilo comunale che era presente a Carrassi; mentre il famoso Asilo di San Pio, costruito e abbandonato a se stesso dal 2008, è stato “parzialmente” aperto con un bando uscito fuori tempo massimo ad ottobre 2013. Da molti anni, nel quartiere Stanic, i residenti attendono la costruzione della Scuola materna ed elementare promesse al "Villaggio del Lavoratore" e già finanziate.

Come se non bastasse, l'attuale amministrazione, oltre a privare in vari modi la scuola pubblica di finanziamenti vitali, ha anche la consuetudine di sottrarle spazi con le motivazioni più disparate. A maggio 2013 si è discusso della sottrazione di 3 aule alla scuola media San Nicola, svuotata dalla dispersione scolastica, bisognosa di politiche di intervento mirato per far sopravvivere, ad ogni costo, un presidio di democrazia e legalità nella città vecchia; sono in molti ad opporsi, tante le proposte per consentire a quelle aule vuote di riempirsi di bambini o di giovani adulti, ma nessuno viene ascoltato, non la preside De Franceschi, non il Dirigente dell'ufficio scolastico regionale. Nel caso della scuola Mazzini il problema è opposto; la scuola è troppo piena e chiede la restituzione di alcuni ambienti “ceduti” con una convenzione alla vicina parrocchia; la diatriba è ancora in corso. Nel 2012 rischia la chiusura anche la Carlo del Prete ma fortunatamente la mobilitazione delle famiglie ha bloccato l'attuazione dell'insano progetto.

L’attuale amministrazione si fregia del progetto da 62 milioni di euro per montare pannelli fotovoltaici in 120 scuole di pertinenza comunale; peccato che in alcuni casi le scuole in questione non abbiano neanche il certificato di agibilità e di staticità, e presentino crepe, infissi datati e infiltrazioni d’acqua.

Vogliamo ricordare all’attuale amministrazione che la sicurezza degli istituti è prioritaria, che combattere la dispersione scolastica è la premessa indispensabile per dar vita a una società civile, che destinare gli ambienti scolastici ad altre funzioni è una beffa alla cittadinanza e che 6 asili e mezzo per più di 300,000 abitanti non sono neanche la metà della media nazionale. Il M5S sta presentando al Sindaco due interrogazioni sulla perdita dei finanziamenti regionali e sulla esatta situazione attuale delle scuole in riferimento a sicurezza ed indice di rischio.


giovedì 30 gennaio 2014

Che fine hanno fatto le fontane di Emiliano e Martinelli?

Le fontane di Emiliano e Martinelli, storia di un ordinario scempio amministrativo. Gli sfavillanti zampilli d'acqua che dovevano ammaliare il lungomare e la fantasia dei baresi sono ormai un lontano ricordo. Dovevano essere l'esempio vivente della presunta magnificenza della giunta Emiliano e, in particolare, dell'ineffabile vicesindaco Martinelli, ossia lo stesso politico di lungo corso che ha approvato una delle famose delibere Aeroporti di Puglia sui compensi di Dipaola, di cui oggi Emiliano nega ogni conoscenza. Insomma una allegra ciurma di simpatici burloni che ha operato in questi ultimi dieci anni sperperando i soldi dei cittadini baresi. Ma quanto sono costate le fontane di Martinelli? Con quali soldi? Come sono state smaltite le relative attrezzature ormai abbandonate da anni? Ha risposto qualcuno per questo scandalo "a mare aperto"? Il M5S, dopo aver denunciato le gravi inadempienze della Giunta Emiliano sulla racccolta differenziata, non mancherà di richiedere che si faccia luce anche su questa ennesima nefandezza amministrativa.



mercoledì 29 gennaio 2014

01 Febbraio 2014: Gazebo 5 Stelle, continua la raccolta firme contro lo "strangolamento" di Palese-Santo Spirito


Il MoVimento 5 Stelle Bari, sabato 01 febbraio 2014, sarà a in Via Sparano angolo Via Abate Gimma, dalle 16:30 alle 21:00, per continuare la raccolta firme per presentare all’ordine del giorno in Consiglio regionale una petizione per risolvere il gravissimo problema del nodo ferroviario che nuoce tutti i cittadini di Palese-Santo Spirito.

All’obiettivo 5000 firme, abbiamo già richiesto all’amministrazione barese una conferenza di servizi con tutti gli attori interessati al progetto tra cui Regione, Ministero ed Rfi. Sarà anche coinvolto il Parlamento con un'interrogazione parlamentare alla Camera, in commissione Trasporti, affinché tale situazione si sblocchi al più presto.


martedì 28 gennaio 2014

FIBRONIT: La morte viaggia sulle ali del vento e sulle zampe della cattiva politica

L'era dell'amianto finisce a metà degli anni ottanta, ma la città di Bari si accorge di avere un’immensa discarica di rifiuti di tale sostanza, solo dopo dieci anni. Il sito della morte prende il nome dall’azienda che per anni la ha prodotta: LA FIBRONIT. 

