martedì 25 marzo 2014

LA MOBILITA’ DI DECARO

Antonio Decaro è un ingegnere civile (sezione trasporti) che di mestiere fa il politico.
La sua carriera politica inizia, nel 2004, con la nomina ad assessore alla mobilità, da parte del Sindaco di Bari Michele Emiliano, nella sua prima giunta, in qualità di tecnico esperto esterno.
Nel 2008 riceve il premio “Amico della bicicletta” dalla FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta).
Peccato che a Bari, le piste ciclabili siano, per lo più, dissestate e realizzate al di fuori di ogni requisito e canone di base previsto per una pista ciclabile dal decreto ministeriale del 30 novembre 1999 n°557 (ad es. Il traffico motorizzato deve essere escluso, il percorso deve essere protetto, sicuro, riservato alle biciclette, etc.)
Sono lontani i tempi del primo rapporto “Euromobility”, in cui Bari si fece città ecosostenibile in tema di mobilità urbana.
Infatti, dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio sulla mobilità sostenibile (il settimo) Bari è scesa vertiginosamente in bassa classifica, tra le principali città italiane interessate dall’indagine, sia per il servizio di bike-sharing sia per il livello di educazione pubblica, quest’ultimi oggi, praticamente, quasi inesistenti entrambi.
E, sempre nel 2008 l’esperto, Lello Sforza, sollecitava con una lettera aperta, sulla scorta della relazione dell’Osservatorio sulla mobilità sostenibile, la giunta Emiliano e l’allora assessore alla mobilità, affinché si convincessero ad applicare il decreto Ronchi sulle politiche e tecniche di “mobility manager” per avviare un tavolo di concertazione tra aziende ed enti pubblici, responsabili della produzione di volumi esasperati di traffico, smog e sosta selvaggia, al fine di giungere ad un piano serio e valido di rieducazione pubblica alla mobilità sostenibile.
“Non che sia la bacchetta magica, ma quel decreto sta all’emergenza traffico motorizzato come la raccolta differenziata sta alla gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti”, scriveva Lello Sforza, nella missiva indirizzata al Sindaco barese Emiliano, nell’ormai lontano periodo di natale 2008.
Ma il 2008, sembra l’anno d’oro di Decaro e, come se non bastasse, al premio FIAB, si aggiunge un’altra “medaglia al valor incivile” per “l’assessore all’immobilità altrui”: “Ambientalista dell’anno!”, ad attribuirglielo sarà nientepopodimeno che Legambiente (socia DI SORGENIA, l'azienda di tale DE BENEDETTI TESSERA N. 1 DEL PD).
Due anni dopo, nel 2010, l’ingegnere che ha scelto la politica come carriera, durante la sua carica come assessore con la seconda giunta Emiliano, si candida alla Regione e viene eletto consigliere regionale della Puglia (sempre meglio che finire il suo secondo mandato al Comune di Bari. Sai che noia?!)
In Regione Puglia ha ricoperto il ruolo di Capogruppo del PD dal 2010 al 2013, ed ha continuato ad occuparsi della città di Bari mantenendo tutt’ora l’incarico in forma “gratuita” di consigliere delegato alla mobilità.
Sarebbe, quindi, malizioso e pretestuoso pensare, anche solo minimamente, che la sua candidatura alle elezioni politiche di febbraio 2013 sia stata strumentale?
Di fatto, Decaro oggi è un deputato della Repubblica (ossia un nostro dipendente), in quota PD, stipendiato per fare esclusivamente il deputato.
Niente da fare, il posto fisso a Decaro non piace, e allora: “Vota Antonio! Vota Antonio!”
L’11 gennaio 2014 ufficializza, tramite Facebook, la sua candidatura a Sindaco di Bari, in vista delle prossime elezioni amministrative di maggio.
Pare che il “leitmotiv” della sua politica sia la mobilità, ma sul termine dev’essere sorto un lapalissiano malinteso con gli elettori.
Questi ultimi, infatti, credono si tratti della mobilità sostenibile già prevista dai preesistenti decreti ministeriali e direttive europee, i quali andrebbero semplicemente attuati. Decaro, invece, per mobilità intende la sua! Cioè il passaggio da una poltrona all’altra e nel più breve tempo possibile.
La coerenza (principio che non appartiene ai renziani come Decaro) e l’onestà intellettuale vorrebbero che, prima di presentare una ulteriore candidatura, si dovrebbe concludere il proprio mandato per il quale si è stati eletti in precedenza o, quantomeno, dimettersi dall’incarico che già si ricopre.
Se non altro, ne trarrebbero giovamento e beneficio le casse dello Stato, soprattutto in un periodo di crisi economica come quella che stiamo vivendo.
Chi, timbrando il cartellino, risulta presente sul proprio posto di lavoro e si allontana per fare i propri comodi è sottoposto a sanzioni disciplinari e pecuniarie; chi si allontana dalle sedi o gli uffici della propria carica pubblica per farsi la campagna elettorale, pure!
Esiste la sanzione reputazionale! 
Perciò, “caro” Decaro devi dimetterti! 

Vincenzo Madetti
Candidato M5S Sindaco di Bari

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