Nell'area in questione, chiamata la "zona rossa" e che abbraccia tre quartieri di Bari (Japigia, Madonnella e San Pasquale) e che ha il più elevato numero di casi di mesotelioma pleurico, sono stati costruiti, nei decenni, complessi edilizi residenziali, di una certa consistenza. Lì, col tempo, si sono trasferite intere famiglie, per realizzare il sogno della casa di proprietà. Per molte di loro però, quel sogno si è trasformato in un incubo di dolore. Nella stessa area peraltro sono stati allocati diversi istituti scolastici e persino una casa di riposo per anziani. Infine, nei pressi, ha preso sede il Campus universitario, che rende questa zona di Bari strategica per molti studenti fuori sede, che in essa trovano alloggio.
 
Sono passati venti anni da quando associazioni del territorio, la stampa e denunce provenienti da più parti, hanno acceso i riflettori sul sito inquinato. L'allora sindaco di Bari, Di Cagno Abbrescia, sottovalutò la gravità della vicenda e ci volle l'intervento della Provincia, con un dettagliato rapporto, col contributo del Ministero dell'Ambiente, per scoprire che la contaminazione dell'amianto, oltre ad essere presente in superficie, aveva avvelenato il sottosuolo, fino ai 5 metri. Da allora partirono una serie di azioni giudiziarie e amministrative. I protagonisti di questa vicenda furono Il Comune di Bari, la FIBRONIT e la Procura della Repubblica.


Si è così al 2003 e la giunta comunale, con a capo Di Cagno Abbrescia, decide, vista l'inadempienza della FIBRONIT, di sostituirsi a quest'ultima e delibera di eseguire i lavori previsti. Ma arriva una nuova doccia fredda, da parte della Procura della Repubblica: le soluzioni tecniche individuate dal Comune non appaiono utili, anzi potrebbero essere pericolosissime, perché le fibre minerali rilasciate dall’amianto, non trattate a dovere, risultano potenzialmente inalabili e, una volta nei polmoni, possono provocare danni estremamente gravi come l’asbestosi, il mesotelioma ed il tumore ai polmoni.

Parallelamente, però, i cittadini non restano alla finestra. Oltre alle associazioni, che per prime denunciarono la pericolosità del sito, nasce anche un “Comitato Cittadino Fibronit”, che ha come obiettivo la realizzazione, sul sito, di un parco, il “Parco della Rinascita”. Inoltre, la cittadinanza riesce ad ottenere la partecipazione, con propri esperti, ai tavoli tecnici. Eppure, malgrado questo fermento di vigile attivismo civico, c’è chi, in quell’epoca, pensa di poter costruire, sopra al sito mortale, alcuni palazzi. Ipotesi poi tramontata allorché si definisce la inedificabiltà dell’area.

Nel 2011, il sostituto procuratore Giovanni Benelli ha chiesto la chiusura della maxi-inchiesta con l'accusa di "Disastro doloso, omissione dolosa delle norme antinfortunistiche, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose" nei confronti dei 10 amministratori indagati e per gli ex manager Claudio Dal Pozzo e Giovanni Boccini. Accuse gravissime che certo non restituiscono la vita ai tanti morti per colpa della cupidigia, della indifferenza, della commistione di interessi tra potere politico e potere economico-finaziario. Ma non restituiscono nemmeno il giusto ai vivi, che ancor devono subire gli inganni della mala-amministrazione, aggiungendo così al danno anche la beffa.

Infatti, il 20 giugno 2013 il Comune di Bari ha pubblicato il bando di gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori relativi all'intervento di messa in sicurezza permanente del sito "FIBRONIT". Le operazioni di gara si sono concluse lo scorso 13 gennaio e l'importo stanziato, ammontante a circa 12 milioni di euro, è una somma messa a disposizione dalla Regione Puglia. Cioè, si badi bene: la bonifica sarà fatta con fondi della Regione Puglia, quindi soldi pubblici, cioè dei cittadini, mentre i privati se ne laveranno le mani, malgrado la responsabilità del disastro sia soprattutto loro!


E non è finita qui: la giunta Emiliano, il 18 novembre 2013, delibera al n° 744 una integrazione molto discutibile al piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari del Comune di Bari. Con tale delibera il Comune "scambia", a pari costo, un'area posta all'interno del perimetro del sito inquinato FIBRONIT (l’area ex Bricorama, anch’essa da bonificare) – attualmente destinata a "verde di quartiere" di proprietà della Mediocredito Centrale S.p.a. – con un'altra di sua proprietà, tra via Demetrio Marin e via Turati. Fin qui, in questo scambio, tutto sembrerebbe normale. Eppure sorge spontanea la domanda: a quanto ammontano i costi di bonifica dei suoli ex Bricorama? A questa, segue un’altra domanda, altrettanto spontanea: come mai si permuta un suolo da bonificare, il cui valore è certamente assai basso, con un altro di proprietà pubblica, in zona di pregio?

Insomma, ancora una volta la mala-politica fa pagare il prezzo della sua incapacità e dei suoi opachi interessi ai cittadini, alle loro tasche, ai loro patrimoni, alla loro salute e al loro futuro. Adesso è arrivata l’ora di svegliarci tutti e di mandarla a casa.


lunedì 27 gennaio 2014

Vendola l'indisciplinato, la Regione Puglia non regolamenta le petizioni

In una recente intervista, lo smemorato di Terlizzi Nichi Vendola ha accusato il MoVimento 5 Stelle Bari di poca credibilità sul territorio.

Parla proprio lui di credibilità, cioè quello che da Santoro mentiva sul fatto che il suo partito “non gode di alcun finanziamento pubblico”, quello della risata al telefono con Archinà commentando la “scena fantastica” dello “scatto felino”, con cui l’ex capo delle relazioni esterne dell’Ilva ha preso il microfono a un cronista che chiedeva conto a Emilio Riva dei morti di cancro causati dall’Ilva, quello che ha promesso la ripubblicizzazione dell’AQP, ma che, ancora oggi è una s.p.a. che fa profitti dall’acqua disattendendo l’esito referendario del 2011, quello che in campagna elettorale è a favore della raccolta differenziata “porta a porta”, per una società del riciclo, ma quando è governatore pugliese autorizza 5 inceneritori Marcegaglia ed è quello che, nel 1997, da vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti in Campania, pose il segreto d'ufficio sulla drammatica vicenda della Terra dei Fuochi.

Il mantenuto dalla politica che si riempie la bocca di trasparenza, di diritti civili e di pari opportunità, quello che dovrebbe gestire il bene comune in Puglia e garantire la democrazia partecipata per tutti i pugliesi con tutti gli opportuni strumenti, paradossalmente, proprio l'istituto della petizione popolare non trova disciplina nell'ambito del Regolamento del Consiglio Regionale Pugliese.

La petizione è un istituto di democrazia partecipata attraverso cui il cittadino rivolge all'amministrazione un sollecito in ordine a questioni di pubblico interesse. Tale istituto è anche contemplato dall'art. 16 dello statuto della Regione Puglia che così dispone: “I cittadini, gli enti locali, le associazioni e le organizzazioni sociali e gli enti autonomi funzionali possono rivolgere petizioni al Consiglio regionale, secondo le modalità previste dal regolamento interno, per sollecitare l’intervento della Regione su questioni di interesse collettivo”. Tuttavia, il regolamento, espressamente richiamato dalla citata disposizione, nulla dispone in merito alle petizioni. Manca completamente una disciplina specifica nell'ambito del regolamento del Consiglio Regionale pugliese. Vuoto normativo?

Pur in mancanza di tale disciplina, il Movimento 5 stelle Bari ha iniziato una raccolta firme per il nodo ferroviario di Bari Nord per l'interramento in galleria artificiale della linea RFI, tratta S. Spirito-Palese, in quanto riteniamo che il quesito sia legittimo e di pubblico interesse.

Il M5S Bari invita e sollecita il Consiglio Regionale a provvedere e a integrare il suo regolamento in ossequio alle disposizioni di cui al Diritto Comunitario, al diritto Costituzionale e al diritto regionale (art. 16 Statuto Puglia). In ogni caso, l'Amministrazione Regionale presto si dovrà esprimere davanti una richiesta sottoscritta da almeno 5 mila pugliesi.

Adesso chi è credibile?


I candidati del MoVimento 5 Stelle Bari

Al momento attuale questo è l’elenco completo, in ordine alfabetico, dei candidati per il MoVimento 5 Stelle al Comune di Bari:

Bondanese Giuseppe
Cagnetta Francesco
Catacchio Alessia
Colella Francesco
Cosma Elio
De Giglio Claudia
De Lucia Davide
Dell'Olio Gianmauro
Fumarola Martino
Iacobelli Giovanna
Indraccolo Giovanni
Leli Fabio
Leone Giuseppe
Lonigro Elena
Losacco Vito
Madetti Vincenzo
Mancini Davide
Mangano Sabino
Massari Umberto
Mele Francesco
Menegatti Sandro
Menolascina Claudia
Milone Giampiero
Mongelli Domenico
Nardone Alessandra
Pani Elisabetta
Perri Roberta
Porreca Adriana
Simone Alessandra

venerdì 24 gennaio 2014

26 Gennaio 2014: raccolta firme contro lo "strangolamento" di Palese-Santo Spirito


Il MoVimento 5 Stelle Bari, domenica 26 gennaio 2014, sarà a in Via Manzoni c/o Scuola Garibaldi, dalle 09:00 alle 13:00, per incominciare la raccolta firme per presentare all’ordine del giorno in Consiglio regionale una petizione per risolvere il gravissimo problema del nodo ferroviario che nuoce tutti i cittadini di Palese-Santo Spirito.

All’obiettivo 5000 firme, proponiamo all’amministrazione barese una conferenza di servizi con tutti gli attori interessati al progetto tra cui Regione, Ministero ed Rfi e un’azione che coinvolgerà il Parlamento con un'interrogazione parlamentare alla Camera, in commissione Trasporti, affinché tale situazione si sblocchi al più presto.




giovedì 23 gennaio 2014

La carriera dell'attivista del MoVimento 5 Stelle

Il MoVimento 5 Stelle (M5S) è una forza politica nata “dal basso”, radicata sul territorio, e si articola “in rete”, cioè sul web quale sede e strumento della rivoluzione culturale in corso che ci sta portando dall’attuale forma sociale della delega in bianco a un partito, alla società della partecipazione dove ciascuno si occuperà di politica. Le qualità di internet sono la forza innovativa del M5S perché, grazie alla rete, è possibile il passaggio epocale da strutture piramidali, ossia gerarchiche, a organizzazioni “a stella” per formare l’intelligenza collettiva che è il risultato delle molteplici interconnessioni di cittadini collegati alla rete. Senza leader, ciascuno parla per sé.

Un’altra proprietà della rete è la fine delle intermediazioni, ciascun cittadino può accedere direttamente all’informazione e commentarla. In tal senso l’informazione diventa globale, accessibile a tutti, trasparente. Inoltre, la rete non si pone soltanto quale strumento che renderà obsoleti tutti i mass media tradizionali (radio, tv e giornali), ma condizionerà politicamente i rapporti sociali tra Stato e Cittadini, avvicinandoli fino al punto tale da farli coincidere. Per tale ragione, la rete assumerà un fondamentale fattore di aggregazione, di comunità, di socialità su obiettivi e interessi comuni, e la credibilità assumerà un valore assoluto laddove chi non ne avrà, riceverà dal mezzo un effetto contrario e negativo.

Per raggiungere la Società della Partecipazione, ci sono cittadini con l’elmetto che, muniti soltanto di conoscenza e di informazione, si sono uniti in gruppi di pressione politica per riprendersi un futuro reso precario da una classe politica incompetente. Tali cittadini non emigrano, ma cospirano: gli attivisti.

L’obiettivo degli attivisti non è banalmente quello di candidarsi per sostituire una classe politica con un’altra, ossia di sostituire semplicemente gli attori politici mantenendo i rapporti di forza e la dialettica del potere, ma di ricordare ogni giorno il motivo per il quale il M5S è stato fondato: la partecipazione. Con parole nuove, l’attivista non protesta soltanto contro i partiti, ma propone un modello alternativo al loro, non parla di elezioni e candidature, ma di idee e programmi rivolte al bene comune, non utilizza il web per sfogarsi o per polemizzare a prescindere, ma fa attività sul territorio e fiato sul collo alla propria amministrazione. L’attivista impersonifica il cambiamento che vuole vedere nell’altro.

Nella battaglia per la democrazia partecipata ci sono stati tanti attivisti italiani che hanno incominciato tale percorso dal 2006, nei primi meetup, quando ancora nessuno credeva al progetto politico del M5S. Ci sono stati coloro che hanno perso il lavoro, le amicizie, ma mai la dignità e l’onestà di chi, nelle parole Destra e Sinistra, ha continuamente letto inutili congetture, sigle che non aggiungono altro che anelli alle catene di un popolo che, prima dell’arrivo del M5S, non poteva far altro che sceglier tra il peggio e il meno peggio. I primi attivisti che hanno utilizzato lo strumento del M5S per entrare nei consigli comunali erano già oltre le ideologie, oltre le opposizioni, oltre le categorie, e poiché Oltre, sono sempre stati contro un Sistema corrotto.

Dalle prime liste civiche a oggi, chiunque sia stato eletto nel M5S è sempre stato un attivista e non più di un portavoce pro tempore, ossia un dipendente pubblico a tempo determinato (massimo 2 legislature), con un programma scritto e condiviso con i cittadini. L’attivista è colui/colei che non si modera davanti alle ingiustizie e, conclusa l’esperienza in Comune, alla Regione o al Parlamento, riprende il proprio lavoro e torna alla propria vita attiva.

Mentre i partigiani hanno dato la vita per conquistare la libertà e il diritto al voto, gli attivisti del M5S lottano per dare un senso alle parole libertà e partecipazione. Ognuno vale uno è il motto degli attivisti, ma solo se partecipano, altrimenti valgono zero. Di fatto, la partecipazione, a differenza del voto, non è un diritto, essa è una condizione nella quale ciascun cittadino si deve sentire immolato e responsabile per il prossimo. In tali termini la democrazia non serve a niente se non c’è partecipazione. Dunque, la carriera di un attivista del M5S è la non-carriera di un volontario, ossia di un cittadino attivo, cioè la condizione vita di chi si informa e sa informare.

Attivista
M5S Bari


PETRUZZELLI: IL TIRO ALLA FUNE DELLA VECCHIA POLITICA


In principio fu l’orchestra; dopo l’intensa collaborazione, nel dicembre 2009, Schittulli ed Emiliano rompono il loro accordo causando il divorzio tra l’ensemble della Provincia e la Fondazione Petruzzelli. La nuova orchestra, tirata su in fretta e per necessità, ha generato aspre polemiche sui criteri di scelta dei professori, che si risolvono, dopo quasi tre anni, nel concorso voluto dal Commissario. Il frutto acerbo del braccio di ferro politico e della fretta sono 14 professori d’orchestra, licenziatisi da un incarico a tempo indeterminato con la Provincia di Bari, in nome del Petruzzelli e ormai attualmente fuori da entrambi gli organici. L’inchiesta su una presunta parentopoli nella gestione di questa vicenda è stata poi archiviata; ma spesso, quando i criteri sono politici e non trasparenti, nessuno ha torto e nessuno ha ragione.

Fino al commissariamento la chiamata diretta era la prassi, in realtà procedura irregolare per un ente che, pur avendo delle caratteristiche di “privato”, deve seguire le norme degli enti pubblici ed effettuare le assunzioni, tramite concorsi trasparenti ed imparziali (Legge n.133 6/08/2008). Con il commissariamento, finalmente, arrivano i concorsi per coro, orchestra, maestri collaboratori, archivista; per numerosi ruoli, però, non viene indetto alcun bando. Molti attendono le motivazioni di tale scelta, giovani musicisti o tecnici, ragionieri ed esperti di amministrazione, giornalisti. Per quale motivo alcune figure rimangono ancora gli “intoccabili” della vecchia gestione?

Ma questi professionisti sono solo una parte di una macchina molto più complessa, dove l’aspetto delle forniture esterne è una delle voci più gravose per il bilancio, oltre che per gli eventuali interessi personali e politici. Nell’era pre-Fuortes (Commissario straordinario della Fondazione da Marzo 2012 a dicembre 2013), anche in ambito tecnico, la procedura comune era la chiamata diretta, seppur i soldi pubblici devono sempre essere spesi con bandi. Noi non siamo sicuri che con il Commissario le cose non siano andate diversamente. E’ noto a tutti che nell’ottobre 2013 sono stati presentati in Procura ben due esposti, contro una gestione malsana del Petruzzelli: in uno si denunciano bandi anomali e irregolari per forniture di costumi di scena, nell’altro (di fonte anonima ma ritenuto meritevole di attenzione), pare si vada ben più a fondo sul tema delle forniture, con precisi riferimenti ad appalti poco trasparenti e scelte condizionate da questioni personali o politiche. L’esito delle indagini ancora non è noto, ma una cosa è certa: per il nostro Teatro, soprattutto nell’attuale situazione di gravi perdite di bilancio, è fondamentale una gestione fondata su avvisi pubblici che salvaguardino la concorrenza e garantiscano una rotazione nell’affidamento degli appalti. Tutte le gestioni possono generare scontento, ma che non si debba mai più mettere i cittadini o gli operatori nella condizione di potersi esporre solo anonimamente per segnalare dubbi o anomalie!

A chiudere il cerchio è ancora la politica. Per la messa in scena dell’opera Elektra (opera che necessita di un orchestra di 120 elementi), la Fondazione Petruzzelli piuttosto che chiamare, come ensemble integrativo, l’orchestra Sinfonica della Provincia di Bari, ha convocato l’ICO di Lecce. Solo la politica può giustificare una simile scelta: si tratta di una vendetta o di un semplice sgambetto pre elettorale? E inoltre corrisponde al vero che per mesi il nostro Teatro è stato privo dei revisori dei conti della fondazione? Chi sono attualmente e, soprattutto, sono esenti da qualsiasi forma di conflitto di interesse?


La Fondazione deve essere un ente trasparente, apartitico, volto alla produzione artistica e alla diffusione dell’arte nelle nuove generazioni, deve essere luogo aperto al territorio e alle sue eccellenze. Il nuovo consiglio d’amministrazione, invece, alla luce della cronaca e delle tante situazioni ancora in sospeso e irrisolte, non sembra affatto voler rinnovare il vecchio modus operandi; anzi, sembra volerlo perpetuare e giustificare all’infinito. I cittadini baresi vogliono chiarezza sulle gestioni passate e garanzie per un futuro con un sovrintendente capace ed onesto.


mercoledì 22 gennaio 2014

Il nodo ferroviario Bari Nord è un nodo scorsoio alla gola di Palese-Santo Spirito


La zona Nord di Bari, quella di Palese-Santo Spirito, è completamente divisa a metà dalla Rete Ferroviaria Italiana (RFI) con l’aggravante che non vi sono né sottopassaggi, né cavalcavia.

I residenti sono costretti a subire da anni la presenza di un fascio di binari (autentica frattura urbanistica tra due parti dello stesso territorio) e di sette passaggi a livello (seri problemi per la sicurezza causati dal passaggio quotidiano di circa 200 treni in pieno centro abitato con velocità superiore ai 100 km orari). I passaggi a livello sono spesso chiusi anche per più di 30 minuti di fila, con tutti i disagi che ne derivano e causando, oltre ad un costante inquinamento acustico in violazione della legge 447/95 (Legge quadro sull’inquinamento acustico), anche numerosi pericoli, a volte purtroppo mortali per bambini, donne, anziani ecc. 

A molti sono noti i tanti tragici accadimenti su questa tratta ferroviaria, tra cui citiamo solo gli ultimi:

- Settembre 2012 un autobus dell’AMTAB è stato travolto da un treno;
- Luglio 2013 un ragazzo è deceduto dopo essere stato agganciato da un treno;
- Novembre 2013 una signora è stata travolta e uccisa sempre da un treno di passaggio.

Quanto altro tempo ancora si dovrà aspettare per risolvere questo gravissimo problema che nuoce a tutti i cittadini di Palese-Santo Spirito?

Nel dicembre del 2005 fu sottoscritto un Protocollo d’intesa tra Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Regione Puglia, Comune e RFI che prevedeva l’elaborazione di uno studio di prefattibilità, finalizzato alla correzione del tracciato ferroviario a sud di Bari e l’interramento dei binari nella tratta Palese-S. Spirito. Dopo essere stato confermato nello studio di fattibilità, il 17 Marzo 2007 è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra il Ministero delle infrastrutture, la regione Puglia, il Comune e la Rete Ferroviaria italiana s.p.a. che prevedeva per la tratta Bari Nord l’accordo preliminare per l'interramento in galleria artificiale della linea RFI, tratta S. Spirito-Palese, con realizzazione dei binari per l'esercizio provvisorio in affiancamento alla linea esistente, per un costo stimato di 405 milioni di euro, mentre per la tratta Bari Centrale-Bari S. Giorgio la variante della linea RFI, in affiancamento alla circonvallazione stradale, per un costo stimato di 410 milioni di euro (fonte studi fattibilità).

Conseguentemente, per la realizzazione del nodo ferroviario di Bari, il CIPE ha stanziato 394 milioni di euro come primo blocco degli 850 milioni previsti (Delibera del 26 ottobre 2012: Programma delle infrastrutture strategiche, Nodo di Bari, Bari Sud tratta Bari centrale-Bari Torre a Mare con approvazione del progetto preliminare), mentre nell’accordo preliminare del Ministero delle Infrastrutture del 9 Luglio 2008, tra le principali scelte infrastrutturali della Regione Puglia, vi era il nodo ferroviario Bari Nord, infatti la Regione stessa con una delibera del 23/11/2010 ha dato l’assenso al progetto preliminare per il nodo Bari Nord.

Successivamente – non si sa perché – il CIPE ha approvato uno stralcio al progetto originale per cui degli originali 850 milioni euro resterebbero impegnati soltanto quelli destinati agli interventi a Bari Sud il cui scopo è quello di diminuire il tempo di percorrenza della tratta Bari-Napoli. Bisogna però evidenziare che la stazione centrale di Bari è a monte del nodo sud.

Allora dove sono i miglioramenti che i nostri amministratori vogliono attuare con tale scelta incomprensibile? Perché si è deciso di approvare il progetto a sud di Bari a sfavore di quello nord? 

Probabilmente, l’unico scopo per cui saranno eliminati i 10,2 KM di ferrovia esistenti tra Bari e Torre a Mare, in favore del cosiddetto “collo d’oca” (la variante), è soltanto speculativo. Infatti, i terreni acquistati a ridosso dell’attuale ferrovia diverranno edificabili. Presto vi faremo sapere chi sono chi sono i proprietari, c’è da rimanere a bocca aperta.

La questione che qui si pone ovviamente non vuole discriminare i cittadini baresi della zona Sud rispetto a quelli della zona Nord, ma si vuole rendere noto come anche questa volta gli interessi di pochi (proprietari dei suoli lungo la linea Bari-San Giorgio) vengono favoriti rispetto a una reale urgenza della collettività, la cui non risoluzione in questi anni ha provocato, purtroppo, molteplici incidenti mortali.

Ancora una volta i nostri Amministratori danno priorità al consumo indiscriminato del territorio, mettendo in secondo piano la sicurezza dei cittadini di Palese-Santo Spirito. Intanto, il MoVimento 5 Stelle Bari non sta ad aspettare risposte che non arriveranno mai e, di fatto, ha condiviso e sottoscritto una petizione regionale su tale delicata questione.

Mandiamoli tutti a casa! I cittadini al governo della città!

M5S Bari


Il M5S Bari dall’assessore Abbaticchio per il caso Marcato: “Entro 20 giorni la situazione sarà risolta per tutto il nucleo familiare.”

COMUNICATO STAMPA #1 22/01/2014
Il M5S Bari dall’assessore Abbaticchio per il caso Marcato: “Entro 20 giorni la situazione sarà risolta per tutto il nucleo familiare.”

Stamattina una delegazione di attivisti del MoVimento 5 Stelle Bari è stata convocata presso l’assessorato al Welfare del Comune da Ludovico Abbaticchio in riferimento all’emergenza abitativa della famiglia Marcato. Data l’eccezionalità del caso, l’assessore ha assicurato al M5S che, entro 20 giorni, la situazione sarà risolta per tutto il nucleo familiare con un’unica soluzione abitativa. L’attuale sistemazione per il padre e per il figlio alla Croce Rossa e per gli altri membri della famiglia, ospiti degli amici e dei parenti, ci ha precisato Abbaticchio, è soltanto temporanea.

Entro 20 giorni il nucleo familiare sarà ricomposto.


lunedì 20 gennaio 2014

Caso Marcato: le soluzioni dei partiti e delle loro stampelle sono una toppa peggiore del buco.

COMUNICATO STAMPA #2 20/01/2014
Caso Marcato: le soluzioni dei partiti e delle loro stampelle sono una toppa peggiore del buco.

Stamattina è stata organizzata da Cornaro (UDC), Digeronimo, Petruzzelli e Decaro, una conferenza a Palazzo di Città per risolvere la questione abitativa della famiglia Marcato. Una passerella utilizzata dal Sindaco di Bari Michele Emiliano per esibire il proprio ego e per fare il suo show da prima donna. A tale farsa non abbiamo presenziato volutamente perché, mentre questi recitavano a memoria la propria parte, noi siamo andati in giro per assessorati al fine di risolvere il problema in maniera concreta.

Il primo cittadino ha affermato di aver risolto la questione della famiglia Marcato spedendo 2 componenti - padre e figlio - nei container della Croce Rossa nei pressi della Fiera del Levante, dove bisogna peraltro entrare alle 20:00, andare via alle 8:00 per poi tornare in mezzo alla strada durante il giorno e soltanto chi è malato ha la possibilità di restare all’interno della struttura.
Per gli altri membri, invece, la soluzione è affidarsi alla benevolenza e alla generosità dei parenti e degli amici della famiglia Marcato che dovrebbero ospitarli nelle loro case per un periodo imprecisato in quanto tale famiglia è in graduatoria per l’assegnazione di una casa popolare che non si sa ancora bene quando sarà costruita. Ricordiamo che tra i membri vi è anche una bambina di 29 giorni.

Mentre il M5S si già attivato per una risoluzione definitiva che perorasse il diritto di tutto il nucleo familiare a vivere insieme, l’amministrazione barese ha ben pensato di smembrarlo senza fornire una data certa che risolvesse il problema.
Il M5S si sta impegnando per trovare una soluzione completa alla famiglia Marcato, a partire dal problema che è all’origine della caduta verticale dal punto di vista sociale del nucleo familiare, ossia la perdita del lavoro.
Le due direzioni intraprese dal MoVimento 5 Stelle Bari sono: da una parte l'accesso al fondo di garanzia del microcredito alle imprese (fondo messo a disposizione con il rimborso di parte degli stipendi dei parlamentari M5S) che può consentire alla famiglia Marcato di riprendere con dignità il proprio lavoro; dall'altra l'assegnazione di una casa da individuarsi tra il patrimonio immobiliare del Comune, che riunisca l'intera famiglia fino all’assegnazione di una casa popolare.

Teniamo a ricordare a questa amministrazione che…
Nessuno deve restare indietro.


M5S Bari dall’assessore al Welfare di Bari, entro 2 giorni una soluzione per la famiglia Marcato

COMUNICATO STAMPA #1 20/01/2014
M5S Bari dall’assessore al Welfare di Bari, entro 2 giorni una soluzione per la famiglia Marcato

Stamattina il MoVimento 5 Stelle Bari è stato presso l’assessorato al Welfare del Comune da Ludovico Abbaticchio per risolvere l’emergenza abitativa della famiglia Marcato, caso di cui, già 2 anni fa, abbiamo documentato la condizione di precarietà. Assente per influenza, abbiamo dialogato con una dirigente che ci ha confermato che, entro 2 giorni, saremo ricontattati per risolvere una situazione di una famiglia disperata. Non è un problema soltanto della madre e del bambino, ma di un intero nucleo familiare.
Nel frattempo, il MoVimento 5 Stelle Bari si attiverà per utilizzare il microcredito alle imprese per permettere alla famiglia Marcato di riprendere con dignità il proprio lavoro.




domenica 19 gennaio 2014

La solidarietà a orologeria dei partiti baresi


In campagna elettorale la solidarietà dei leader dei partiti baresi verso le persone indigenti è sorprendente, hanno un tempismo da guinness dei primati. Per raccattare più voti possibili si fiondano, anche tutti insieme, per soccorrere l’ultimo dei cittadini in difficoltà. Ma dopo l’elezione… spariscono. La campagna elettorale è come il Natale, arriva una volta sola, e come tale giorno di festa, SI DEVE cambiare, si deve essere più buoni, bisogna esibire compassione, vicinanza ed empatia fuori dal comune. L’ipocrisia della caccia frenetica al voto è a livelli parossistici.

Nel merito, stamattina alcune foglie di fico, prossimi candidati Sindaci, hanno fatto visita a Giuseppe Marcato, barese di 50 anni, disoccupato, padre di 4 figli, che vive con il figlio in un rudere presente in un'area di degrado assoluto verso San Giorgio in direzione del lungomare Sud di Bari. Stamattina c'erano anche gli attivisti del Movimento 5 Stelle, ma Giuseppe l'avevamo già conosciuto ad Ottobre 2011 e avevamo cercato di portare la sua situazione all'attenzione dell'attuale Amministrazione e dell'opinione pubblica anche attraverso un video realizzato da un nostro attivista.

Della solidarietà a orologeria dei Partiti, i baresi non ne possono più. Di politicanti che sfruttano la precarietà di ognuno per elargire promesse e tessere clientele al momento del voto, i baresi non ne vogliono più vedere. Sono finiti i tempi delle prese per i fondelli.

Il MoVimento 5 Stelle è volontariato puro, senza condizioni, senza tornaconto o interessi particolari. Noi semplici cittadini abbiamo sempre documentato le storie di uomini e donne che vivono nell'ombra, abbandonati dalle istituzioni. Il nostro lavoro ha anche avuto riscontro positivo da Beppe Grillo con le nostre attività pubblicate sul suo blog: Il diritto alla vita e alla dignità e La solidarietà degli italiani.

Uno dei 20 punti del programma del MoVimento 5 Stelle per uscire dal buio è il reddito di cittadinanza. Ma la più grande menzogna che la classe politica continua ad affermare al popolo italiano è che mancano i soldi. Falso. Iniziamo a togliere i soldi dalla politica, tutti i portavoce del M5S l’hanno già fatto tagliandosi gli stipendi oltre ad aver rinunciato a 42 milioni di euro di rimborsi elettorali. Tagliamo gli sprechi, facciamo sentire la nostra voce affinché più nessuno resti indietro e più nessuno sia illuso dalle parole di un politico in assetto da campagna elettorale.

Con il reddito di cittadinanza probabilmente tali situazioni neppure esisterebbero. 

Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure!

M5S Bari